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Così si spegne l'analogico senza restare al buio

di Mario Cianflone e Gianni Rusconi

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18 maggio 2009

I videoregistratori privi di decoder sono da sostituire o adeguare - Attenzione anche alle antenne

Lo switch-off per il digitale c'è già stato. No, non stiamo parlando dell'adeguamento delle trasmissioni ma di quello dei televisori. Dallo scorso 3 aprile nel nostro paese non si vendono – o meglio non si dovrebbero vendere più – televisori privi di sintonizzatore per il digitale terrestre.
Gli apparecchi
E questa è una tutela nei confronti dei consumatori che così evitano di comprare apparecchi obsoleti, magari con la beffa degli incentivi statali, che per ricevere le trasmissioni numeriche necessitano di un decoder esterno e dunque con aggravi di costi, dispendio energetico (per non parlare della scomodità dei due telecomandi, uno per il tv e l'altro per il set-top box).
In realtà le cose sono ben diverse in alcuni punti vendita: i vecchi tv solo analogici si trovano ancora ma soprattutto negli scaffali della grande distribuzione specializzata continuano ad esserci "bancali" di videoregistratori Dvd/Hdd recorder privi di sintonizzatore digitale, che sfuggono alla norma che vieta la vendita solo dei televisori. In pratica per funzionare con il digitale devono essere collegati a loro volta a un altro decoder, insomma si tratta di prodotti da evitare senza ripensamenti: sono inutili fondi di magazzino che non dovrebbero essere neppure venduti, e rappresentano una sostanziale truffa – legalizzata - nei confronti dei consumatori.
La tempistica
Ma le antenne dei telespettatori sono puntate tutte sul passaggio al digitale. Per Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi (Associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree e alcune Tv locali) «il 2009 e il 2010 saranno anni decisivi per il passaggio al digitale terrestre, perché porteranno a oltre il 70% del paese una nuova offerta televisiva». I vantaggi – per gli utenti – di questo passaggio sono però solo parzialmente stati recepiti. La rivoluzione annunciata qualche anno fa è appena iniziata anche se i primi bilanci si possono fare: Valle d'Aosta e Sardegna hanno già effettuato lo switch off, il Trentino Alto Adige ha da poco affrontato lo switch over. La prossima tappa è fissata per le due del mattino del 20 maggio, quando toccherà al Piemonte – e segnatamente le province di Torino e Cuneo e 74 comuni della provincia di Asti, per circa tre milioni di persone coinvolte - gestire lo spegnimento del segnale analogico di Rai 2 e Rete4, che saranno ricevibili soltanto in digitale. Lo switch off di tutti gli altri canali è invece programmato tra il 24 settembre e il 9 ottobre 2009 mentre solo dal 17 marzo 2011 il Piemonte diventerà una regione all digital, così come lo è già la Sardegna.
Tempi ancora lunghi quindi – la chiusura del cerchio per la migrazione al digitale è fissata per il 2012 – ma per il viceministro per le Comunicazioni Paolo Romani il bilancio di fine anno, con il 30% del territorio nazionale sintonizzato solo sulle frequenze digitali, è sicuramente in attivo. Sempre che, ad esempio, lo switch off del Lazio non evidenzi "bachi di sistema" legati a una disponibilità di frequenze da assegnare inferiore al numero delle emittenti (il gap riguarda le Tv locali) attive sul territorio.
Gli impianti
Dei problemi "tecnici", spesso denunciati da consumatori e associazioni di categoria (copertura, adeguamento degli impianti, televisori con decoder integrato), si parla, in seno alle istituzioni, a fatica. E un rischio sottovalutato, almeno secondo i produttori di infrastrutture, è quello legato agli impianti. Aggiungere un decoder o utilizzare un apparecchio televisivo di ultima generazione potrebbe non bastare per ricevere (in particolari contesti ricettivi) i programmi digitali in chiaro in presenza di antenne obsolete o mal posizionate.
Se è vero che (la stima è di Fracarro, specialista in sistemi di antenna) la percentuale di impianti da aggiornare è del 5% per le singole abitazioni e i piccoli contesti condominiali, ma arriva al 90% per i grossi contesti abitativi (oltre 50 appartamenti) il problema è effettivamente serio. Anche per la limitata disponibilità di operatori sul territorio, composta da circa 3.500 installatori specializzati e circa 20mila generalisti. Gli organismi di settore, e in particolare l'Anitec (Associazione nazionale industrie informatica, telecomunicazioni ed elettronica di consumo, esponente della Federazione Confindustria Anie), hanno quindi lanciato un preciso allarme: o si aggiornano/installano ex novo (incentivando fiscalmente tali operazioni) gli impianti di ricezione in vista del passaggio al digitale terrestre oppure milioni di italiani rischiano, senza esserne a conoscenza, di rimanere "al buio" quando lo switch-off sarà completato.

18 maggio 2009
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