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Berlusconi sul caos liste
dà la colpa a radicali e giudici

di Nicoletta Cottone

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10 marzo 2010
Berlusconi accusa giudici e radicali per il caos liste (foto Reuters)

«Ci è stato impedito di presentare le liste, non vi è stata nessuna responsabilità riconducibile a nostri dirigenti». Così il premier Silvio Berlusconi ha aperto la conferenza stampa a Roma, dedicata alla vicenda delle liste per le regionali, che vede tuttora esclusa la lista Pdl nella provincia di Roma.

«Sono qui - ha aggiunto il capo del governo - per reagire all'assoluta disinformazione che è stata fatta sulla vicenda delle liste e per dare una ricostruzione fedele di quanto è accaduto». Berlusconi ha anche confermato che il Pdl scenderà in piazza a Roma il 20 marzo «per difendere il diritto al voto». Nel pomeriggio la replica di Pier Luigi Bersani: «Quella presentata stamattina Berlusconi «è una ricostruzione fantasiosa», ha detto il segretario del Pd. «Quello che doveva essere il governo del fare - ha aggiunto Bersani - è finito per essere il governo del fare confusione».

Minuto per minuto la versione del Pdl sul "caos liste". Berlusconi ha ripercorso così minuto per minuto la versione del Pdl sul "caos liste" nel Lazio. Un rappresentante di lista del Pdl, Giorgio Polesi, ha detto il premier si è messo in fila: «dopo le 12 un componente dell'ufficio della cancelleria si è limitato a chiedere chi doveva consegnare le liste. Il nostro rappresentante si è identificato ma nessuno ha verbalizzato nulla. Alle 12,30 l'altro nostro rappresentante che si era allontanato, fa ritorno per dare il cambio al collega».

L'atto di accusa contro i radicali. Poi parte l'atto di accusa verso i radicali. A questo punto, dice il Cavaliere, «dai radicali viene inscenata una gazzarra con l'accusa che fosse in corso un atto di manomissione delle liste». Berlusconi osserva che «questo è un fatto inesistente e impossibile» e torna ad accusare i radicali che «con violenza» hanno impedito che le acque si calmassero. «Si sono addirittura sdraiati a terra mentre Milioni e Polesi chiedevano l'intervento di un magistrato di ufficio. Il presidente dell'ufficio circoscrizionale anziché decidere di accogliere la lista ha deciso incredibilmente di escluderla».

Sorprendente la posizione del magistrato. Così è stato «impedito» ai rappresentanti delle liste del Pdl di consegnare le liste per il partito per la Provincia di Roma, in vista delle elezioni regionali del Lazio. «Milioni e Polesi - ha raccontato il premier - chiedevano l'intervento del magistrato ma con loro grande sorpresa, il dottor Diamanti, con l'aiuto di Anna Argento, decideva incredibilmente che erano esclusi, asserendo che si trovavano oltre una linea di un centimetro in questo grande salone». Anna Argento è presidente della prima sezione della Corte d'Assise e dell'ufficio circoscrizionale elettorale del Tribunale di Roma.

Privi di fondamento i rilievi del Tar sui tempi. I rilievi del Tar del Lazio, ha detto Berlusconi, «sono privi di pregio sull'inapplicabilità del decreto legge interpretativo», «privo di ogni fondamento il rilievo del Tar sui tempi intercorsi tra prelevamento dei documenti e arrivo in cancelleria». Il decreto salva liste, ha detto poi il Cavaliere è «di assoluta costituzionalità», si tratta di «un decreto solo interpretativo e di buon senso nei confronti di chi senza buon senso ha interpretato le disposizioni elettorali regionali». Sul decreto, ha detto poi il premier si terrà una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Gli avversari hanno un vantaggio indebito. «I nostri avversari partono con un vantaggio indebito, ma sono certo che anche con questa penalizzazione ingiustificabile e antidemocratica noi riusciremo a prevalere sui nostri avversari che avrebbero preferito correre da soli proprio come si usava in Unione Sovietica». E sul comportamento dell'opposizione: «La sinistra - ha detto - è stata antidemocratica e meschina».

Da cambiare le norme sulle liste. Le norme sulle liste «vanno cambiate», ha detto il premier. «Non ho pensato a una authority - ha detto - ma credo che le norme devono essere cambiate, lo hanno già fatto nove regioni». Quello su cui occorre riflettere, continua il premier, «è che le liste che vengono ammesse» abbiano «un effettivo seguito», e che «quelle che non ce l'hanno non meritino di essere inserite».

Vinceremo anche se il Pdl è stato penalizzato. «Se fosse impossibile presentare la lista del Pdl raddoppieremo i nostri sforzi per far prevalere il nostro programma di governo e concentreremo i voti per far vincere Renata Polverini. Daremo una lezione alla sinistra». Dobbiamo, ha detto il premier, «far prevalere le ragioni della politica, i cittadini sono stanchi delle polemiche delle carte bollate». «Vinceremo» le prossime elezioni regionali anche se il Pdl è stato «penalizzato».

Berlusconi contestato. Botta e risposta, con toni pesanti, fra il premier e un uomo che si è qualificato come giornalista free lance, che ha posto una serie di domande provocatorie. «Lei si sta rendendo volgare e ridicolo - ha detto il premier l'uomo chiedendo chiarimenti sull'Aquila - io capisco perché lei sia così arrabbiato. La mattina quando lei si pettina davanti allo specchio, si è già rovinato la giornata». L'uomo si rivelerà essere Rocco Carlomagno, attivista politico: è stato iscritto al Pd, é vicino al popolo viola e tra le sue vittime illustri annovera Marco Pannella. Fa parte, fra le altre, del coordinamento nazionale contro i siti di stoccaggio nucleare e del coordinamento "aiutiamo l'Abruzzo", compare spesso nei dibattiti politici per porre domande irriverenti e fuori dagli schemi. Il Pdl ha fatto poi sapere che l'uomo all'ingresso ha fugacemente esibito, contando sulla buona fede degli addetti alla reception, un tesserino tipo pass per il Senato, qualificandosi come ufficio stampa del Senato, circostanza risultata falsa.

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10 marzo 2010
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