RIMINI. Un congresso per ricucire dopo lo strappo sulla riforma del modello contrattuale e tornare a parlare al paese con una proposta organica per il rilancio dell'occupazione. Guglielmo Epifani, dal palco del XVI congresso in corso a Rimini, ha spronato la Cgil a uscire dall'angolo e sedersi al tavolo con Cisl, Uil e Confindustria. Ma nonostante i buoni propositi del segretrio generale, la platea di oltre mille delegati ha accolto con fischi Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

Al governo Epifani ha proposto un patto per il triennio su un piano straordinario che poggia su incentivi fiscali alla ricerca, l'allentamento del patto di stabilità per gli enti locali e la riapertura del turn over nella scuola e nella pubblica amministrazione per creare 400mila posti di lavoro. Una manovra di questa portata, con un terzo di nuova occupazione da creare nel Mezzogiorno, secondo il numero uno della Cgil abbasserebbe la percentuale di disoccupazione dal 10% (4 trimestre del 2010) al 7,5% del 2013. In cambio il sindacato è pronto ad armonizzare i rinnovi contrattuali da definire nel settore pubblico per evitare un aggravio dei costi.

Insieme al tema del lavoro, l'altra priorità sono i diritti: la Cgil conferma la mobilitazione che potrà portare anche a uno sciopero contro soluzioni (come le norme sull'arbitrato contenute nel collegato lavoro) considerate come una minaccia per i lavoratori. Ma la vera novità del congresso è rappresentata dalla volontà manifestata da Epifani a non avvitarsi su se stessi, a cercare di riprendere il dialogo con Cisl e Uil, ripartendo dai 40 contratti rinnovati unitariamente per oltre 3,5 milioni di lavoratori nell'ultimo anno.

Significativa da questo punto di vista la presenza di Emma Marcegaglia – è la prima volta di un presidente di Confindustria a un congresso Cgil – così come quella dei leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, oltrechè del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, insieme ai leader dei partiti dell'opposizione. Rivolgendosi a loro Epifani ha confermato che la Cgil intende lavorare per riconquistare un modello contrattuale condiviso che «unifichi seriamente i settori pubblici e privati», convinto che «un accordo quadro più leggero» sia la soluzione che in futuro darà uniformità a tutto il mondo del lavoro, per aderire alle trasformazioni del mercato.

Epifani ha rivolto l'invito a Cisl e Uil a «condividere un percorso che freni la completa lacerazione dei rapporti». Si può ripartire dalle regole per la democrazia sindacale, dal documento che i sindacati hanno già concordato, con l'avvertenza che per la Cgil «il sostegno della legge è l'unico modo per rendere esigibile un quadro di regole democratiche». Con la maggioranza schiacciante che ha avuto (82,9%) Epifani sarà riconfermato sabato dal direttivo del congresso fino alla scadenza del suo mandato di fine settembre. Con ogni probabilità toccherà poi a Susanna Camusso, prendere il timone della confederazione.

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