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Scudo ultimo giorno si studia la proroga

di Isabella Bufacchi

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15 Dicembre 2009

Lo scudo fiscale ter non si è ancora chiuso e gli intermediari puntano già sullo scudo quater. Una nuova operazione di emersione di capitali esportati illegalmente, una sorta di riapertura della finestra che si chiude oggi, servirebbe ad assorbire quel 20-30% di potenziali "scudanti" – numerosi anche se con partite non grandissime – rimasti tagliati fuori. Tra questi i soliti ritardatari e indecisi, ma anche molti evasori che avrebbero voluto semplicemente regolarizzare le proprie posizioni, come i pensionati con stock option rimaste a metà del guado o persone fisiche che hanno effettuato trasferimenti all'estero oltre i 50mila euro e sono stati intercettati dal fisco.
Lo scudo ter passerà alla storia per i rimpatri, fisici e giuridici, provenienti prevalentemente dalla Svizzera (si veda anche il servizio pubblicato sotto). Come anche per le dimensioni che saranno senza precedenti, da record, ben oltre le stime più ottimistiche che superano abbondantemente i 73 miliardi dei primi due scudi messi assieme: persino i 100 miliardi prospettati da fonti della maggioranza bene informate la scorsa settimana ieri parevano già lontani, lievitati a 110 secondo fonti parlamentari se non addirittura a quota 114 miliardi, equivalenti a 2 miliardi di extragettito rispetto ai 3,7 registrati in Finanziaria.
Il successo dello scudo ter è stato dato per scontato fin dalle prime battute da banche, commercialisti e avvocati: la tenaglia con l'inasprimento della lotta ai paradisi fiscali all'estero, da un lato, e il rafforzamento del contrasto all'evasione fiscale in Italia, dall'altro lato, ha funzionato. In aggiunta, la peggiore crisi economico-finanziaria dal dopoguerra ha reso il rientro di capitali una necessità per molti imprenditori alle prese con la stretta sul credito. Con queste premesse, lo scudo non poteva che essere vincente.
Eppure, qualcosa non ha funzionato alla perfezione: «negli ultimi quindici giorni dello scudo si sono concentrate due circostanze - ha commentato Daniele Piccolo, vice direttore generale di Albertini Syz - la naturale tendenza degli italiani a fare le cose all'ultimo ed il sovrapporsi di circolari dell'agenzia delle entrate che, andando ben oltre al semplice chiarimento, hanno di fatto modificato ed ampliato alcuni passaggi». Un tour de force, domeniche e festivi compresi: alla fine, molti aspiranti scudanti sono stati respinti. «Abbiamo fatto di tutto per trovare una fiduciaria disponibile a un rimpatrio giuridico ma non ci siamo riusciti», si è sfogato un avvocato. «Questo fine settimana c'erano centinaia di conti ancora da aprire», ha confessato un commercialista.
Per Simone Viligiardi, partner di STS Deloitte, la mole delle richieste di scudo è stata talmente elevata da costringere gli intermediari a fare una scelta: in molti casi le regolarizzazioni sono rimaste indietro. «Le banche hanno dovuto rispettare numerosi passaggi tecnici obbligati, che richiedono tempo ma che non possono essere aggirati – ha spiegato –. Un'elevata percentuale di rimpatri dovrà essere chiusa nel corso del 2010: ma il ricorso alle "cause ostative" non è stato semplice, abbiamo dovuto stimare le somme che saranno rimpatriate fisicamente l'anno prossimo con molta accuratezza, con un'approssimazione minima e per eccesso, perché non si potrà integrare l'aliquota».
Banche e gestoriconcordano nel ritenere che il 50% dei capitali scudati o scudabili rientra nella categoria dei ritardatari: quelli che faranno appello alle "cause ostative", versando l'aliquota entro oggi e rimpatriando entro il 31 dicembre 2010, e quelli che aspetteranno la riapertura. Stando agli addetti ai lavori, e tenuto conto che l'80% dello scudo ter viene registrato dalla Svizzera, il 70-60 % dei capitali emersi è previsto nella forma dei rimpatri fisici con il rimanente 30-40% ripartito tra rimpatri giuridici (che sono molto costosi e alla fine hanno scoraggiato molti scudanti) e le regolarizzazioni (che sono rimaste indietro). Lo scudo quater veniva dato ieri per certo dal mercato, con scadenza 15 aprile 2010 e aliquota al 6-7%: prevale infatti la bocciatura della proroga come semplice estensione dello scudo ter perché «i termini devono cambiare con un'aliquota più elevata per i ritardatari e senza lasciare alcuna possibilità di sommare lo scudo tre allo scudo quattro», ha sentenziato una banca.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

15 Dicembre 2009
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