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I sette falsi miti sulle energie rinnovabili

di Michael Grunwald

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6 settembre 2009

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La lobby del nucleare ha un solo argomento forte dalla sua: se il carbone è troppo sporco e il nucleare è troppo costoso, come produrremo il succo che ci serve per tirare avanti? L'eolico va alla grande ed è in crescita: lo scorso anno quasi metà della nuova energia prodotta negli Usa è venuto dall'eolico; nel 2007 la sua capacità globale è cresciuta di un terzo. Nonostante abbia decuplicato la produzione di watt a livello mondiale in un decennio (ora il primo produttore è la Cina e anche l'Europa ha imboccato quella via), l'energia eolica rappresenta ancora meno del 2% dell'elettricità mondiale. Anche il solare e il geotermico sono tecnologie magnifiche e inesauribili, ma restano trascurabili a livello globale. Una famiglia americana mediamente possiede 26 apparecchi che funzionano con l'energia e il resto del mondo si sta mettendo in pari: il dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti prevede che il consumo di elettricità a livello mondiale per il 2030 sarà cresciuto del 77 per cento. Come soddisfare questa domanda senza rimettere seriamente mano al nucleare? Non possiamo.

5) I risparmi di tutti per salvare il salvabile
Alcune ricette per risolvere la crisi energetica sono migliori di altre: vanno esplorate a fondo e con impegno prima di sperimentare modelli decisamente inferiori. C'è solo una risorsa energetica rinnovabile più pulita, economica e abbondante delle altre, che non provoca deforestazione e non richiede procedure di sicurezza, che non dipende dal tempo e che non richiede anni per realizzarla o portarla sul mercato. È l'efficienza: significa sprecare meno energia, usare meno energia per avere la birra fredda come prima, la doccia calda come prima e la fabbrica produttiva come prima. Non è una vecchia brontolona che ti assilla per dirti di farti la doccia con l'acqua più fredda, di spegnere le luci, di abbassare il termostato, di guidare meno, di volare meno, di comprare meno roba, di mangiare meno carne, di rinunciare al McDonald's e di cambiare il tuo comportamento per risparmiare energia. Fare di meno con meno si chiama risparmio. Efficienza significa fare di più o fare lo stesso con meno. Non richiede grandi sforzi o sacrifici, ma elettrodomestici più efficienti, un'illuminazione più efficiente, fabbriche più efficienti ed edifici e veicoli più efficienti: fattori che potrebbero eliminare fra un quinto e un terzo dei consumi energetici mondiali senza sopportare nessuna privazione reale.

L'efficienza non è sexy. L'idea che possiamo usare meno energia senza troppa fatica non è molto in sintonia con l'odierna cultura del more is better. Il modo migliore per evitare che le centrali nucleari ci prendano in contropiede, diano più potere ai petro-dittatori o mettano in pericolo il pianeta è innanzitutto non costruirle. I "negawatt" risparmiati grazie a misure per il miglioramento dell'efficienza energetica generalmente costano fra uno e cinque centesimi di dollaro per kilowattora, contro costi previsti fra i 12 e i 30 centesimi per kilowattora per le nuove centrali nucleari. Gli americani, in particolare, e gli esseri umani, in generale, sprecano quantità incredibili di energia. Le centrali elettriche Usa scialacquano abbastanza energia da alimentare il Giappone; gli scaldabagni, i motori industriali e gli edifici americani sono ridicolmente inefficienti, come anche le automobili. Solo il 4% dell'energia usata per alimentare la lampadina a incandescenza produce luce: il resto viene sprecato. Secondo le previsioni, nei prossimi quindici anni la Cina costruirà più metri quadri di immobili di quanti ne hanno costruiti gli Stati Uniti in tutta la storia: là non esiste alcun parametro di edilizia verde o esperienza in materia.


Noi sappiamo già che fissare parametri di efficienza energetica può fare meraviglie: è già servito a ridurre i consumi energetici americani da livelli astronomici a medie semplicemente alte. Ad esempio, grazie ai regolamenti federali, i moderni frigoriferi americani usano tre volte meno energia dei modelli degli anni Settanta, pur essendo più grandi e tecnologicamente più raffinati.
I principali ostacoli all'efficienza sono gli incentivi perversi con cui molte società di servizi pubblici si trovano a fare i conti: fanno più soldi se vendono più energia, e quindi devono costruire nuove centrali. In California e nel Nord-Ovest Pacifico (gli stati Usa e le province canadesi della costa nordoccidentale) i profitti delle società di servizi pubblici sono stati scorporati dalle vendite di energia elettrica, permettendo alle aziende di aiutare i clienti a risparmiare energia senza arrecare danno agli azionisti. Così, in quell'area l'impiego energetico procapite rimane stabile da trent'anni, mentre nel resto degli Stati Uniti è cresciuto del 50 per cento. Se le società di servizi pubblici in tutto il mondo potessero fare soldi aiutando i loro clienti a usare meno energia, il dipartimento dell'Energia americano non pubblicherebbe cifre tanto inquietanti.

  CONTINUA ...»

6 settembre 2009
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