Rinviata la partenza di Cielo, il nuovo canale News Corp in chiaro per il digitale terrestre che doveva debuttare martedì 1 dicembre: secondo i manager di Sky non è arrivata dal ministero delle Comunicazioni la necessaria autorizzazione a trasmettere. Secca la replica del vice ministro con delega alle comunicazioni, on. Paolo Romani che in una nota spiega che il rilascio del titolo abilitativo avverrrà nei tempi previsti per legge cioè entro il 1 gennaio: «Il ministero è tenuto al rilascio del titolo abilitativo entro il termine di 60 giorni, estensibile di ulteriori 30 in caso di necessità istruttorie, coincidente con la data del 1 gennaio 2010». Per trasmettere dal 1 dicembre il canale in chiaro sulla piattaforma digitale terrestre Sky avrebbe pertanto potuto «cautelativamente richiedere l'autorizzazione in data largamente antecedente al suo inoltro del 2 novembre».
Il ministro ha anche criticato il comunicato apparso sul sito del canale satellitare cielotv.it e in video al n. 129 del bouquet satellitare di Sky che invitata gli utenti a scrivere una mail al ministero «per ottenere finalmente una ventata d'aria fresca nella tv italiana».
Secondo Romani la nota contiene «una serie di errori formali e sostanziali su una vicenda avente valenza esclusivamente amministrativa, gestita con assoluta correttezza e trasparenza dal Ministero». Non è dunque vero che «il canale Cielo non può trasmettere perché privo dall'autorizzazione da parte del Ministero in quanto il canale in questione, per espressa ammissione della stessa società Sky, è regolarmente munito della prescritta autorizzazione per la trasmissione televisiva via satellite, del cui rilascio è peraltro competente l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e non il Ministero».
«Il ministero si riserva -prosegue la nota- anche di valutare la coerenza dell'ammissibilità della richiesta e della legittimità alla diffusione del canale chiedendo un chiarimento alla Commissaria europea alla concorrenza».
Il nuovo canale sfrutta le frequenze concesse per alcuni milioni di euro di Rete A controllata da Carlo De Benedetti visto che a Rupert Murdoch, vincoli antitrust Ue impediscono di investire nei media fino al 31 dicembre 2011.
