Considerato un'autorità nell'ambito dell'arte russa, il gallerista James Butterwick di Londra ha iniziato a collezionarla e venderla nel 1985; nel 1994 si è trasferito a Mosca, dov'è diventato il solo membro internazionale della Russian Society of Private Collectors e dal 2008 l'unico membro straniero della International Confederation of Antique and Art Dealers of Russia. Nel 2013 è entrato nella Society of London Art Dealers e dal 2015 l'unico gallerista di arte russa d'inizio secolo a Tefaf. Anche quest'anno parteciperà alla fiera di Maastricht con opere dell'avanguardia russa e ucraina. Il 17 marzo interverrà ad una conferenza sui falsi che si terrà all'Università di Bologna.
Che tipo di mercato è?
È un mercato molto esclusivo perché c'è poca disponibilità di opere autentiche. Recentemente c'è stata un'asta da Sotheby's (novembre 2016) in cui sono stati segnati prezzi molto importanti. È stata la prima volta dopo molto tempo che venivano offerte così tante opere di avanguardia russa geometrica, ed è stato un buon segno per il mercato da parte di una casa d'asta leader. Non penso che capiterà di nuovo a breve che Sotheby's abbia dieci disegni del genere.
Quanti sono i falsi?
Delle opere che mi vengono consegnate, di solito accetto per la vendita l'1-2%. Non uso la parola “falsi” quanto piuttosto “inaccettabili” perché privi di provenienza. Sono le opere che non verrebbero accettate dai grandi musei e dalle grandi case d'asta. Succede molto di frequente di imbattersi in opere prive di provenienza. Attualmente sono in causa con una casa d'aste belga per questo motivo. Una provenienza come “Collezione privata russa” non è accettabile.
Quando è iniziato il problema dei falsi?
Negli anni ’70 quando il KGB ha iniziato a immettere opere sul mercato occidentale per fare soldi. Molte erano genuine, ma molti erano falsi. Allora, però, non era ancora un problema. È diventato un vero problema negli anni ’90, quando i russi hanno iniziato a fare soldi e sono entrati nel mercato.
Prima della caduta dell'Unione sovietica c'era solo il mercato occidentale?
No, esisteva anche un mercato interno. Alcuni grandi collezionisti sono stati Yakov Rubinstein, Valery Dudakov, la famiglia Chudnovsky.
In realtà possiamo dire che esistevano due mercati: uno russo e europeo, meno regolato, e uno londinese, più serio, perché regolato dalle case d'asta.
Che cosa è successo con la caduta dell'Urss?
Tra il 1994 e il 1998 c'è stato un enorme aumento dei prezzi, nel momento in cui il mercato russo si è aperto. Io ero lì, ero il solo mercante occidentale in Russia. Poi c'è stata una battuta d'arresto con la crisi finanziaria. Ma le cose si sono sistemate velocemente, tanto che nel 2000 i prezzi hanno ricominciato a salire vertiginosamente fino alla crisi del 2008.
Ci fa un esempio dell'evoluzione dei prezzi?
Nel 1996 ho venduto un grande dipinto di Alexander Bogomazov a Mosca per 165.000 dollari. Lo stesso dipinto l'ho rivenduto, sempre in Russia, nel 2008 per 2,5 milioni.
E dopo la crisi?
Se hai in mano un dipinto molto bello, lo venderai facilmente perché c'è ancora un mercato e le case d'asta migliorano continuamente e offrono sempre più occasioni di vendita. Ma i compratori sono diminuiti per via della crisi che la Russia sta affrontando. Prima i miei compratori erano soprattutto russi. Ora, invece, sono per lo più europei e vengono a comprare solitamente a Tefaf.
Dove suggerisce di acquistare per evitare i falsi?
Bisogna affidarsi alle case d'asta top, comeChristie's e Sotheby's, o ai top-dealer.
Quali sono le gallerie specializzate?
Oramai non ce ne sono più. Qui a Londra c'era la St Petersburg Gallery, ma ha chiuso. Ci sono alcuni dealer che la trattano ma sono pochi.
Esistono cataloghi ragionati?
Per la maggior parte degli artisti russi no. È molto difficile. Io sto preparando quello di Bogomazov in vista di una retrospettiva a Kiev che sto curando. Oppure spesso, se ci sono, non sono affidabili. Per esempio si sa per certo che la Goncharova abbia dipinto 300 oli prima del 1915, mentre l'autrice del catalogo ragionato Denise Bazetoux ne elenca 460. È uno scherzo! Per Robert Falk c'è un buon catalogo. Per Malevich no.
E fondazioni?
Ci sono per Rodchenko e per Bogolov. Molte altre ci sono, ma non sono serie.
Quali sono le differenze di prezzo per le varie correnti dell'Avanguardia?
I Costruttivisti come Rodchenko e Popova sono incredibilmente difficili da trovare. Per un buon dipinto di Popova si arriva a 5 milioni di dollari. Per Rodschenko è stato appena stabilito il record da 3,6 milioni di sterline da Sotheby's a novembre.
Per quanto riguarda i Suprematisti, i prezzi di Malevich sono stabili. Per lui è più facile evitare i falsi perché c'è una grande esperta riconosciuta a livello mondiale, Alexandra Shatskikh a New York. Poi ci sono i suoi seguaci, come Ilya Chashnik, del quale Sotheby's ha venduto a novembre un rilievo per 2,4 milioni di sterline rispetto a una stima di 100.000-150.000. Poi c'è il gruppo “Knave Of Diamonds”, tra cui contano Robert Falk, Alexander V. Kuprin e Pyotr Konchalovsky. Un dipinto di quest'ultimo può arrivare a 10 milioni di dollari. Il Raggismo, invece, ha due soli rappresentanti: Goncharova e Larionov. Goncharova è molto rara, un suo dipinto vale 5-6 milioni di dollari. Nel 2008 ho venduto un Larionov per 5 milioni di dollari.
I Realisti rivoluzionari sono arrivati un po' dopo. Un dipinto di Kuzma Petrov-Vodkin può arrivare a 6-7 milioni di dollari, mentre un Aleksandr Deineka degli anni ’20 arriva a 5 milioni di dollari. I Primitivisti come i fratelli Burljuk rimangono tra i 10.000 e 1 milione di dollari.
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