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Musica online non protetta: consumatori e produttori contro Jobs

di Gianluigi Torchiani

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10 febbraio 2007

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Il recente invito di Steve Jobs all’abbandono della contestata tecnologia Drm non ha riscosso il successo che il patron della Apple probabilmente si attendeva: a sorpresa, le associazioni dei discografici e dei consumatori si ritrovano unite, anche se per opposti motivi, nel criticare la presa di posizione del numero uno della compagnia di Cupertino. John Kennedy, portavoce dell’Ifpi, l’associazione mondiale dei produttori musicali, ha commentato in maniera piuttosto critica le dichiarazioni di Jobs. Secondo Kennedy, è sì auspicabile arrivare all’interoperabilità tra i diversi player come suggerito dal capo della Apple, ma non si può comunque pensare di fare a meno del Drm.Se così fosse - è intervenuto a gamba tesa il portavoce dei discografici - Jobs dovrebbe sostenere anche la necessità di mettere in open source i software della Apple e lasciare senza protezione Drm i film Disney e Pixar (aziende dove il Ceo di Apple ha degli incarichi). Le major musicali, insomma, sono anche pronte a discutere sul futuro dell’industria musicale, ma siccome «non si può buttare via il bambino (cioè il Drm) con l’acqua sporca», Jobs farebbe meglio a rinunciare alle sue stravaganti idee.
Ma anche i consumatori non sono teneri con il capo carismatico della “Mela bacata”: Torgeir Waterhouse, leader dell’associazione norvegese che ha vinto il primo appello di una causa che potrebbe portare all’oscuramento di iTunes, ha declinato l’invito di Jobs a fare pressioni direttamente sui produttori. «Credo che Jobs abbia cercato con quella lettera di scaricare il più possibile la patata bollente», ha sentenziato Waterhouse, secondo cui, nonostante sia positivo che anche la Apple voglia fare a meno del Drm, iTunes rimane responsabile da un punto di vista legale dell’ingiusto trattamento a cui sono sottoposti i consumatori. Il procedimento in Norvegia contro Fair Play, insomma, andrà avanti, e una nuova petizione sulla questione è stata presentata anche in Italia dal gruppo Altroconsumo.

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