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Nessuno è invece in grado di fare previsioni sulla longevità del commissario straordinario per il federalismo amministrativo, figura istituita a gennaio del 1999 e oggi interpretata dal consigliere di Stato Maria Grazia Cappugi. «I trasferimenti di funzioni previsti dai decreti Bassanini - spiega la Cappugi - hanno reso necessaria la presenza di qualcuno che svolgesse un ruolo terzo, di mediazione e coordinamento. Altrimenti le amministrazioni si sarebbero scannate». Operazione sicuramente complessa, visto che in Veneto hanno deciso di nominare un loro commissario straordinario per il decentramento amministrativo.
La Cappugi deve ancora chiudere il delicato capitolo del Catasto («Il nostro testo per il Dpcm di trasferimento è pronto da mesi. Per ragioni politiche si è però deciso di far slittare tutto di due anni, fino a marzo 2006»). Ma ci sono gli strascichi dei vecchi conferimenti. E soprattutto si sta aprendo la gigantesca partita legata alla riforma costituzionale del Titolo V. «Noi stiamo già lavorando - spiega la Cappugi - per cercare di individuare le funzioni suscettibili di trasferimento. Anche se mi sembra che la carenza di risorse abbia raffreddato molti entusiasmi». Già, perché i conferimenti devono essere a costo zero. Magari in via del Tritone stanno lavorando per niente.
Speriamo invece che non girino a vuoto i commissari straordinari per la realizzazione delle opere strategiche. Previsti, a sorpresa, da un decreto legge di fine gennaio, sembrano essere la sintesi perfetta tra i commissari della cosiddetta "legge sblocca cantieri" del 1997 (Governo Prodi) e i nove supercommissari d'area della "legge obiettivo" del 2001 (Governo Berlusconi). Vedremo.
Contro la corruzione. Così come aspettiamo con impaziente curiosità, anche se certo ci vorrà un po' di tempo, i primi risultati dell'immane lavoro che attende l'Alto Commissario «per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all'interno della pubblica amministrazione». In molti uffici di quest'ultima, al massimo livello, ci si interroga, a dire il vero, su questa nuova creatura che rinverdisce il ricordo dei suoi illustri, e rari, antenati.
Alcuni definiscono «bizzarrissimo» il compito di Tatozzi, perché viene apparentemente chiamato a svolgere funzioni che d'un lato sono di polizia giudiziaria e dall'altro di istituzioni ordinarie - dall'Ispettorato della Funzione pubblica a quello della Ragioneria generale dello Stato, fino alla Corte dei conti - con le quali sembrano esserci inevitabili sovrapposizioni. E neppure si ha l'impressione che questo Alto Commissariato abbia il carattere di urgenza che nome e compiti paiono suggerire, visto che il regolamento di attuazione avrebbe dovuto essere emanato entro sei mesi dal varo della legge istitutiva (16 gennaio 2003) ed è invece arrivato con decreto del 6 ottobre 2004.
Allarme ambiente. Ma è in campo ambientale, nella sua accezione più ampia, che la cultura dell'emergenza raggiunge l'apoteosi. Basti dire che oggi, in Italia, sono in vigore 61 emergenze. Un paio sono nazionali, come quella sulla messa in sicurezza delle grandi dighe e quella sugli extracomunitari (anche questi ultimi, fino al 1999, avevano il loro commissario straordinario, mentre ora provvede direttamente il ministero dell'Interno). Tra le regioni si contraddistinguono quelle meridionali. In particolare Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, accomunate dalla doppia emergenza dei rifiuti e dell'acqua. Emergenze che in alcuni casi durano da dieci anni e oltre: il commissariamento per i rifiuti campani è dell'11 febbraio 1994, quello pugliese (sempre per i rifiuti) è di poco successivo (8 novembre '94) e quello idrico siciliano risale al 29 dicembre 1995. Ma anche il Lazio quanto a immondizia non scherza, visto che è in emergenza da oltre sei anni.
Venezia cumula emergenze: per il traffico acqueo e il moto ondoso in laguna, per la raccolta e lo smaltimento dei fanghi che ostruiscono i canali e per il traffico di Mestre. E misterioso per noi umani è come faccia Paolo Costa, ancora commissario per la ricostruzione della Fenice (peraltro ricostruita), a fare contemporaneamente il sindaco, il commissario del traffico acqueo e il presidente della commissione Trasporti e turismo dell'Europarlamento.
Anche Milano può vantare un paio di emergenze (per il traffico e, da oltre cinque anni, per la depurazione delle acque reflue). La laguna di Orbetello è in emergenza inquinamento da 12 anni. E l'emergenza «socio-economico-ambientale nel bacino idrografico del fiume Sarno», ora affidata alle cure del generale Roberto Jucci, dura da un decennio. Mentre Palermo combatte da quasi tre anni con l'emergenza dovuta alla «rottamazione e demolizione dei veicoli fuori uso».
Protezione civile. «E oggi va già molto meglio», commenta Vincenzo Spaziante, braccio destro di Bertolaso alla Protezione civile. «A fine 2003 le emergenze erano 82. Di fronte alla loro proliferazione e a un uso ormai distorto dello strumento commissariale, che consente di derogare alle norme vigenti e ricevere risorse straordinarie, ci siamo dati da fare, abbiamo messo al lavoro dei Comitati di rientro e in pochi mesi abbiamo chiuso 42 situazioni di emergenza». Più della metà in pochi mesi! Basta questo a far capire quanto quei commissariamenti fossero giustificati.
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