ILSOLE24ORE.COM > Notizie Finanza e Mercati ARCHIVIO

Alitalia, ecco il piano: la nuova compagnia blindata fino al 2013

di Franco Locatelli

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
28 Agosto 2008

Per i 16 azionisti della nuova Alitalia ci sarà un lock-up di cinque anni. Prima del 2013 non potranno vendere le loro azioni e uscire dalla compagnia. È lo statuto della nuova società a stabilirlo. Prima di allora i soci della cordata tricolore contano però di cominciare a fare profitti: se il Progetto Fenice, definito dall'advisor del Governo Intesa Sanpaolo andrà in porto e centrerà tutti i suoi obiettivi, la nuova Alitalia, ripulita di debiti ed esuberi, tornerà all'utile già nel 2011, cioè fra tre anni e punterà a raggiungere un ebit di circa 250 milioni su un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2013. Sono due ma non le uniche novità che emergono dall'ultimissima versione del Progetto Fenice.
Ma perché l'intera operazione di salvataggio e di rilancio di Alitalia vada realmente in porto ci sono ancora molte incognite da superare e ci sono diverse condizioni che i nuovi azionisti pongono come tassative per il loro investimento. La prima condizione, e anche la più importante benché non l'unica, ricalca in parte quella già avanzata da Air France nella precedente ipotesi di salvataggio e cioè: senza il preventivo accordo sindacale tutto il progetto decade e non se ne fa più nulla. Proprio la mancanza del consenso sindacale fu la causa principale, ancor prima che scattasse l'offensiva berlusconiana contro il progetto di accordo con Air France immaginato dal Governo Prodi, del fallimento del vecchio piano di salvataggio e questo basta e avanza per segnalare la delicatezza del passaggio sindacale per la fattibilità dell'intero Progetto Fenice.
Essenziale, anche se non è una conditio sine qua non, è anche la definizione di un accordo, che non potrà essere solo commerciale ma industriale e forse azionario, con un partner internazionale come Lufthansa o di nuovo Air France. Ed essenziale è anche la tempistica perché tutta l'operazione ha margini stretti e l'obiettivo è far decollare l'operatività della nuova compagnia dal primo novembre prossimo.
È vero che i tempi e il contesto economico e politico rispetto al progetto del governo Prodi sono cambiati e che, allo stato, l'unica alternativa al Progetto Fenice è il fallimento di Alitalia, ma rispetto alla originarie richieste di Air France ai sindacati c'è ora qualcosa di più e di più circostanziato: non solo il via libera al piano ma il via libera alla riduzione delle attività e del personale dell'Alitalia di oggi e l'adozione di nuovi contratti di lavoro.
Ci sarà tempo per formulare giudizi di merito sul nuovo piano per Alitalia e bisognerà convincersi a distinguere la valutazione industriale da quella politica ma la base di partenza non può essere che l'esatta conoscenza dell'intera operazione. Ecco dunque, in sintesi, i reali contenuti - con non poche novità - del progetto Fenice come escono dalle 300 pagine che lo compongono.
Nuovo campione nazionale
L'obiettivo del Progetto è una soluzione imprenditoriale per Alitalia che porti alla creazione - attraverso «l'integrazione di parte delle attuali attività di Alitalia con Air One» - di un campione nazionale con alleanze strategiche internazionali, che sappia stare sul mercato e che rappresenti una «forte discontinuità con il passato» attraverso l'amministrazione straordinaria, il commissariamento e la divisione in due della vecchia compagnia. Per realizzare questo obiettivo il Progetto suggerisce: un «modello di business sostenibile nel medio-lungo periodo, disegnato e tarato su una congiuntura di mercato difficile»; il completo rinnovamento della flotta, della struttura del personale, della compagine societaria e della cultura aziendale di Alitalia; un'opportunità di investimento ai nuovi azionisti «con ritorni adeguati nel medio e lungo periodo»; la possibilità di contribuire allo sviluppo del Paese e alle esigenze di chi viaggia in, da e per l'Italia.
Discontinuità aziendale
Il progetto proposto ha cinque caratteristiche fondamentali che partono dal presupposto della netta discontinuità da realizzarsi con il commissariamento della vecchia compagnia, che metterebbe i nuovi azionisti al riparo da possibili rivalse di fornitori, creditori, vecchi azionisti e obbligazionisti: a) un nuovo perimetro aziendale composto dall'«aggregazione delle attività valorizzabili di Alitalia e Air One»; b) una rifocalizzazione della strategia mirata al consolidamento sul mercato naturale del breve-medio raggio e alla definizione di «forti accordi di partnership con uno dei tre mega-carrier europei» (Ba, Lufthansa e Air France ma realisticamente orientata agli ultimi due); c) un nuovo modello di network non più basato sugli hub (nè Fiumicino nè Malpensa lo saranno) ma «punto-punto sul breve raggio con quote dominanti nei principali aeroporti serviti mediante un decentramento delle attività su sei basi operative» e l'efficiente copertura del mercato del lungo raggio da e per l'Italia «anche attraverso un accordo forte con un partner internazionale»; d) il rinnovamento del management scelto e provato «nel campo delle ristutturazioni aziendali» come è già avvenuto con Roberto Colaninno e Rocco Sabelli; e) un assetto proprietario nuovo di zecca e «guidato da primari investitori privati italiani» per la nuova compagnia dalla quale lo Stato sarà completamente fuori.
  CONTINUA ...»

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.