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I cinesi questa possibilità non ce l'hanno. I loro noiosi tecnocrati si autoperpetuano. Ecco, in definitiva, il grande difetto del sistema. I governanti non possono essere puniti dai governati per la loro incompetenza. Errori madornali rimangono impuniti. Il conflitto di interessi si incancrenisce o esplode in modo violento. La tecnocrazia cinese forse continuerà ad apparire stabile ed efficiente ancora per un certo periodo, ma è difficile che possa durare a lungo senza una riforma politica di fondo. Qualcuno pensa che la nuova generazione di tecnocrati, quelli che sono andati a Harvard o a Yale, riuscirà a compiere questa svolta. Non si può mai sapere. Ma fino a quel momento, io continuerei a puntare il mio denaro sulla caotica democrazia.
Ian Buruma è autore di The China lover
(Traduzione di Fabio Galimberti)