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Le pagelle di Euro 2008

dall'inviato Massimo Donaddio

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Il presidente dell'Uefa Michel Platini (Ansa)

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Francia – voto 4. Uscire al primo girone non è usuale per i Galletti, abituati a credersi sempre i migliori. Anche se confinati nel girone della morte con Italia, Olanda e Romania, concludono ultimi con due sconfitte e un pareggio. Poche idee, pochissimi spunti, i veterani ammaccati da mille battaglie e i giovani ancora acerbi per trascinare la squadra a forza. Contro l'Italia si infortuna anche Ribery ed è l'inizio della fine. Da rifondare.

Domenech – voto 5. Si stacca leggermente dal votaccio della sua squadra per la simpatia. Sì, avete capito bene. Ormai, non facendo più paura, Domenech può dare libero sfogo alla sua vera natura, quella di attore farsesco. Fantastico nel parlare di tutto tranne che delle prestazioni della sua nazionale, fino all'annuncio in diretta di un imminente matrimonio. Salvo poi fare retromarcia anche su questo. E poi si sa, quando un avversario fa autogol diventa subito più simpatico. Ci mancherà.

Grecia – voto 3. Disfatta su tutta la linea per i campioni in carica. Quattro anni fa, sulle ali dell'entusiasmo, avevano impressionato. Quest'anno si sono accartocciati nello spazio di pochi minuti. Sopravvalutati.

Romania – voto 6,5. La squadra di Piturca si è giocata a testa alta la qualificazione ai quarti di finale, rimediando all'ultimo una sconfitta pesante dall'Olanda. Eppure i romeni sono stati pericolosi avversari fino alla fine, strappando due pareggi con Italia e Francia. Molto buono il centrocampo guidato da Chivu. Forse un po' troppo baldanzosi dopo il pari con l'Italia, ci hanno messo grinta e carattere. Andrà meglio la prossima.

Olanda – voto 6,5. La squadra che ha incantato per i tre gol rifilati all'Italia e per il bel calcio messo in mostra nelle qualificazioni si squaglia come neve al sole contro i coriacei russi allenati dall'olandese Hiddink, mostrando una sindrome da dr. Jeckyll e mr. Hyde. Tanto rapida e implacabile nel primo girone, quanto lenta e imbambolata contro la Russia rivelazione del torneo. La sufficienza piena, però, per le bellissime azioni mostrate, per le individualità e per la professionalità nell'affrontare la gara con la Romania, lasciando i biscotti a casa. Lo sport ringrazia.

Ibrahimovic – voto 5,5. La Svezia dipendeva completamente da lui, ancora più che in passato. Lui l'uomo della provvidenza, il campione in grado di risollevare le sorti di ogni partita. Ed infatti è stato così fino a quando il ginocchio è tornato a scricchiolare. Non è bastato un suo gol capolavoro a far passare il primo turno alla Svezia. Quando è stato sostituito la nazionale scandinava è colata a picco. Jellato.

Cristiano Ronaldo – voto 5,5. Fino a quando il Portogallo ha girato anche lui si è esaltato, mettendo in mostra i numeri del suo repertorio e le sue pazzesche capacità. Fisico, dribbling, tiro, velocità, colpi di testa, finezze varie. Nel campionario di Ronaldo c'è tutto il calcio. Deve però ancora imparare a prendere per mano la squadra nella grandi partite, quelle da dentro o fuori. La leadership si acquista con l'esperienza. Ronaldo, siamo sicuri, non avrà problemi. Ritenta, sarai più fortunato.

Arshavin – voto 6,5. Meriterebbe senza dubbio di più visto il complessivo del torneo, ma pesa l'ombra della partita con la Spagna, in cui non è praticamente sceso in campo. Se è vero che il Barcellona lo vuole, dovrà ricordarsi di essere un campione quando il gioco si fa duro. Quando bisogna solo divertirsi i fenomeni non servono. Promessa.

Hiddink e Terim – voto 7. Uniti nel risultato, la semifinale, e nell'aver saputo trarre da due nazionali di seconda fila delle agguerrite pretendenti alla finalissima di Vienna. Grandi motivatori, non si sono dati mai per vinti, infondendo grande fiducia alle proprie squadre. Sapiente la regia tattica dell'olandese, che è riuscito a dare una solida quadra alla bizzosa selezione russa (come aveva già fato con Corea e Australia); insuperabile il carisma e il poter magnetico dell'Imperatore, alla testa di un manipolo di guerrieri sprezzanti del pericolo. Alla fine è arrivato lo stop sulla linea del traguardo, ma il sogno è stato bellissimo. Unici.

Arbitri – voto 6. Nel complesso una prestazione ampiamente sufficiente, con qualche incidente che ha riguardato anche la nostra nazionale, vedasi il gol annullato a Toni con l'Olanda e l'arbitraggio sfavorevole del norvegese Ovrebo. Ma è anche vero che la fortuna restituisce quello che ha tolto, e in un torneo di tre settimane, guardando le cose in prospettiva, gli arbitri non se la sono cavata male. Grande onore ha avuto l'italiano Rosetti ad aprire e chiudere questo Europeo. Teniamocelo stetto, al di là di quello che dicono gli svizzeri, che ce l'hanno ancora un po' con lui per la partita d'esordio.

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