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Spy-story, tensione Israele-Ue
Dubai all'attacco: «Arrestate il numero uno del Mossad»

di Vittorio Da Rold

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21 febbraio 2010
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu Spy story del Mossad crea tensioni con la Ue

Il Mossad ha fatto centro, ma politicamente il suo successo nell'operazione a Dubai contro Hamas potrebbe rivelarsi un fiasco clamoroso e segnare forse la fine di un'epoca. La spy-story del Mossad a Dubai con le innumerevoli foto segnaletiche del commando e i video dell'albergo ad immortalarne le imprese sta creando sempre più problemi diplomatici con i paesi della Ue che irritati dalla vicenda dei passaporti falsificati (tutti europei e forse addirittura diplomatici) ha aumentato le pressioni, sostenute da Francia (con il ministro degli esteri Kouchner poi frenato dal premier Fillion) e Spagna (presidente di turno dell'Unione) in primis, per la creazione di un nuovo stato palestinese entro 18 mesi indipendentemente dalla trattative di pace.

Un brutto colpo per Israele e la sua politica di buoni rapporti con i partner europei. Soprattutto ora che il capo della polizia di Dubai Dahi Khalfan ha chiesto all'Interpol di emettere un mandato di cattura del capo del Mossad Meir Dagan. Non solo. Abu Dhabi ha convocato gli ambasciatori Ue per protestare per l'uso dei passaporti Ue (che non necessitano di visto, finora e con il sospetto che fossero diplomatici) da parte del commando del Mossad. Il sottosegretario agli Esteri degli Emirati arabi uniti, Anouar Gargueche, ha convocato, secondo quanto riferito dall'agenzia ufficiale Wam, gli ambasciatori dei paesi dell'Unione europea per comunicare loro la «profonda inquietudine» per l'uso di passaporti europei che è stato fatto da parte del commando che il 19 gennaio scorso ha ucciso a Dubai un capo di Hamas.

Ma facciamo un passo indietro per ricostruire la complessa ed articolata operazione dei servizi segreti. «Il popolo di Israele conta su di voi. Buona fortuna». Ai primi di gennaio di quest'anno, nel quartier generale del Mossad, Benjamin Netanyahu congedò così i componenti del commando che alla fine dello stesso mese avrebbe eliminato fisicamente Mahmoud al- Mabhouh, il capo di Hamas ucciso nella sua camera d'albergo a Dubai.

Nell'edificio che sorge nella parte nord di Tel Aviv il premier israeliano, racconta il Sunday Times, diede il via libera politico al capo del Mossad, Meir Dagan, per un'operazione preparata da tempo fin nei minimi dettagli, riuscita in pieno secondo lo stile Mossad delle "missioni" all'estero, ma che rischia di ritorcersi contro il governo dello stesso Netanyahu, impegnato adesso a fronteggiare la forte irritazione europea per la falsificazione di numerosi passaporti, utili all'operazione, e l'accelerazione data alla nascita di uno Stato Palestinese, che Francia e Spagna vorrebbero reale in diciotto mesi, negoziati o meno.

Le modalità della falsificazione di numerosi passaporti, intanto: britannici, irlandesi, tedeschi e francesi. Sei di questi, quelli britannici, sarebbero stati copiati in tutta segretezza all'aeroporto Ben Gurion, a Tel Aviv. I britannici ne sono convinti e ne chiederanno conto agli israeliani. «Pensiamo», ha detto al Sunday Mirror un diplomatico di alto livello, «che innocenti cittadini britannici siano stati privati del loro passaporto e che questo sia stato poi copiato». David Miliband e Micheal Martin, rispettivamente capi delle diplomazie britannica e irlandese, chiederanno spiegazioni al ministro degli Esteri israeliano, il "falco" Avigdor Lieberman, lunedì, a margine dell'incontro dei ministri degli Esteri dell'Unione Europea. È un mistero su come possa loro rispondere Israele, visto che da Gerusalemme sono finora sono arrivate solo smentite sul ruolo del Mossad in tutta la vicenda. Ciononostante, gli irlandesi insistono: «»Siamo profondamente preoccupati«, ha detto Martin all'Irish Times, «la nostra richiesta di un chiarimento è molto seria».

Israele invece minimizza la tempesta diplomatica. L'ex ministro della Difesa israeliano, attuale ministro dell'Industria e commercio, Benyamin Ben Eliezer, ha affermato domenica che per le operazioni del Mossad è necessario l'assenso preliminare del primo ministro.

Il Mossad, come lo Shin-Bet (il servizio di sicurezza interna), rispondono direttamente al primo ministro. Perciò, secondo Ben Eliezer «tutto dipende dal premier, che non è tenuto a riferire al governo quando il capo del Mossad riceve l'autorizzazione a agire. Egli può, se lo vuole, informare il ministro della Difesa».

Ben Eliezer, che si è così espresso alla radio delle forze armate, ha evitato di rispondere a domande se l'uccisione il mese scorso nel Dubai di un alto ufficiale di Hamas, Mahmud al-Mabhouh, sia stata opera del Mossad. «Non so se siamo stati noi - ha detto - ma per me l'importante è il risultato». Secondo Ben Eliezer le ripercussioni internazionali della vicenda, nella quale il Mossad è il pressoché unico indiziato dell'uccisione, sono passeggere, e «tra sei mesi non se ne parlerà più».

Il capo della polizia di Dubai, Dhafi Khalfani, si è detto «certo al 99%, per non dire al 100%, che il Mossad sia responsabile dell'assassinio» di Mabhouh. Il Mossad dovrà a questo punto rivedere la strategia delle sue operazioni all'estero.

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21 febbraio 2010
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