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Risparmio energetico: Google e Intel scommettono sui computer «verdi»

di Gianluigi Torchiani

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13 giugno 2007

I consumi energetici dell'Information Technology sono cresciuti in maniera esponenziale nell'ultimo decennio e, ultimamente, le grandi società del settore stanno cercando di correre ai ripari, anche per poter vantare presso il pubblico un approccio "verde". L'ultima iniziativa di questo genere vede scendere in campo due colossi del calibro di Intel e Google, con l'appoggio esplicito di nomi come Lenovo, Microsoft, Ibm, Sun microsystems, in collaborazione con il Wwf.

Le due società hanno costituito un consorzio, chiamato Climate Savers Computing Iniziative, che punta non solo a coinvolgere il mondo delle imprese, ma anche a sensibilizzare i singoli utenti. Secondo Climate Savers, attualmente i computer da tavolo sprecano metà dell'energia che utilizzano, mentre i server ne dilapidano almeno il 30-40%. I costi di questo sperpero non sono ovviamente solo economici ma anche ambientali: l'obiettivo di Climate Savers è perciò di aumentare l'efficienza energetica della tecnologia informatica per limitare le emissioni gassose.

Il consorzio punta a costruire entro il 2010 dei Pc del 90% più efficienti rispetto ad oggi, in grado cioè di ridurre la produzione di CO2 di circa 54 milioni di tonnellate l'anno, equivalenti all'inquinamento prodotto in un anno da 11 milioni di automobili. Tradotto in termini economici, circa 5,5 miliardi di dollari l'anno di risparmio energetico.

In un primo momento, però, la strada dell'efficienza avrà un suo costo: Patrick Gelsinger, senior vicepresident di Intel, ha calcolato che le nuove tecnologie "ambientalmente corrette" faranno aumentare il prezzo dei computer in media di 20 dollari (30 dollari il sovrapprezzo per i server), ma i risparmi sui consumi energetici dovrebbero permettere al consumatore di ammortizzare la maggior spesa in uno-due anni.

Il programma Climate Savers non è però rivolto solo al mondo degli affari: l'obiettivo è di promuovere delle campagne per educare i comuni utenti a tenere sotto controllo le proprie spese energetiche, così da arrivare a una riduzione del 50% dei consumi casalinghi entro il 2010.

Insomma, i grandi nomi dell'hi-tech, sposano la causa dell'ambiente, in linea con la domanda proveniente dall'opinione pubblica: in un recente sondaggio, l'80% dei consumatori americani ha dichiarato di considerare importante acquistare prodotti realizzati da compagnie impegnate sul fronte ambientale.

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