PARIGI – All'indomani del via libera all'accordo tra i 16 per il salvataggio della Grecia, i tre, al di là dei sorrisini di circostanza, si guardano in cagnesco. I tre sono molto ambiziosi e soprattutto francesi, a riprova che l'Esagono, per quanto in regia ci sia stata prevalentemente la Germania, ha svolto un ruolo cruciale nell'evitare che la telenovela greca finisse in tragedia per tutta l'unione monetaria. I tre non si amano. Sono Dominique Strauss-Kahn, Jean-Claude Trichet e Nicolas Sarkozy. Dalla vicenda escono in maniera diversa. Destini incrociati.
Il "vincitore" è Dominique Strauss-Kahn, direttore generale dell'Fondo monetario internazionale. Prese le redini dell'organismo nel 2007, in una fase di particolare debolezza dell'organismo. Ha saputo ridargli smalto e portare il "tesoro", al quale attingere per prestiti e salvataggi, da 260 a 850 miliardi di euro. Dopo un lungo braccio di ferro ora è sicuro: l'Fmi parteciperà anche all'"operazione Grecia". E lui, Dominique, economista rigoroso, privo di dubbi sulla bontà del libero mercato, ma socialista nel profondo dell'anima, potrebbe diventare il salvatore dell'euro. E approfittarne, qualora decidesse di candidarsi alle presidenziali del 2012 contro Sarkozy . Tanto più che, dopo le regionali, la sinistra ha ricominciato a vincere in Francia.
Jean-Claude Trichet? Questo monetarista convinto, "prodotto" dell'alta amministrazione francese, formato al dirigismo in salsa gollista, non sopporta l'ex trotskista (sì, qualche anno fa) Strauss-Kahn. Se è per questo, non sopporta neppure Sarkozy. E dire che Trichet ha fatto la sua carriera all'ombra di Edouard Balladour, per un certo periodo mentore dello stesso Nicolas, che, però, l'ha scaricato quando non ne ha più avuto bisogno. Ergo, Jean-Claude e Nicolas non si amano affatto, a dir poco. Assunte le redini della Banca centrale europea nel 2003, Trichet ha cominciato a incassare gli attacchi di Sarkozy molto presto, ancora prima che costui diventasse presidente. Nicolas gli ha sempre rinfacciato un euro troppo pesante, ma lui, che quando era governatore della Banca di Francia veniva soprannominato "l'ayatollah del franco forte", è andato dritto per la sua strada.
Paradossalmente sulla Grecia, per una volta, Trichet e Sarkozy erano d'accordo: non volevano Strauss-Kahn fra i piedi. «Se il Fondo monetario internazionale esercitasse le responsabilità dell'Eurogruppo e dei governi europei al loro posto, sarebbe ovviamente molto, molto negativo», ha sibilato Trichet poche ore prima dell'accordo. Anche se, dopo l'intesa, si è definito «soddisfatto». Cosa doveva dire? Povero Jean-Claude. Sarkozy ha dovuto fare lo stesso, accettare il diktat della Merkel. Fare posto a Strauss-Khan. Un altro rospo da ingoiare dopo la disfatta di domenica alle elezioni regionali.
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