Un campione dello sport, un personaggio unico e particolare, oggi - finalmente - anche un vincente completo. A 32 anni Bode Miller completa un podio olimpico tutto personale e si conferma definitivamente come il più talentuoso e bizzarro degli sciatori in circolazione. Dopo il bronzo in discesa, l'argento in superG, ecco che a Vancouver il cowboy americano strappa anche l'oro nella supercombinata. Sulla pista di Creekside, il fenomeno di Franconia, nel New Hampshire, ha preceduto il croato Ivica Kostelic e lo svizzero Silvan Zurbriggen, completando nel migliore dei modi una rimonta cominciata dopo il settimo posto nella discesa del mattino, mentre il norvegese Aksel Lund Svindal si disperava per l'uscita di pista nella seconda parte della gara, dopo avere condotto in discesa con buon margine sui concorrenti più agguerriti.
Dopo i due argenti di Salt Lake City in combinata e gigante, l'oro conquistato in Canada è il primo nel palmares olimpico di Bode il terribile, sempre sospeso tra la voglia di compiere grandi imprese e quella di scomparire dal circo bianco, tornandosene nel suo paesino di neanche mille abitanti lungo il sentiero degli Appalachi, proprio sotto ai piedi delle White Mountains. Trentadue vittorie in Coppa del mondo, in questa stagione Miller si era fatto vivo solo vincendo la supercombinatata di Wengen, cosa che, evidentemente, gli ha portato un gran bene.
Sciatore velocissimo, ma abituato a restar sospeso sempre sul filo del rasoio, ha sempre avuto il suo tallone d'Achille negli slalom speciali, con l'inforcata e, quindi, l'uscita di scena sempre in agguato. Questa volta gli è andato tutto bene e i suoi risultati a Vancouver sono un crescendo spettacolare, anche in termini di fiducia in se stesso. Sarà la tranquillità e l'equilibrio del suo nuovo ruolo di padre, saranno gli allenamenti fatti (ma mai reclamizzati), sarà anche l'accordo trovato con la federsci americana: quest'anno Bode ha deciso di risiedere al villaggio olimpico, mettendo da parte il mitico camper su chi ha sempre viaggiato e vissuto durante le stagioni di coppa del Mondo. Un personaggio unico nel suo genere, questo uomo cresciuto nelle foreste del New Hampshire e allevato in maniera alternativa dai genitori - una coppia di hippie in cerca di un più profondo contatto con la natura - in una casa isolata senza acqua corrente nè elettricità, senza scuola. Uno stile di vita che si è riflettuto molto anche nel talento anarchico del Miller atleta: sci ai piedi all'età di tre anni, pioniere nell'utilizzo dei materiali tecnologicamente più avanzati, dotato di uno stile personale e irripetibile in gara, amante al contempo della birra, degli eccessi, delle discoteche, ma alla fine sempre attaccato alle sue radici, alla solitudine delle sue foreste.
Prima delle Olimpiadi aveva dichiarato di voler partecipare (con una wild card!) agli Us Open di tennis, sport che ha sempre praticato - come il calcio - e di cui è stato anche campione giovanile nello stato del Maine. Una boutade curiosa proprio alla vigilia dell'appuntamento olimpico, ma in perfetto stile Miller, sportivo e sciatore eclettico - è uno dei pochissimi veri polivalenti in circolazione - ma soprattutto uomo dalle mille risorse e dalle mille vite: un campione che non si è preso mai troppo sul serio, e forse amato e ammirato dalla gente anche per questo.
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