MONDO

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

NOTIZIE

ANALISI

VIDEO

FOTO

Terra, acqua, sole: il pericolo esiste

di Tom De Castella

Pagina: 1 2 3 di 3 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
22 novembre 2009

I climatologi sono una sorta di tribù esotica: intrigante, talvolta difficile da comprendere e alla quale si fa visita assai di rado. Il direttore di una rivista scientifica mi aveva messo in guardia, dicendo che avrei trovato ben poco che potesse interessare i lettori più tradizionali - i cervelloni si sarebbero detti d'accordo quasi su tutto.
Con loro non c'era possibilità di dialogo, aveva anche aggiunto, ma aveva torto. Se è vero che i climatologi concordano in buona parte sul fatto che il pianeta si sta surriscaldando soprattutto a causa delle attività umane, tra loro vi sono ancora molteplici motivi di conflitto, in particolare su quanto possano essere affidabili le previsioni.

Monitorare l'India
Rajeandra Pachauri (Presidente dell'Ipcc, 69 anni)
Due anni fa il dottor R.K. Pachauri è stato insignito insieme ad Al Gore del Premio Nobel per la Pace per le loro ricerche sul cambiamento del clima. Se Gore è stato il populista e l'uomo di spettacolo, Pachauri è stato il diligente membro di commissione che ha ritirato il premio a nome dell'Ipcc che presiede dal 2002.
L'Ipcc è in effetti un apparato di notevoli dimensioni che si impegna a favore del consenso scientifico sul riscaldamento globale. Da quando è stato creato nel 1988, ha fatto collaborare migliaia di esperti di climatologia per redigere dei rapporti aggiornati sugli ultimi dati e sulle ultime previsioni più accreditate. All'epoca della sua nomina, Gore definì Pachauri «il candidato dei negoziati dietro le quinte»: pur non essendo un climatologo in senso stretto, egli ha un ruolo cruciale nel saper creare consensi, specialmente tra le nazioni in via di sviluppo del mondo.
Pachauri respinge l'idea che la popolazione sia un fattore altrettanto determinante della riduzione delle emissioni procapite e afferma che «in America del Nord le emissioni sono di oltre 20 tonnellate procapite l'anno, mentre in Bangladesh non arrivano a mezza tonnellata».
Ma sicuramente il punto è che le emissioni procapite dell'Asia meridionale aumenteranno. Non è forse così? «Questo è il motivo per il quale un paese come l'India non dovrebbe assolutamente permettere che le sue emissioni si avvicinino a quelle del mondo sviluppato». Egli sostiene che l'India dovrà avere un modello di sviluppo completamente diverso rispetto a quello occidentale, che preveda «sistemi di trasporto di massa su larga scala» invece di automobili, e in ogni caso edifici efficienti dal punto di vista energetico.
Nel frattempo le nazioni industrializzate dovranno tagliare rapidamente le loro emissioni. «La mia più grande preoccupazione», dice, «sono le persone che vivono in molte aree del pianeta prive di infrastrutture, senza la capacità o la forza finanziaria di affrontare l'impatto del cambiamento del clima».
COMPORTAMENTO PERSONALE: ha rinunciato a consumare carne rossa e ha regolato l'aria condizionata a una temperatura moderata.

Il mare è a rischio
Stefan Rahmstorf (Potsdam Institute, 49 anni)
Il Signor "Innalzamento dei Mari" mi fissa con occhi gelidi. Ci troviamo in un bar nei pressi di un college di Oxford dove insieme al suo capo John Schellnhuber interverrà a una conferenza sul clima. I due scienziati sono personaggi famosi per i media, ma alcuni colleghi deplorano la loro eccessiva vicinanza alla politica e agli attivisti. Rahmstorf, in visita da Potsdam - una cittadella universitaria molto quotata per la scienza - infonde la sensazione di essere ne llo stesso tempo una persona meticolosa e irrequieta. Sostiene che l'Intergovernmental Panel on Climate Change, il gruppo di esperti intergovernativo chiamato a redigere un rapporto esauriente sul cambiamento del clima, abbia sottovalutato eccessivamente l'innalzamento dei mari.
Dopo aver esaminato i dati degli ultimi 120 anni, Rahmstorf ha scoperto che al di sopra di un certo equilibrio un aumento delle temperature ha provocato un innalzamento proporzionale del livello dei mari. Quando poi ha messo a confronto i risultati dei suoi studi con i modelli risalenti al periodo 1961-2003, ha constatato che la velocità di innalzamento del livello dei mari era superiore del 50 per cento (1,8 mm l'anno) ai parametri che erano stati anticipati (1,2 mm).
L'oceanografo americano Carl Wunsch ha liquidato le conclusioni di Rahmstorf affermando che accurate misurazioni degli oceani risalgono soltanto a venti anni fa: «Chiunque affermi di sapere come stessero gli oceani un secolo fa sta raccontando delle frottole». Ma Rahmstorf insiste che il suo grafico si adegua perfettamente a dati recenti. Poiché le misurazioni da satellite hanno avuto inizio soltanto nel 1993, risulta che il mare si è innalzato di 3,4 mm l'anno. L'Ipcc fa notare nel suo rapporto l'inaccuratezza di queste misurazioni, ma - dice Rahmstorf - non fa alcun tentativo per modificare le proprie proiezioni. Né, del resto, tiene conto delle previsioni relative allo scioglimento delle calotte polari. «Una persona normale arriverebbe alla conclusione che non si può fare affidamento su questi schemi, che invece sono considerati verità incontestabili di ciò che accadrà in futuro». Rahmstorf crede che gli oceani saliranno di livello con una velocità tripla rispetto alle peggiori proiezioni dell'Ipcc. Assumendo un aumento delle temperature entro l'anno 2100 pari a 4 gradi centigradi, c'è quindi da aspettarsi un innalzamento del livello dei mari di 1,2 metri.
  CONTINUA ...»

22 novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 3 di 3 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 

24Copenhagen 24Copenhagen

09 March, 10:23 |

24Copenhagen: please, follow us @24energia

21 December, 12:14 |

24Copenhagen: Perché Copenhagen ha fallito http://bit.ly/4O0nOU

19 December, 16:20 |

24Copenhagen: Il Sole 24 ORE - Eolico off-shore, viaggio nella centrale di Copenhagen http://bit.ly/8fdAxE

19 December, 16:18 |

24Copenhagen: L'accordo a metà di copenhagen: i vincoli di obama, la resistenza cinese, l'europa volenterosa ma non da sola... http://bit.ly/7uzuF2

 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-