ITALIA

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

19 Aprile 2010

18 aprile 2010

17 Aprile 2010

16 Aprile 2010

15 Aprile 2010

14 Aprile 2010

13 Aprile 2010

12 Aprile 2010

11 Aprile 2010

10 Aprile 2010

9 Aprile 2010

8 Aprile 2010

7 Aprile 2010

6 Aprile 2010

4 Aprile 2010

3 Aprile 2010

2 Aprile 2010

1 Aprile 2010

31 Marzo 2010

30 Marzo 2010

29 Marzo 2010

28 Marzo 2010

27 Marzo 2010

26 Marzo 2010

25 Marzo 2010

24 Marzo 2010

23 Marzo 2010

22 Marzo 2010

21 Marzo 2010

20 Marzo 2010

19 marzo 2010

18 Marzo 2010

17 Marzo 2010

16 Marzo 2010

OLTRE LE REGIONALI / Il divorzio tra partiti e regole

di Michele Ainis

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
19 marzo 2010

Le prossime consultazioni regionali verranno consegnate agli archivi della storia per l'estenuante bisticcio sulle regole, più che sui programmi elettorali. Nessuna autorità giurisdizionale - dai tribunali alle corti d'appello, dai giudici amministrativi alla Consulta - è rimasta fuori dalla porta nella guerra di carte bollate che ha accompagnato la presentazione delle candidature. Nessuna istituzione - neppure la più alta, quella che ha sede al Quirinale - è uscita indenne dalla mischia innescata dal decreto salva-liste.

Può darsi che alla fine della giostra questo pessimo spettacolo finirà per ingrassare il partito del non voto, che d'altronde costituisce già da tempo il primo partito politico italiano. Può darsi che almeno in questo caso l'astensione manifesti un soprassalto di dignità civile, secondo l'intelligente provocazione di ItaliaFutura. Può darsi infine che un diluvio di diserzioni e schede bianche dia una scossa elettrica al corpo atrofizzato dei partiti, come accade in un romanzo visionario di José Saramago. D'altronde la realtà spesso supera la fantasia: basta guardare a quello che è successo in Francia dove il 53% degli elettori domenica ha disertato le urne.

Eppure non è affatto vero che il rapporto fra la politica e le regole sia insignificante per i cittadini chiamati a deporre nell'urna il proprio voto. La fisionomia di ciascun partito si lascia decifrare non soltanto per i diversi programmi economici e sociali, ma anche per la loro concezione del diritto, dello stato, delle istituzioni. E tale concezione può ben essere cangiante fra uno schieramento e l'altro, così come fra le diverse formazioni che compongono ogni schieramento.

Quale lezione deve allora trarsi dall'esperienza di questa campagna elettorale? Lì per lì, la risposta appare semplice: un'idea formale della democrazia da parte della sinistra versus un approccio sostanziale patrocinato dalla destra. Ma tale risposta suona in realtà alquanto semplicistica. Gli atteggiamenti dei partiti non sono mai staccati dalle convenienze politiche del momento; e nella circostanza regole e procedure erano state infrante dalla destra, sicché la sinistra aveva tutto l'interesse a invocarne il rispetto.

Ma il principale partito di sinistra - quello democratico - in vari casi ha disatteso le modalità formali per esprimere i candidati alla guida dei governi regionali, benché prescritte nero su bianco dallo statuto del partito. Ha ignorato insomma le primarie (come in Lazio), oppure vi si è sottoposto a denti stretti (come in Puglia), mentre i suoi militanti assistevano al divario d'opinioni fra la presidente del Pd (favorevole) e il segretario, più flessibile rispetto al primato della ragion politica. E d'altronde anche la coalizione di sinistra nel suo insieme esibisce sensibilità diverse su tali specifiche questioni, viaggiando dalle concezioni iperformali del gruppo radicale a quelle sostanzialistiche dell'area cattolica.

Quanto all'ossequio verso gli organi di garanzia costituzionale, certo a sinistra non s'ascoltano i toni insolenti che talvolta adottano i leader della destra. Tuttavia la difesa a spada tratta del capo dello stato (non senza eccezioni: è il caso di Italia dei valori) può ben essere influenzata dal fatto che gli ultimi presidenti provengono dalle sue stesse fila. Mentre l'unica procedura di impeachment della nostra storia nazionale fu avanzata dal partito di Occhetto per bastonare le intemperanze di Cossiga. Insomma dipende dall'occasione, dai rapporti di forza, dal tornaconto di giornata. Dipende altresì dalle stagioni: negli anni 70 il garantismo era una bandiera di sinistra, oggi viene cavalcato soprattutto dalla destra.

No, non corre buon sangue fra regole e partiti. Il Pdl è nato nel 2007 dalla somma di An e Forza Italia, violandone al contempo gli statuti. Perché la fusione elettorale venne decisa dall'assemblea nazionale di An e non invece dal congresso; perché lo scioglimento di Forza Italia fu dichiarato dal suo presidente in solitudine, sul predellino di una Mercedes a San Babila. Quanto al Pd, è stato battezzato nello stesso anno da un'assemblea di 2.858 delegati, ma l'anno dopo modificò il proprio statuto con il 20% di presenti, e dunque senza numero legale. D'altronde l'esperienza è più ricca d'un forziere: un'analisi di Augusto Barbera racconta iscrizioni fittizie, congressi fantasma, espulsioni illecite, votazioni truccate nella seconda Repubblica al pari della prima.

C'è una ragione che spieghi il cattivo rapporto dei partiti con le regole, con le istituzioni? Sì che c'è, la stessa indicata da Mortati fin dagli anni 50. Perché i partiti sono diventati istituzioni a propria volta, o meglio contro-istituzioni, situate all'infuori e spesso al di sopra rispetto a quelle disegnate nella Costituzione. E infatti in sessant'anni di Repubblica hanno cambiato pelle, trasformandosi da chiese affollate di fedeli in liste personali, dove il faccione del leader conta più della bandiera. Ma guardacaso non hanno mai accettato una legge sui partiti, quale esiste in Spagna, in Germania, in vari altri stati occidentali. Per forza: qui in Italia la legge coincide con il partito.
Berlusconi attacca la sinistra: «Io Paperone, loro la Banda Bassotti»
Dalla Consulta semaforo verde al decreto salva-liste
Lazio a rischio rinvio per la riammissione della lista Sgarbi

19 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-