ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO

Cofferati: «La vera piaga
è il lavoro clandestino»

di Alberto Orioli

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
1° novembre 2007

«Corregge i limiti del passato, definisce meglio i confini tra i poteri del sindaco e del prefetto. Ma soprattutto indica una rotta certa,una strategia politica esplicita, chiara, fattiva. Finora non era stato così». Come plauso vale doppio perché viene dal sindaco che per primo ha posto il tema della legalità come «valore di sinistra», Sergio Cofferati, il sindaco-sceriffo,cui questa definizione dà l'orticaria.

Davvero sarà più facile procedere alle espulsioni?
Il provvedimento che dà al prefetto la possibilità di espellere i cittadini comunitari colma una lacuna. Allo stesso modo, per fare riferimento a un altro punto del pacchetto sicurezza, la riscrittura dell'articolo 54 del Testo unico sugli Enti locali risolve la contraddizione esistente tra le funzione dei sindaci e quelle del prefetto. Era un testo approssimativo, scritto nel 2000 frutto –immagino –di un inevitabile vuoto di conoscenza e di esperienza pregressa oltre che di qualche mediazione politica di quelle che ti portano a scrivere cose che poi non funzionano.

Come valuta la mossa di Veltroni?
Ottima. È stato rapido, efficace. Da tempo denunciava anche nelle riunioni tra sindaci di aree metropolitane la particolarità della presenza di rumeni violenti a Roma.

Non crede che ci sia stato un clamore anomalo anche rispetto ad altre tragedie accadute in altri province?
È vero, purtroppo, l'efferatezza della tragedia romana non è molto dissimile dalla ferocia con cui sono stati massacrati, ad esempio, i due anziani coniugi nel Vicentino. Ma c'è un fatto politico indiscutibile: il crimine arriva il giorno dopo il varo di importanti misure sulla sicurezza. La prontezza della risposta era decisiva. Ero fin dall'inizio favorevole al decreto: è stato giusto consentire che entrassero subito in vigore le norme sulla definizione dei poteri al prefetto. Lo stesso strumento del decreto si potrà usare successivamente per altri capitoli del pacchetto. Al Ddl è bene che restino le norme che riguardano le pene, tema più delicato.

Ma non c'è alcuna possibilità di controllare che chi viene espulso non rientri, soprattutto se è cittadino europeo come sono i rumeni.
È vero: il primo limite è internazionale e riguarda sia l'Europa sia l'Italia. Non si è pensato in alcun modo all'effetto che si sarebbe prodotto nel momento dell'entrata della Romania in Europa.Il passaggio,da un giorno all'altro, da extracomunitari a comunitari, da clandestini a cittadini europei non è stato sufficientemente meditato, non è stato accompagnato da forme adatte di controllo. Gli Stati e le polizie sono stati lasciati di fatto senza strumenti e senza nemmeno accordi politici di collaborazione. È evidente che in questo vuoto si è infilata la malavita e la criminalità.

Qual è il rapporto tra Bologna e la comunità rumena che oggi è finita sotto accusa?
Abbiamo avuto un incremento progressivo della presenza di rumeni. La comunità bolognese ha una quota fluida di persone che vanno e vengono. In precedenza la parte più mobile era quella clandestina fatta da persone con un numero rilevante di precedenti penali. Con queste persone ci sono stati e ci sono i problemi maggiori. In genere si fanno scudo delle donne, dei bambini,dei pochi adulti maschi con permesso regolare. Un esempio? Quando abbiamo sgombrato il Ferrhotel per ragioni di sicurezza e per togliere quelle famiglie dalla più acuta indigenza dei 240 occupanti circa se ne sono trasferiti solo 120-130. Segno che una buona fetta voleva continuare a stare nell'illegalità vivendo di espedienti. Questo prova che dobbiamo continuare nello sforzo di distinguere tra chi va davvero protetto e chi no.

L'Italia è più esposta di altri Stati?
Direi di sì. Dobbiamo porci una domanda con franchezza: perché vengono così in tanti da noi tra quanti hanno propensione per gli affari illeciti? Che percezione hanno, loro,delle nostre regole? Pensano che in Italia ci sia una condizione generale di maggiore lassismo. Credo che il varo del «pacchetto sicurezza» serva anche a questo, a far cambiare la percezione sulla rigorosità delle regole e dei comportamenti. Servirà moltissimo come deterrente, ma anche a dare fiducia e coraggio agli stranieri per bene, a chi vuole vivere rispettando la legge.

Fini dice che vota sì al decreto se l'espulsione viene estesa a tutti quelli che non hanno mezzi certi di sostentamento.
È evidente che chi delinque deve andare in galera. Ma invece di chiedere tout court l'espulsione di tutti quelli che non lavorano, sarebbe indispensabile individuare chi davvero lavora e di conseguenza ha un reddito. Bisogna poi porre rimedio alla differenza tra lavoro clandestino e lavoro nero. Gli incentivi che oggi esistono per l'emersione del lavoro nero non sono validi per chi sia sfruttato da clandestino. Appena venisse individuato infatti sarebbe espulso anche se non avesse commesso reati. Il tema che pone Fini ha un fondamento, ma la soluzione cui arriva appare soprattutto figlia di una intenzione strumentalmente polemica e demagogica piuttosto che non di una fattiva disponibilità. Non a caso Fini non parla dei problemi creati dalla legge che porta anche il suo nome.

Lei attacca la destra ma viene a sua volta attaccato da sinistra...
C'è un problema che riguarda la sinistra massimalista e dal quale si deve affrancare: quello di anteporre sempre valutazioni sociologiche agli scenari concreti anche dove gli scenari prospettino reati e violenza. Bisogna capire sempre le ragioni della marginalità e del degrado, esercitare sempre la solidarietà,ma il rispetto della legge viene prima di ogni cosa. È l'unico modo per aiutare i più deboli. Per dirla con il linguaggio della sinistra estrema: è singolare che non si rendano conto di quanto la legge aiuti più i proletari dei borghesi. Penso poi che debbano entrambi essere protetti allo stesso modo e per questo sono considerato moderato, molto moderato...

La Romania collaborerà?
Non so. Noi abbiamo avuto un rapporto diretto con la città di Craiova, luogo da cui proviene la gran parte degli immigrati rumeni della nostra zona. Una qualche disponibilità a discutere l'ho trovata, a una forma di vera e propria collaborazione non siamo mai arrivati.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
08 Maggio 2010
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Prendeva la pensione della madre morta. Arrestato
L'Indagine del Cnr nei mari italiani
IL PUNTO / Il dopo Scajola e gli interrogativi sul governo
Addio a Giulietta Simionato
VIDEO / Le dimissioni di Scajola (da C6.tv)
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-