Accenti diversi all'uscita da Palazzo Chigi, ma certamente l'incontro di ieri fra il premier e i presidenti delle regioni per ricucire lo strappo dei giorni scorsi su Sud, fondi Fas e sanità non è andato bene. «Con il governo resta la rottura», ha detto il presidente della conferenza dei servizi, Vasco Errani. «La questione resta sospesa fino al 4 settembre, data di un nuovo incontro», è stato più morbido il presidente dell'Abruzzo Chiodi. E il capogruppo di An alla Camera, Italo Bocchino, l'ha immediatamente buttata in politica: «La sinistra cerca la rissa».
Forzature politiche o no, le distanze restano enormi fra governatori ed esecutivo. Anzi ieri si sono allargate ulteriormente, con la richiesta della modifica di tre articoli del decreto legge anticrisi appena approvato che tagliano 800 milioni al fondo farmaci, 300 milioni al fondo sociale e azzerano il fondo per la non autosufficienza. Le Regioni chiedono un emendamento al decreto legge correttivo appena varato dal governo e da ieri arrivato al Senato. A queste nuove obiezioni si aggiungono quelle da cui si era partiti con la lettera molto dura del 2 luglio scorso: la richiesta di 7 miliardi per onorare il patto sulla salute, le certezze sui fondi Fas, i chiarimenti sulla politica per il Mezzogiorno annunciata dal premier Berlusconi e poco chiara, secondo i governatori.
All'incontro di ieri non c'erano i due ministri maggiormente interessati ai rilievi, Giulio Tremonti (Economia) e Maurizio Sacconi (Welfare). Con Berlusconi c'erano il sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, e i ministri Fitto (Affari regionali), Bossi (Riforme) e Calderoli (Semplificazione). Berlusconi ha risposto sul Fas ricordando la necessità di dirottare le risorse prioritariamente su ammortizzatori sociali e sulla ricostruzione dell'Abruzzo e ha parlato di necessità di rimodulazione dei piani regionali finanziati dal Fas. Errani ha ricordato che anche la quota nazionale del Fas si sarebbe dovuta usare in parte per cofinanziare progetti regionali e ha chiesto ancora una volta chiarimenti sulla cassa effettivamente disposnibile.
«Non abbiamo avuto risposte su nulla», ha detto alla fine Errani. E ancora: «Basta azioni unilaterali del governo». A interrompere la riunione era stato Letta, rinviando alla nuova scadenza del 4 settembre, con la promessa che a quel punto le regioni avranno tutte le risposte dai ministri interessati. Per Piero Marrazzo «di positivo c'è solo che il filo viene tenuto fino al 4 settembre».
Il tema su cui la polemica ha raggiunto il picco è stato, al solito, quello dei fondi Fas. «Pensiamo che i fondi non ci siano. A questo punto serve un'operazione verità smettendola una volta per tutte con l'utilizzo di questi fondi», ha detto Errani. «Viste le risorse nella programmazione 2009-2011 temiamo che ci sia un problema di cassa sostanziale e chiediamo chiarezza affinché qualcuno ci dica quanto c'è a disposizione nei Fas regionali e in quelli nazionali».
Il ministro degli affari regionali, Raffaele Fitto, uomo del dialogo tra esecutivo e governatori ha gettato acqua sul fuoco: «C'è l'impegno del governo a dare tutte le risposte il 4 settembre». E sui fondi Fas: C'è la possibilità di fare una verifica, ma essendo fondi destinati a investimenti, non c'è un problema immediato di cassa, quanto piuttosto la necessità di costruire un percorso condiviso».
