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Google Chrome: il Web cambierà faccia?

di Gianni Rusconi

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3 settembre 2008

Il debutto di Chrome è avvenuto, la versione beta del "G-browser" per Windows – quella per computer Mac e Linux arriverà nei prossimi mesi – è disponibile per il download in 100 Paesi e oltre 40 lingue e c'è già qualcuno che ipotizza quanti saranno coloro che lo scaricheranno sul proprio pc nei prossimi giorni. Una corsa alla novità tecnologica, nel giorno del suo rilascio, che sta diventando sempre più frequente, da Windows Vista all'iPhone per arrivare a Firefox. Già, Firefox. Il browser open source di Mozilla è il protagonista ombra dell'ennesimo exploit della società californiana: prima di Chrome era suo il software che poteva dare fastidio a Microsoft e al suo Internet Explorer, che trovava il consenso di quegli utenti in cerca di qualcosa di più "pratico" e con meno fronzoli per navigare in Rete. Con l'avvento di Chrome, la cui missione è in sostanza quella di combinare una semplice interfaccia utente con una sofisticata tecnologia, cambiano le carte in tavola non solo nell'ambito della guerra dei browser ma sull'intero scacchiere del Web. Perché a "inventarsi" Chrome è Google, e Google è la società che ha in mano il pallino dei motori di ricerca e che ha nel suo arco servizi e strumenti Web (dalle mappe alla pubblicità on line) come nessun altra compagnia al mondo.
Quando Sundar Pichai, Vice President Product Management di Google, spiegava ieri la genesi e soprattutto le finalità del nuovo browser forse in molti devono aver pensato ai tempi in cui sui desktop di milioni di utenti appariva più frequentemente l'iconcina di Netscape Navigator anziché quella di Internet Explorer. Eravamo nella prima metà degli anni '90, agli albori del Web. Oggi, poco più di 10 anni dopo, è cambiato il modo in cui si intende e utilizza il Web. E Google ha fatto proprio questo principio con famelica autorità. Chrome è stato creato per il Web di oggi e per le applicazioni di domani, per semplificare la ricerca di informazioni e contenuti e la navigazione on line, per portare rapidamente gli utenti dove vogliono andare, per consentire loro di collaborare con amici e colleghi attraverso l'e-mail e altre applicazioni dinamiche e di fruire di video, musica e molto altro. Chrome non è un semplice software per consultare le pagine Web ma una vera e propria piattaforma, una sorta di sistema operativo aperto alla comunità open source (che Google ha ribadito essere una componente fondamentale di questo progetto) e finalizzato alle attività di comunicazione e intrattenimento del Web 2.0. Il salto in avanti è evidente, si tratta ora di capire se le novità che il nuovo browser porta in dote si riveleranno utili e in grado di migliorare la navigazione degli utenti comuni. Se aprirà in effetti nuovi orizzonti per gli sviluppatori. Se esorterà Microsoft a cambierà in corsa i piani del suo prossimo Explorer. In Mozilla, che ricordiamo essere un partner strategico per Google – Mountain View è main sponsor delle attività di sviluppo e in cambio è il motore di ricerca di default di Firefox - hanno accolto Chrome con filosofia. Il Ceo John Lilly ne ha parlato come un qualcosa di "inevitabile", considerato il fatto che il business di Google è al 100% Web oriented. Lo stesso Lilly si dice però confidente che porterà nuovi stimoli competitivi sul mercato senza compromettere le finalità dei progetti open source che fanno capo a Mozilla Foundation. Google, in altre parole, vuole massimizzare la sua presenza come operatore a tutto tondo del Web e per farlo doveva farsi in casa anche il browser, sebbene finanzi un prodotto (Firefox) che non può non essere considerato il primo diretto concorrente di Chrome. Ma in Mozilla si possono consolare, almeno fino al 2011, con le decine di milioni di dollari che arrivano nelle sue casse via Google e con le commissioni legate alle attività di search effettuate all'interno del suo browser sull'engine della società californiana.

Microsoft, il sistema operativo e la guerra nei browser
Come hanno invece preso a Redmond l'annuncio di Chrome? Dean Hachamovitch, General Manager di Internet Explorer, l'ha messa in questi termini: il panorama dei browser è altamente competitivo ma le persone che utilizzeranno Internet Explorer 8 sappiano che avranno a disposizione servizi su misura con un semplice click e uno strumento che li metterà nelle condizioni di controllare i loro dati personali on line e di scegliere le modalità di navigazione come nessun altra tecnologia di browsing al mondo. In Microsoft vedono quindi la mossa di Google come un attacco al proprio dominio – nei browser e nondimeno nei sistemi operativi – ma sono anche convinti di essere in una botte di ferro sotto il profilo tecnologico. Il punto però è un altro: la fortuna di Explorer è legata a filo doppio a Windows – il browser è una componente dell'Os - mentre Chrome si fa portabandiera di una nuova generazione di piattaforme Web, che prevedono la navigazione nella Rete come una delle tante applicazioni a portata di mano dell'utente, al pari della posta elettronica, dei player multimediali, dei programmi di scrittura e di molto altro. Sia dal computer (desktop o portatile) che dal cellulare, quando l'ecosistema Android sarà pronto. Ed è in particolare quest'ultima possibilità che probabilmente farà venire qualche forte mal di testa aggiuntivo ai vertici di Microsoft, che già devono fare i conti con il browser Safari dell'iPhone (oltre che con la svolta open source operata da Nokia con la nuova Symbian).
  CONTINUA ...»

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