MONDO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER
La storia
La memoria
Gli eventi
MULTIMEDIA

Merkel: in Germania riunificazione incompiuta

dall'inviato Beda Romano

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
10 Novembre 2009

BERLINO - Per un attimo ieri a Berlino la Germania e l'Europa hanno dimenticato la crisi economica e le divisioni politiche, le sfide dell'unificazione e i bracci di ferro internazionali. Per un attimo il mondo è tornato indietro di vent'anni, ha ricordato il dramma della guerra fredda e della divisione tedesca, ha commemorato le vittime del Muro e celebrato il coraggio dei tedeschi orientali in quel fatidico 9 novembre 1989. Tra abbracci e discorsi, l'Europa ha cavalcato l'onda della memoria, nella speranza che l'anniversario dia nuovo impeto a un'Unione in mal di integrazione. E per il cancelliere Angela Merkel è stata l'occasione per lanciare un nuovo e perentorio appello alla superpotenza americana perché abbracci il multilateralismo.

«Ciascuno ricorda cosa fece la notte in cui cadde il Muro. Per me fu il giorno più felice della mia vita», ha ammesso il cancelliere davanti alla Porta di Brandeburgo in una serata fredda e uggiosa circondata da una trentina di leader mondiali. Dopo aver reso merito agli alleati americani ed europei, la signora Merkel ha aggiunto: «Insieme abbiamo abbattuto la cortina di ferro e sono convinta che abbiamo la forza per affrontare le sfide del 21° secolo; la sicurezza, la pace, la nuova prosperità e la tutela dell'ambiente. E per noi resterà fondamentale mantenere viva la voce della libertà. Possiamo superare i confini della nostra epoca come facemmo nel 1989».

Solo qualche ora prima, la Merkel aveva ricordato che il processo di riunificazione della Germania non è stato ancora completato: «Est e Ovest presentano ancora differenze strutturali, la disoccupazione a Est è ancora oggi il doppio rispetto a quella nell'Ovest del paese», aveva detto il cancelliere.

I rappresentanti delle quattro potenze che per oltre 40 anni hanno occupato Berlino hanno attraversato insieme la Porta di Brandeburgo davanti ai berlinesi festanti. La retorica l'ha fatta da padrone, ma è quello che il pubblico voleva. Il presidente russo Dmitrij Medvedev ha promesso che «il confronto appartiene al passato». Il francese Nicolas Sarkozy ha concluso il suo discorso proclamando: «Siamo fratelli, siamo berlinesi». Nella sua allocuzione non si è riferito alla sua presenza a Berlino il 9 novembre 1989, così come affermato nel suo blog personale. Il giornale Le Monde lo ha smentito, affermando che il giovane deputato 34enne si recò in città solo il 16 novembre. Gaffe? Dimenticanza? Poco importa: ieri tutto era perdonato.

La signora Merkel ha voluto anche mandare alcuni messaggi politici. Tra le altre cose ha incitato gli Stati Uniti, rappresentati dal segretario di Stato Hillary Clinton, a cedere una parte dei loro poteri nazionali in modo da creare un nuovo ordine mondiale. «Noi europei siamo abituati a questo. Abbiamo volontariamente trasferito i nostri poteri a Bruxelles e all'Unione europea. Ma i nostri partner americani hanno grandi difficoltà a cedere i loro poteri nazionali al Fondo monetario internazionale o ad altri organismi». Ricordando il dramma della guerra fredda, il cancelliere ha sostenuto che «questo nostro mondo potrà essere realmente più pacifico solo se avremo un ordine globale e maggiore cooperazione multilaterale».

Ieri Barack Obama era assente, trattenuto a Washington per incontri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a conferma di come per il partner americano il focus dei suoi interessi sia sempre meno europeo. Presente in videoconferenza, ha proclamato il 9 novembre "giornata mondiale della libertà". Alla fine dei discorsi, è toccato all'ex presidente polacco Lech Walesa far cadere la prima pietra di un Muro simbolico: mille tasselli di polistirolo disposti lungo un chilometro e mezzo del percorso dove fino all'8 novembre del 1989 passava "il muro di protezione antifascista" costruito nel 1961 dalle autorità tedesco-orientali per difendere la Ddr dall'influenza capitalistica ed evitare un'emigrazione di massa. Come in un domino, le tessere, alte 2,5 metri ciascuna, sono cadute in tutta la città ricreando così il crollo di due decenni fa.

La giornata di ieri è stata segnata da decine di piccole e grandi celebrazioni. In mattinata si è tenuta nella chiesa di Gethsemane un servizio religioso organizzato dalla Conferenza episcopale tedesca e dalla Chiesa evangelica. Vi hanno partecipato l'establishment tedesco al completo, guidato dal capo dello Stato, Horst Köhler. Successivamente, insieme all'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov e allo stesso Walesa, la signora Merkel si è recata sul ponte della Bornholmer Strasse, là dove il 9 novembre 1989 si aprì la prima breccia nel Muro. «Avete agito con coraggio - ha detto il cancelliere rivolgendosi a Gorbaciov - ed è stato più di quello che avevamo previsto: grazie di cuore». La caduta del Muro, ha aggiunto, è stata «il risultato di una lunga storia di mancanza di libertà e di lotta contro questa mancanza di libertà. In Germania non siamo stati i primi, ma c'eravamo quando la guerra fredda è finita», ha aggiunto, riferendosi agli sforzi di Polonia e Ungheria per liberarsi del dominio comunista. Solidarnosc - ha poi precisato - è stato «un'incredibile incoraggiamento».

  CONTINUA ...»

10 Novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-