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Mafia, Marcegaglia: legalità
impegno delle imprese siciliane

di Valeria Russo

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23 maggio 2009

«Oggi siamo a Palermo per testimoniare l'impegno solenne di Confindustria e delle imprese nella difesa della legalità perché vogliamo eliminare ogni collegamento tra le aziende e la criminalità, non devono esserci zone grigie: c'è un processo nuovo in Sicilia di cui gli imprenditori vogliono farne parte». Dall'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo gremita di giovani provenienti da tutta Italia, politici, autorità e imprenditori, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia rinnova il suo impegno e quello dell'associazione degli industriali nella lotta contro la mafia nel giorno dedicato alle commemorazioni per il 17° anniversario della strage di Capaci dove furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Celebrazioni che hanno visto anche la presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel suo intervento ha auspicato per la procura nazionale antimafia la «possibilità di operare in un clima di piena e leale collaborazione e di esercitare integralmente le sue attribuzioni». Sul palco si sono alternati anche i ministri della Giustizia, Angelino Alfano, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni e il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, mentre hanno preso parte alla tavola rotonda di fine mattinata, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo e la sorella del magistrato ucciso, Maria Falcone.

Se già negli anni scorsi la presa di posizione degli imprenditori aveva svolto una parte importante nella guerra alla criminalità organizzata, oggi le imprese vestono un ruolo centrale, un ruolo che questa mattina a Palermo, nella stessa aula bunker del primo maxiprocesso della storia italiana voluto dagli stessi Falcone e Borsellino, ha raggiunto il suo apice. È infatti la prima volta che un presidente di Confindustria viene a Palermo per il 23 maggio. «La presenza della presidente Marcegaglia - ha commentato Ivan Lo Bello, presidente degli industriali siciliani da cui, nel 2007 è partita la ribellione al pizzo che ha segnato una svolta interna a Confindustria – è un fatto importante, è il riconoscimento ufficiale, se mai ce ne fosse stato bisogno, che quanto fatto in Sicilia ha un valore nazionale». Da poco infatti la presidente di Confidustria ha assegnato ad Antonello Montante, imprenditore nisseno a capo degli industriali di Caltanissetta, la delega alla legalità, ringraziandolo durante il suo discorso per il lavoro svolto nella lotta alla criminalità. «Oggi gli imprenditori hanno capito che non è solo un problema di etica, ma anche di convenienza» afferma Montante che a margine del convegno lancia al ministro Gelmini la proposta per istituire in tutte le scuole italiane un'ora di lezione dedicata alla legalità.

Ddl criminalità e 41 bis
Dal palco di Palermo i ministri Alfano e Maroni hanno ribadito i punti salienti del ddl contro la criminalità in discussione a Roma, focalizzando in parte l'attenzione su quei passaggi che maggiormente consento la lotta alla mafia: aggressione al patrimonio dei boss ed esclusione per tre anni degli imprenditori collusi dalle gare d'appalto pubbliche. Proprio su quest'ultimo passaggio è positivo il parere della presidente di Confindustria, «come imprenditori abbiamo insistito per avere nel ddl norme più restrittive per chi è colluso».

Sul tema del 41 bis, infine, il ministro Alfano ha affermato che «con il pacchetto criminalità il carcere duro diventerà entro un mese durissimo», mentre il ministro Maroni ha confermato l'impegno nell'aggressione dei beni ai mafiosi (e quindi l'impossibilità di passare i beni ai figli, evitando così la confisca): «nel 2008 ammontano a 4 miliardi di euro i beni sequestrati un ammontare tre volte più grande rispetto all'anno precedente». Sono state 93 le operazioni antimafia condotte in questi primi cinque mesi dell'anno per 1088 arresti di cui 70 latitanti.
L'esperienza siciliana in Abruzzo

«Questo processo di legalità si sta estendendo, anche se con alcune difficoltà, anche nelle altre regioni e spingiamo gli imprenditori che vogliono investire in Sicilia a firmare dei protocolli della legalità» ha detto nel suo intervento Emma Marcegaglia. Un modus operandi che Confindustria ha deciso di esportare anche in Abruzzo, dove è alto il rischio di infiltrazioni mafiose per l'accaparramento dei fondi destinati alla ricostruzione post-terremoto. «Con Montante siamo andati in Abruzzo – ha aggiunto ancora la presidente degli industriali italiani e abbiamo messo a disposizione l'esperienza fatta in Sicilia con i protocolli della legalità».

Gli altri appuntamenti della giornata
Le celebrazioni per il 23 maggio non si fermano all'aula bunker. In diverse parti della città sono stati realizzati presidi e villaggi della legalità anche in quartieri difficili come Borgo Nuovo, Brancaccio e Zen. Questa mattina invece è approdata al porto di Palermo la nave della legalità con a bordo 1500 studenti di tutta Italia, mentre alle 13:30 il presidente del Senato, Renato Schifani, ha deposto una corona di fiori accanto alla stele commemorativa che si trova sul luogo della strage di Capaci.

  CONTINUA ...»

23 maggio 2009
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