Per le imprese saranno permessi anche gli ampliamenti degli immobili a destinazione produttiva
Utimi ritocchi per il piano casa della Regione Lombardia. Secondo le prime stime, rese note dall'assessore al Territorio, Davide Boni, le azioni di rilancio del settore edile dovrebbero movimentare sul territorio una cifra pari a 7 miliardi di euro. Il testo, come precisato dal Governatore, Roberto Formigoni, "verrà approvato dalla Giunta mercoledì prossimo" frenando le fughe in avanti di alcuni componenti della maggioranza.
Si tratta di un piano casa, ha spiegato Formigoni, "innovativo. E proprio da questo progetto di legge ci aspettiamo un rilancio del settore edilizio, quindi misure contro la crisi economica perché ci saranno migliaia di posti di lavoro in più, la possibilità per i cittadini di ampliare la propria residenza mono e bifamiliare e quella di abbattere alcuni edifici vecchi e brutti per sostituirli con nuovi". I lavori procedono a tappe forzate, e l'obiettivo è quello di chiudere, come sottoscritto nell'accordo Stato-Regioni, entro giugno.
Il provvedimento lombardo prevede la facoltà di intervento sul patrimonio edilizio esistente non solo nell'ambito residenziale privato ma anche in quello pubblico, oltre che sugli edifici a destinazione produttiva, i capannoni. Gli interventi non potranno essere attuati nelle aree soggette a vincolo di inedificabilità in base alle disposizioni di legge o di pianificazione territoriale ed urbanistica; non si applicheranno inoltre con riferimento a edifici e relativi ambiti di particolare rilievo storico, architettonico e paesaggistico vincolati e con riferimento agli edifici realizzati in assenza di titolo abilitativo, anche condonati. L'ampliamento volumettrico degli edifici uni-bifamiliari non potrà essere di misura superiore al 20% della volumetria, che comunque non dovrà superare i 300 metri cubi per ogni unità immobiliare. Un incremento speciale, e cioè fino al 30%, nel caso di demolizione e ricostruzione, è consentito subordinatamente alla diminuzione certificata del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale del nuovo edificio superiore al 30% rispetto ai requisiti di risparmio energetico previsti dai provvedimenti regionali.