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Abs, il freno che pensa compie 30 anni

di Mario Cianflone

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24 Gennaio 2008

L'anti-bloccaggio è ormai di serie su tutte le auto, ora la sfida è l'adozione generalizza del sistema anti sbandata che potrebbe salvare 4.000 vite ogni anno

Una rivoluzione vera, di quelle epocali, ma arrivata in sordina senza clamore e, per di più, partita dall'alto: dalle aristocratiche e blasonate berlinone tedesche per principi e capitani d'industria. Ma che ha salvato migliaia di vite umane, evitato ferite e menomazioni e anche semplici danni materiali. La rivoluzione è nascosta in una parola di tre lettere: Abs, alias Antiblockiersystem in ossequio alla germanicità della casa, la Bosch, che lo ha inventato 30 anni fa.
Già, era il 1978 quando la Mercedes Classe S e poco dopo la rivale Bmw Serie 7 iniziarono a essere equipaggiate con una magia elettronica: un sistema che impediva alle ruote di bloccarsi in caso di frenata. E con le ruote bloccate, ferme, che stridono sull'asfalto, non si va nessuna parte. Il guidatore è impotente. Inutile agire sullo sterzo: l'auto è un proiettile e lo schianto è quasi invitabile. Sono passati tre decenni e ora nessuna macchina venduta in Europa è priva del "freno che pensa". Questa magia dell'elettroidraulica, gestita da un cervello di software e silicio, è progredita anno dopo anno, dalle prime costosissime versioni – che pesavano sei chili, zeppe di una decina di chip e una miriade di componenti elettronici, avevano scarsa potenza di calcolo, alle moderne, piccola, compatte, leggere ed economiche centraline modulari di ultima generazione.
Il percorso evolutivo ha seguito il trend tradizionale della microelettronica e si è democratizzato: la sicurezza deve essere per tutti e così dalle top car si è passati a quelle di classe superiore, poi alle medie e infine alle utilitarie. Per arrivare all'adozione generalizzata e ora nessuna macchina rimane più a ruote inchiodate sull'asfalto e priva di controllo. Incalcolabile – ma enorme – il risparmio in vite umane e in spese sanitarie risparmiate per gli urti evitati.
Ma la battaglia tecnologica per la sicurezza non è finita: L'Abs ha, dal 1995, un successore, si chiama Esp, cioè sistema elettronico di stabilità: impedisce alla vettura di sbandare, corregge il sottosterzo o il sovrasterzo, due situazioni nelle quali la vettura non segue la traiettoria voluta. Il sistema anti sbandamento origina dall'Abs, e ne integra le funzionalità, oltre che a quelle di controllo della trazione. Il cervello digitale è capace di comprendere quando un veicolo inizia a sbandare e lo contrasta subito, istantaneamente: il guidatore non se ne accorge e vede solo la spia lampeggiare sul cruscotto, come monito per moderare andatura e adattare lo stile di guida al fondo stradale. Il sistema si avvale di sensori come quello che individua l'angolo dello sterzo e quelli che misurano il movimento rotatorio del veicolo intorno al proprio asse verticale e la sua accelerazione laterale. Se i valori non sono corretti, e tali da innescare una sbandata, il sistema reagisce tagliando anche l'erogazione di potenza del motore per ripristinare la stabilità della vettura. Se ciò non fosse sufficiente, interviene anche frenando in modo differenziato le singole ruote. Si determina, così, un momento di rotazione opposta alla rotazione generata dalla sbandata in modo tale chela vettura viene ri-bilanciata e riportata nella corretta posizione di marcia. Ovviamente nei limiti della fisica. I miracoli non si possono fare.
Il sistema Esp è un vero salvavita e ogni macchina dovrebbe essene dotata. Si calcola che il circa il 40% di tutti gli incidenti stradali mortali è causato da una sbandata che ha reso ingovernabile la vettura, proiettandola contro ostacoli o contro altre auto. Se questo dispositivo fosse istallato di serie, su tutte le vetture si potrebbero evitare poco meno di 4mila morti e 100mila feriti ogni anno. Mentre sulle strade americane potrebbe evitare 10mila morti.
La tecnologia può quindi contribuire in modo determinate a salvare vite umane e, ogni anno, sulle strade della sola Unione Europea, muoiono oltre 50mila persone. Ma non solo. Si stima che i danni alle persone e alle cose sono quantificabili in 26 miliardi di euro all'anno: il valore di una manovra finanziaria. C'è, dunque, più di un motivo per acquistare e utilizzare solo vetture equipaggiante con questo. Nella prima metà del 2007, è stato montato sul 47% di tutte le auto di nuova immatricolazione in Europa. È di serie, quasi sempre, su vetture medie, mentre purtroppo su alcune city-car non è neppure disponibile come opzione. Il caso riguarda vetturette popolari e diffuse come la Toyota Aygo o le versioni base Fiat Panda o la Renault Twingo. Eppure il sistema costa poco, da 200 a 600 euro circa, a seconda del modello, ma è un investimento ormai imprescindibile.

Correva l'anno 1978...
- L'Abs, il sistema antibloccaggio dei freni, ideato dalla Bosch, debuttò per la prima volta su un'autovettura di normale produzione nel 1978: era una prestigiosa Mercedes Classe S (nella foto), poi toccò alla Bmw Serie 7 e lentamente il «freno pensante» iniziò a diffondersi fino a diventare di serie a partire dal 2004 nelle auto vendute nell'Unione europea per volontà delle case costruttrici. Il sistema trova origine concettuale in un brevetto del 1936 che altro non era che rudimentale meccanismo. Nel 1970, grazie alla microelettronica, Bosch invece sviluppa il primo prototipo che però ancora non garantiva la piena affidabilità.

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