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Sony PspGo, ecco come è fatta la nuova console portatile

di Luca Tremolada

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01 ottobre 2009

La prima impressione è quella che conta, quasi sempre. La PspGo sembra un iPod touch senza schermo sensibile ma con i tasti. Anche i 15 "Minis" disponibili al lancio ricordano molto come tipologia di gioco quelli presenti sui dispositivi Apple. Ma, come spesso accade, le apparenze ingannano. Nata come "mini-me" della Playstation 3, un clone più piccolo della versione da salotto, la Psp ha sempre scontato il limite di dover a tutti i costi tradurre in mobilità l'esperienza di gioco della Ps3. Sotto questo aspetto niente da dire, ma a parte qualche titolo per intenditori (vedi Patapon) nessuno si è speso più di tanto per inventare giochi originali. Da qui forse il motivo di una svolta più casual che strizza l'occhio anche a giocatori meno esperti. E dire che sotto il cofano la PspGo ha tutto: bluetooth, Wifi, un software di gestione di foto, video e musica ricalcato sul modello Ps3 e una serie di feature che ne rivelano la vocazione alla connettività (Rss, Skype, radio online). Del resto, sostituire l'Umd con una memoria flash da 16 Giga (si legga l'articolo in alto) ha costretto i tecnici Sony a rendere la PspGo internet-dipendente (via pc, via Ps3 e via wifi). Peccato non aver studiato in anticipo un modo semplice e veloce per convertire i games in Umd in formato digitale. E infatti le proteste in rete non si sono fatte attendere. Ma le maggiori soddisfazioni arrivano dal design. Più leggera e più piccola (quasi la metà) rispetto alla vecchiaPsp-3000 (che continuerà a restare sul mercato) la PspGo ricorda più uno smartphone che una console portatile. Anche le forme e la gestione di musica, video e foto sembrano adatte a un pubblico adolescente o tardo adolescente non interessato solo al gaming. Del resto su questa fascia di utenti si stanno concentrando non solo gli sforzi della Nintendo con la Dsi ma anche della Apple. All'ultimo "summit" Jobs ha dimostrato di voler puntare e anche tanto sulla natura videoludica dell'iPodTouch. I 21mila giochi disponibili nell'Apple Store fanno impallidire come potenza di fuoco l'offerta di Nintendo e Sony. Ma i game non si giudicano dal peso. Per i puristi del gaming, senza bottoni e manopole è complicato giocare "in mobilità". E per quanto innovativa possa essere l'esperienza di gioco, a meno di possedere dita prive di sudorazione lo schermo di un iPhone o iPodTouch dopo un quarto d'ora è un incubo. La caccia all'utente casual è aperta. Con o senza bottoni.

Luca Tremolada

01 ottobre 2009
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