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Garmin si ritira dalla corsa per TeleAtlas. Strada libera per TomTom

di Mario Cianflone

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17 novembre 2007


Garmin si ritira dalla corsa per TeleAtlas. TomTom si trova così la strada spianata per acquisire uno dei due grandi produttori (l'altro è Navteq ora in orbita Nokia) di mappe digitali, ovvero la materia prima per i navigatori satellitari e i servizi georeferenziati basati sulla localizzazione.
Sulle mappe digitali si sta conducendo battaglia tra i giganti a suon offerte e contro-offerte miliardarie. TomTom settimana scorsa era tornata all'attacco rilanciando l'offerta per Tele Atlas a 2,9 miliardi di euro, rialzando dunque la posta, per rispondere all'americana Garmin che , a sua volta, aveva lanciato una sfida cruciale alla olandese, leader nei Pnd, offrendo 3,3 miliardi di dollari per rilevare Tele Atlas.

Il leader mondiale nei sistemi di navigazione è disposto a mettere sul piatto 30 dollari ad azione, rispetto ai 21,25 dell'offerta precedente che era stata superata da Garmin. Il rivale aveva alzato la posta con un'offerta ostile da 24,50 dollari ad azione che valutava il produttore di mappe per 2,3 miliardi di euro.
L'offerta di Garmin era più alta del 15% rispetto a quella fatta da TomTom all'inizio dell'estate e pari a 1,8 miliardi di euro. Ma è comunque una somma ben più bassa di quella che Nokia ha deciso di spendere per acquisire Navteq: ben 8,1 miliardi di dollari.
Garmin aveva dato tempo cinque giorni a TomTom per eguagliare l'offerta di Garmin. E la olandese ha deciso di fare dunque una controfferta sostanziosa, tal da spiazzare la Casa americana.
Tra due protagonisti dei sistemi di navigazione portatili, i cosiddetti Pnd (Personal navigation device) è stata condotta, dunque in corso una partita al rilancio per conquistare TeleAtlas e in ballo non vi era solo la il ricco mercato ed effervescente dei navigatori Gps, ma l'evoluzione stessa del settore: la fusione con la telefonia mobile. Ora TeleAtlas sembra una preda vicina per TomTom
E che le mappe siano strategiche è confermato anche dal fatto che Nokia ha puntato su Navteq sfidando TomTom, la quale con la mossa verso TeleAltas mira a evolvere e diventare un fornitore di software e servizi a largo spettro, dedito a offrire tecnologia di base ad altri produttori di soluzioni Gps.
Nokia, a sua volta, aveva già sforato nel core business di TomTom lanciando in primavera il primo telefonino con navigatore realmente integrato: una minaccia competitiva seria al business della blue chip della Borsa di Amsterdam e degli altri produttori di Pnd (Personal navigation device) quali Garmin, Navigon o Mio.

Cellulari vs pnd

La telefonia mobile e la navigazione Gps sono dunque in rotta di collisione e, alla luce di questo, il controllo dei fornitori di mappe digitali diventa strategico. E Nokia evidentemente vuole giocare un ruolo forte, visto che sborserà 8,1 miliardi di dollari per il 100% dell'azienda, ossia 78 dollari per azione. Consolida così il business nascente dei navigatori che Nokia copre con telefonini abilitati al Gps, navigatori stand alone e software specifico originante dall'acquisizione di Gate5 che produce il programma Smart2Go destinato a numerosi Pnd, cioè i Personal navigation device
Nokia finanzierà l'operazione in parte con la cassa e in parte con debito: per Olli-Pekka Kallasvuo, il numero uno dell'azienda di telefonini, l'acquisizione segna un ulteriore passo verso la trasformazione di Nokia verso un'azienda di servizi da produttore di hardware, dove la forte concorrenza dei costruttori asiatici mette sotto pressione i margini ed erode quote di mercato. Finora Nokia aveva perfezionato soltanto piccole acquisizioni nel settore delle suonerie e dei giochi per telefonini, mentre Navteq, fondata nel 1985, è un'azienda molto più strutturata: tra i suoi clienti, alcuni big dell'automotive come Ford e Volkswagen.

Il boom mercato dei navigatori
Una crescita esplosiva in volumi, un considerevole abbassamento trimestre dopo trimestre dei prezzi e una battaglia condotta a suo di miliardi di euro per il controllo dei due produttori di mappe digitali. Ovvero la materia prima per i navigatori satellitari. Ecco in trend in atto nel mercato dei navigatori Gps portatili, che a livello mondiale conterà. Entro la fine dell'anno, qualcosa come oltre 23 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo, per un valore di circa 6 miliardi di dollari, con una crescita di oltre il 60% rispetto al 2006. Un settore in forte crescita e dalle grandi prospettive considerando le dimensioni del parco auto mondiale, usato compreso. E che il navigatore è ancora l'oggetto hi-tech del momento (chiamarlo gadget stante la sua utilità concreta sarebbe ingiusto) è testimoniato anche dai dati Gfk Andec in base ai quali nel perdio luglio-agosto 2007 sono stati venduti, in italia 222.607 mila Pnd – Personal navigation device contro soli 1.607 navigatori fissi da auto. Sono dati che indicato un raddoppio dei volumi poiché nel corrispondente bimestre dell'anno precedente, sono stati venduti 104.070 esemplari di Pnd e 2.7009 apparati fissi da plancia,, tipologia che appare oramai in netto declino.
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