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SCUDO FISCALE / «Rimpatrio 2,1 milioni: che cosa mi offrite?»

di Nino Ciravegna

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29 Novembre 2009

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Un modo diverso per dire: le banche prestano i soldi a chi ce li ha già.

3)«Faccia una fiduciaria, si dorme più tranquilli»
Allo scudo fiscale è dedicato il secondo piano della sede milanese, a due passi dal Duomo. Salette riservate, in muratura (niente a che vedere con le pareti di vetro di altre banche) per garantire la discrezionalità, con una segretaria che smista i clienti e offre caffè in tazza vera. A Bernocchi tocca la stanza n. 12. Il banker propone subito una fiduciaria italiana per tutelare meglio l'immagine della sorella: «Lo scudo garantisce l'anonimato, la fiduciaria ti protegge ancora di più. Un doppio schermo, così si dorme meglio. Ed è tutto legale». I costi? Sui miei livelli di deposito, dovrei cavarmela con uno 0,40% annuo più lo 0,15% a trimestre per la gestione del portafoglio in titoli di stato, «costi che le assicuro sono molto più bassi delle altre banche. E noi applichiamo rigidamente la direttiva Mifid, regolarmente disattesa, a quanto mi risulta, dalla maggior parte delle banche italiane». Per la villa mi propone un incontro con il collega che si occupa d'immobili. Bisogna fare una fiduciaria, trasferire le quote e sanare tutto, «ma bisogna correre, perché i tempi sono stretti e là in Svizzera fanno di tutto per dilatare i tempi. Anche per le perizie catastali hanno raddoppiato o triplicato i tempi normali». Sembra ci siano voluti, a suo dire, addirittura 15 giorni per un bonifico da Zurigo a Milano. Chiedo: non si può versare il 5% del valore della villa entro il 15 dicembre e poi far rientrare le quote? «Per certi titoli, come gli hedge found, ce la giochiamo: dichiariamo una quota leggermente superiore, per stare tranquilli, e poi riportiamo tutto in Italia quando è possibile. Ma per l'immobile non lo so. Devo vedere se il mio collega mi passa questo inghippo». È prevedibile una proroga, almeno per gli immobili? «Si parla di qualche mese, con un'aliquota del 7 per cento. Meglio correre adesso, faremo tutto il possibile».

4) «Butti tutto in una polizza con base in Irlanda»
Una receptionist scende ad accogliermi con l'ascensore foderato di mogano e legni intarsiati, l'incontro con il consulente avviene nella maestosa sala riunione: «Scusi, ma tutte le salette sono occupate». Si lavora così a pieno ritmo, in questi giorni, che il consultant (very old british) si lamenta: «Anche stasera non riuscirò a uscire prima delle 18,30». Devo aumentare il finto plafond da sanare perché mi hanno detto che il gruppo non accetta clienti con tagli inferiori ai cinque milioni. «Ho anche una quota di un hedge found, un improvvido investimento di alcuni anni fa». Colui che si candida a essere il mio consulente personale mi chiede quali sono le condizioni di uscita, se ci sono sbarramenti alla vendita, quali le finestre previste. Tutte domande alle quali non sono preparato perché «io sono un uomo di produzione, so tutto sul polipropilene per alimenti, ma zero di finanza».
Il consulente spiega pazientemente gli aspetti tecnici, poi suggerisce: «Si faccia dare tutti gli elementi dalla banca svizzera, poi me mi occuperò io di queste noiose pratiche. Ma attenzione: non attraversi la frontiera con documenti in mano. Non è sicuro, soprattutto in questo periodo. Se vuole si faccia mandare il tutto al nostro fax con numero riservato».
Il consiglio: buttare tutto in una polizza assicurativa, «noi lavoriamo bene con una grande compagnia di assicurazioni basata nell'Ireland. La polizza non si può pignorare, è esente da tasse di successione, è lordista nel senso che paga le imposte solo quando si smobilizza, mentre su un normale conto si paga anno per anno». È vero che si può decidere liberamente il beneficiario, tipo l'amante? «Sì». La polizza, «assolutamente regolare per il fisco italiano», costa indicativamente lo 0,40% l'anno. Stia attento, mi avverte, troverà polizze precostituite che costano lo 0,10%, ma sono strumenti che non sono personabilizzabili come il nostro. La polizza ha uno svantaggio: è più difficile lo smobilizzo in caso di necessità finanziarie. Forse è meglio, per le mie esigenze, una fiduciaria, con un costo stimato in uno 0,15 per cento. «Se le interessa, noi lavoriamo bene con un ottimo studio di commercialista, che la saprà consigliare sull'immobile».
I costi per la gestione del portafoglio? Si va dallo 0,20% per un portafoglio in bond allo 0,70% per un profilo conservativo e l'1,20% per un azionario puro. Poi c'è anche una gestione strategica molto personalizzata, con costi superiori, «di cui parleremo al momento opportuno».
Il tempo ragionevole per completare le operazioni «secondo noi scade a fine marzo-primi di aprile 2010». L'old british, infine mi avverte che se in Svizzera io e mio fratello abbiamo il conto cointestato, dobbiamo fare un conto unico anche in Italia (quasi tutti gli altri, invece, mi hanno detto che possiamo scegliere liberamente).

5)«Cautela con le mail, si possono recuperare»
Ora che so tutto (si fa per dire) sui titoli illiquidi, mi porto l'hedge found anche all'ultimo incontro. Ma non conosco neanche il nome di un hedge: «Non ricordo, è lì, in perdita, da troppo tempo». Il consulente mi consiglia di mandargli tutti gli estremi via mail, con un'accortezza: «Mi scriva: un amico mi ha consigliato d'investire in questo fondo, cosa ne pensa? Così è una mail neutra e io faccio tutte le verifiche necessarie, senza insospettire nessuno». Consiglia di fare due conti personali, sono più facili da gestire perché non richiedono la doppia firma. E ognuno è padrone a casa sua. No, una fiduciaria non serve, è una cosa che consigliano le banche svizzere, ma non offre tutele ulteriori. I costi? «Noi chiediamo normalmente l'1% l'anno per gestire il patrimonio». Sicuramente è il funzionario più interessato ai miei 2,1 milioni, vuole incontrare mio fratello entro 24 ore, «domani mattina sono ad Alessandria, nel pomeriggio la raggiungo dove crede». Sbraga: «Dall'1% posso scendere, in via eccezionale, allo 0,80%». Arriva a propormi condizioni agevolate, lo 0,12% per un conto liquidità, «molto conveniente», pur di avere il mio scudo. Mi tenta anche con un caffè alla macchinetta, in un bicchiere di carta. Ma niente, resisto.
  CONTINUA ...»

29 Novembre 2009
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