CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

La Rete alla prova della rivoluzione

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
15 gennaio 2010

La verità e la libertà: dialogo tra lo storico Garton Ash e Williams, creatore di Twitter

Lo scorso anno si è celebrato il ventesimo anniversario delle rivoluzioni che nell'Europa dell'Est fecero piazza pulita dei governi comunisti. Il 2009 è stato anche l'anno in cui centinaia di migliaia di iraniani sono scesi in strada per manifestare contro un'elezione presidenziale molto contestabile. La grande differenza tra queste due forme di protesta è stata il modo col quale sono circolati articoli e immagini. Nel 1989 le notizie viaggiarono per telefono, fax, telefax e radio a onde corte; nel 2009 informazioni e immagini sono arrivate in tempo reale, via cellulare e Internet. Discutiamo di questi sviluppi con Timothy Garton Ash, professore di Storia a Oxford, che ha assistito di persona a molte rivoluzioni del 1989 - il suo libro The Magic Lantern è considerato il miglior resoconto degli avvenimenti di quel periodo - ed Evan Williams, il creatore di Blogger e Twitter, del quale è presidente. Twitter, un servizio di social network che limita i messaggi a 140 caratteri, è stato molto usato durante le proteste in Iran.

Le nuove forme di comunicazione hanno mutato la natura delle rivoluzioni? Hanno reso più facile sfidare le autorità?
Garton Ash: «Penso che ne abbiano il potenziale, ma non vi è nulla di automatico. Ricordo di aver letto un articolo, una ventina di anni fa, intitolato più o meno "il fax vi renderà liberi". Il fax non può rendere libero nessuno, nessuna tecnologia di per sè può liberare qualcuno. È vero che le comunicazioni nel 1989 erano primitive rispetto agli standard odierni: non esisteva la posta elettronica, non c'erano telefoni cellulari, laptop, Internet, Facebook, YouTube e Twitter! Si comunicava soltanto con le macchine da scrivere, con le stazioni radio a onde corte come Radio Free Europe o Bbc, e grazie alla televisione, il mezzo di informazione allora più efficace. È risaputo che la notizia data dalla tv la sera del 9 novembre poco dopo le 22.30, quando il conduttore del telegiornale della Germania Ovest disse che i cancelli del Muro di Berlino erano aperti (il che non era vero), contribuì a far accadere proprio questo, perché una folla enorme di persone credette che la notizia fosse vera e si precipitò al muro. In molti Paesi la vera battaglia consistette nel far sì che la televisione di Stato riportasse ciò che stava realmente accadendo. Durante la Rivoluzione di Velluto di Praga mi trovavo in piazza San Venceslao. La gente gridava: «Vogliamo la diretta! Vogliamo la diretta!». Uno dei capi del partito comunista polacco disse al capo di Solidarnosc: «Senti, preferiamo consegnarvi la polizia antisommossa che la televisione di Stato».

Evan, durante i fatti in Iran deve essere stato entusiasmante vedere che qualcosa che aveva inventato era così utile…

Williams: «Proprio così. Il nostro primo pensiero è andato con ammirazione e rispetto a coloro che in molti casi rischiavano la loro vita per mandare messaggi. Al tempo stesso la nostra maggiore preoccupazione è stata assicurarci che il servizio funzionasse al meglio e far sì da poterlo rendere ancora migliore. Constatare il potenziale di qualcosa che abbiamo creato ci esorta a escogitare nuovi modi per diffonderlo ancor più e per renderlo più facile nell'utilizzo. Non posso certo dire che avessimo in mente una rivoluzione quando abbiamo creato Twitter, ma ci rendemmo subito conto che rendeva più coraggiosi gli utenti, perché potevano vedere ciò che gli altri pensavano e constatare se gli altri erano d'accordo con quello che facevano. Io considero le nuove tecnologie un continuum che porterà a realizzare il pieno potenziale di Internet, lo stesso potenziale di cui la gente parlava nei primi tempi, ovvero la democratizzazione dell'informazione. Dieci anni fa ho dato vita anche a Blogger che è stata una delle prime e più popolari piattaforme di blogging. Neanche in quel caso potevo immaginare che potesse diventare qualcosa di utile e importante. Era solo un modo per consentire uno scambio agevole dei propri pensieri. So da chi vive sotto un regime oppressivo che i blog sono stati rivoluzionari, e hanno offerto loro per la prima volta un modo per esprimersi liberamente».

Garton Ash: «Secondo me il loro potenziale è immenso. Si pensi a quello che è accaduto in Birmania nel 2007, quando la gente è riuscita a diffondere le immagini delle dimostrazioni e delle cariche della polizia scattate con il cellulare, o a quello che è stato possibile in Iran grazie a Twitter, o Facebook o YouTube. Queste tecnologie di per sè non cambiano l'essenza di una rivoluzione, che per aver luogo necessita della forza di volontà concentrata di moltissime persone in un dato posto, persone che hanno il coraggio di scendere in piazza a protestare. Di per sè, però, le tecnologie non hanno la possibilità di liberare nessuno. Credo che rendano molto più difficile per i dittatori tenere i popoli tagliati fuori dal mondo e continuare a opprimerli. Noi dovremmo dare una mano perché tale liberazione abbia effettivamente luogo. Chi mette a punto queste tecnologie dovrebbe spiegare meglio come rendere questi servizi accessibili nei Paesi nei quali non c'è libertà».

  CONTINUA ...»

15 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-