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Una spia vecchio stile per la leggenda del Mossad

di Roberto Bongiorni

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19 Febbraio 2010

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Onori e cronache. Ma comincia ad affiorare qualche punto nero. Il Mossad non funziona così bene, o non come dovrebbe, attaccano i più critici. Uno degli esempi? Il fallito attentato all'attuale leader di Hamas, Khaled Meshaal, ad Amman il 25 settembre 1997. Dieci agenti del Mossad con passaporti canadesi gli iniettarono una sostanza letale sul collo. Le autorità giordane arrestarono due spie del Mossad. Il prezzo da pagare per la loro liberazione fu alto: su richiesta di Re Hussein, Israele inviò l'antidoto e scarcerò lo sceicco Ahmed Yassin, il fondatore e leader spirituale di Hamas.

Qualche cosa non ha funzionato anche con Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah tuttora ricercato dal Mossad. Come è riuscito ad armare così tanto il sud del Libano, abbandonato dai soldati israeliani nel maggio del 2000? Nell'estate del 2006, sotto la pioggia di missili, gli israeliani si domandarono: dov'era il nostro controspionaggio quando Hezbollah scavava centinaia di gallerie, piazzava batterie di missili, costruiva fortificazioni? L'intelligence deve spianare la strada all'esercito, informarlo. Il dito venne puntato anche contro il direttore del Mossad, Efraim Halevi, reo, secondo i più critici, di aver investito troppo sulle tecnologie e sulle analisi, e troppo poco sulle risorse umane, vale a dire gli agenti segreti sul territorio.

Di ben altra tempra il suo successore: Meir Dagan, oggi 65 anni. Nominato nel 2002, da quando è al comando si è guadagnato una sfilza di epiteti: Falco, cacciatore di palestinesi, nemico dell'Iran. Nato in Russia sul pavimento di un'auto, Dagan ha dalla sua una serie di successi, ottenuti con la strategia degli omicidi mirati. Nel 2004, a Gaza, fu eliminato lo sceicco Yassin, leader spirituale di Hamas, con un razzo. Poi toccò al suo successore, Abdel Rantissi. Ma forse il merito va più ai servizi interni, lo Shin Bet, che al Mossad. Il colpo grosso messo a segno da Dagan avviene il 12 febbraio del 2008. Imad Mughniyeh, il numero due di Hezbollah nonché il suo comandante militare, viene fatto a pezzi da un'autobomba. Su di lui pendeva un taglia di cinque milioni di dollari. La lista dei suoi crimini era molto lunga. Come copione, da Israele nessuna conferma, nessuna smentita.

Ma non è tutto. Dagan, l'uomo ossessionato dalla minaccia iraniana, sa bene che l'arsenale della vicina Siria è cresciuto. Il raid aereo, nel 2007, contro un supposto reattore nucleare in Siria è opera anche del suo Mossad. E il bombardamento di un lungo convoglio, pare di armi, avvenuto in Sudan nel 2009 (almeno 40 vittime) suggerisce la stessa pista.

Anche l'omicidio del potente uomo di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, a Dubai il 20 gennaio, sembra opera del Mossad di Dagan. Ma, in questo caso, più di qualcosa non è andato per il verso giusto.

Mossad, da sessant'anni a difesa di Israele

19 Febbraio 2010
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