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Berlusconi: «Non sono un santo, lo avete capito tutti»

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22 luglio 2009

«Non sono un santo, speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica». Così il presidente del Consiglio ha ironizzato sulla vicenda D'Addario durante la cerimonia per l'inaugurazione della Brebemi.
Silvio Berlusconi è partito da una parola utilizzata da Roberto Formigoni: «il presidente a vita della Lombardia - ha detto il premier - per descrivere il territorio ha usato la parola antropizzato. Non è una bella parola. Ci sono un sacco di belle figliole e di imprenditori». A quel punto sono scattati gli applausi e Berlusconi ha proseguito: «io non sono un santo, lo avete capito, speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica».

Intanto il Gruppo Espresso ha depositato presso il Tribunale di Milano un esposto nei confronti del presidente del Consiglio per le dichiarazioni dello scorso 13 giugno. Lo rende noto il gruppo Editoriale L'Espresso in una nota nella quale è scritto: "Berlusconi aveva accusato il quotidiano La Repubblica di un attacco eversivo nei suoi confronti e nel contempo aveva istigato gli industriali a boicottare e interrompere gli investimenti pubblicitari». Le ipotesi di reato prospettate dal Gruppo Espresso - prosegue il comunicato - «riguardano la diffamazione, l'abuso d'ufficio e la violazione della disciplina in materia di market abuse. In sede civile, l'atto di citazione riguarderà la concorrenza sleale e il boicottaggio».

Tornando all'inaugurazione della Brebemi, il presidente del Consiglio ha parlato anche del sistema bancario italiano di cui, ha detto «dobbiamo essere orgogliosi». Ha ricordato di aver promesso che nessuna banca italiana sarebbe fallita e ha sottolineato che gli isitituti di credito del nostro Paese «hanno usufruito solo in minima parte dei 12 miliardi stanziati dal governo per la loro patrimonializzazione. Le banche davanti alla crisi hanno una responsabilità e noi dobbiamo chiedere loro un maggiore coraggio e meno prudenza».

Silvio Berlusocni è poi tornato a spronare all'ottimismo. «Non dobbiamo aver paura della paura», ha detto assicurando che la ripresa economica ci sarà.
E ha riferito di un'indagine fatta tra i dipendenti pubblici che non rischiano il licenziamento.
«Alla domanda se nel 2009 erano intenzionati a cambiare auto, il 76% ha risposto di sì ma di non averla cambiata per paura della crisi». Secondo il premier la paura della crisi ha colpito anche «sedici milioni di pensionati che non rischiano la pensione e i dipendenti delle aziende private. Chi rischia sono i cinque milioni di lavoratori autonomi».
«La crisi - ha proseguito - si è sfogata per il sistema finanziario e chi doveva fallire è fallito. Aspettiamo la ripresa che ci sarà di sicuro».
Poi ha invitato a fare le vacanze in Italia più che all'estero: «serve a mantenere alta la domanda e magari si può uscire prima dalla crisi».

Il presidente del Consiglio ha garantito che sarà ripreso il progetto per il Ponte di Messina.
«Abbiamo impiegato cinque anni di lavoro - ha detto - io con Gianni Letta e tutto il governo. Sono bastati cinque minuti per distruggerlo. Riprenderemo questo lavoro che andrà avanti
insieme a tutte le altre opere che servono al nostro Paese». E si è soffermato sugli stanziamenti per il Sud: «sette miliardi di euro dei 15 decisi dal Cipe serviranno per aprire i cantieri per le opere nel Mezzogiorno».
Silvio Berlusconi ha annunciato che per difendere le grandi opere decise dalle istituzioni, in caso di contestazioni, potrebbero essere utilizzate le forze armate. «Lo Stato deve fare lo Stato come ha fatto in Campania».
E ha assicurato: «entro la fine del 2009 apriremo 19 cantieri».

Sugli interventi post-terremoto il premier ha ribadito che entro novembre 20mila senza tetto avranno una casa. «All'Aquila - ha detto - stiamo realizzando un miracolo. Metteremo sotto un tetto sicuro in una casa antisismica dotata di tutte le necessità 20mila persone che hanno perso la loro casa. Questo è un miracolo perchè in Cina, dove c'è stato un terremoto, sono ancora nelle tendopoli e nelle baraccopoli»

22 luglio 2009
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