ArtEconomy24

Cardelli: «Raddoppiate le quotazioni del Mac sul mercato»

  • Abbonati
  • Accedi
INTERVISTA a cesare cardelli

Cardelli: «Raddoppiate le quotazioni del Mac sul mercato»

Da almeno 16 anni, Cardelli & Fontana di La Spezia è l’unica galleria in Italia a trattare in modo sistematico, con mostre e cataloghi, gli artisti del Movimento Arte Concreta. «Oggi abbiamo in portfolio Atanasio Soldati, Augusto Garau, Carla Badiali, Mario Radice, Mauro Reggiani, Manlio Rho, Gianni Monnet, Roberto Crippa, Nino di Salvatore, Ideo Pantaleoni, Ferdinando Chevrier, Gualtiero Nativi, Gianni Dova, e Angelo Bozzola di cui la galleria ha in programma una retrospettiva» spiega Cesare Cardelli.

Che mercato hanno oggi gli artisti Mac?

È un mercato rarefatto, dove è più difficile reperire le opere che trovare collezionisti a cui venderle. Pensi che nel 2015 portai ad Arte Fiera di Bologna un intero stand dedicato al Mac, con 15 dipinti degli anni 50 che vendetti in blocco ad un unico collezionista. In quasi vent’anni non sono ancora riuscito a creare il magazzino. Gli scambi sono in prevalenza italiani e i prezzi sono raddoppiati in dieci anni.

Qualche esempio?

Nell’asta di giugno a Il Ponte di Milano, una «Macchina Inutile» di Bruno Munari del 1945 è stata aggiudicata per 152.000 euro più diritti: un record. Mentre sono cresciuti del 100% le quotazioni dei comaschi Aldo Galli (1906-1981) e Manlio Rho (1901-1957).

Dove trovate nuove opere da proporre?

Spesso in asta o da collezioni e lasciti. Anni fa acquisimmo molte opere importanti da Luciano Berni Canani, che negli anni 90 aveva costituito la più grande raccolta di dipinti Mac.

Chi sono i nuovi collezionisti?

Cito Alessandro Mazzotta, quarantaquattrenne di Milano, che colleziona Mac da una decina di anni.

Com’è nata la galleria Cardelli & Fontana?

Nel 1981 fondai a Sarzana, in società con Francesca Fontana, la galleria Il Pomarancio. Nel 1996 cambiammo nome in Cardelli & Fontana e a Francesca Fontana subentrò il figlio Massimo Biava, più attento alla contemporaneità, seguito subito dopo da mia figlia Alessia.

Com’era l’ambiente artistico di La Spezia negli anni 90? Esisteva un collezionistico ligure?

C’era un buon collezionismo, merito del Premio del Golfo, nato nel 1949, secondo solo alla Biennale di Venezia che costituiva un punto di riferimento per professionisti e imprenditori locali: un’intera generazione di collezionisti tra cui Ettore Cozzani, Costantino Muricchio e altri industriali. Il problema è stato il cambio generazionale: i grandi collezionisti non hanno lasciato eredi e oggi le nostre vendite sono perlopiù in fiera.

© Riproduzione riservata