ArtEconomy24

L’arte che voleva servire il popolo

  • Abbonati
  • Accedi
quotazioni artisti dell’avanguardia russa

L’arte che voleva servire il popolo

«I rematori», 1912, di Natalia Goncharova, olio su tela. Courtesy Collezione Vladimir Tsarenkov
«I rematori», 1912, di Natalia Goncharova, olio su tela. Courtesy Collezione Vladimir Tsarenkov

L’otto marzo 1917, San Pietroburgo, allora ancora Pietrogrado. Cento anni fa in questo giorno iniziavano le agitazioni che portarono all'abdicazione dello zar Nicola II e da lì a pochi mesi alla presa del potere da parte dei Bolscevichi. La Rivoluzione russa sconvolse le sorti politiche del paese per imporre il socialismo, sebbene dopo pochi anni si rivelò una dittatura al pari della precedente. Forse più rivoluzionaria e con conseguenze più durature fu la trasformazione che avvenne nell'arte dell'epoca: la rivoluzione delle Avanguardie, che troncarono con il passato per dare vita ad un nuovo modo di fare arte già nei primi anni del Novecento fino agli anni ’30, quando Stalin impose il Realismo socialista e fece deportare nei gulag molti di quegli artisti che prima erano serviti come strumento di propaganda. Per il centenario vengono ora celebrati in importanti mostre come «Revolution: Russian Art 1917-1932» alla Royal Academy of Arts di Londra (fino al 17 aprile), con prestiti dalla Russia che non sono mai usciti dal paese e difficilmente lo saranno di nuovo in futuro, e «A Revolutionary Impulse: The Rise of the Russian Avant-Garde» al MoMA di New York (fino al 12 marzo), con 260 opere della collezione del museo.
Gli artisti, allora giovanissimi, ci avevano creduto e si erano fatti portatori del messaggio rivoluzionario sfidando l'arte figurativa classica dell'accademia con l'arte astratta, i colori drammatici, l'assenza di prospettiva. L'arte non doveva più servire lo Stato e la Chiesa - affermava Malevich, il più rivoluzionario di tutti - non doveva illustrare la storia o avere a che fare con l'oggetto. Può esistere per se stessa, senza le cose. E così appese il suo quadrato nero (oggi alla Tretyakov Gallery di Mosca) là dove per tradizione si trovavano le icone, dando vita al Suprematismo. Oggi è lui la star del mercato: il suo record d'asta è 60 milioni di dollari, ben più di Kandinsky e Chagall, e l'attenzione si sposta anche sui suoi seguaci: El Lissitzky, ma anche Ilya Chashnik, che lo scorso 29 novembre daSotheby's a Londra ha visto un suo rilievo passare dalla stima 100-150mila sterline al record di 2,4 milioni. Un prezzo che non sorprende dato che si tratta di una delle poche opere superstiti dell'artista, i cui archivi a Vitebsk sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale.
Ma oltre al Suprematismo, l'Avanguardia russa è composta da una grandissima varietà di movimenti: dal Costruttivismo di Tatlin e Rodchenko (sempre all'asta di Sotheby's un suo acquarello è stato venduto per 3,6 milioni eclissando il precedente record di 420.000 sterline per un acquarello del 1917) al Raggismo della coppia Goncharova-Larionov (i loro dipinti quotano sui 5 milioni di dollari), al Neo-primitivismo del gruppo “Knave Of Diamonds”, influenzato anche da Cezanne e dal Cubismo, al Cubo-Futurismo, allo stile unico e improntato alla “prospettiva sferica” di Petrov-Vodkin.
I prezzi per questi grandi nomi sono milionari perché sul mercato ormai non è rimasto niente. «In parte è dovuto al fatto che ancora nel 1964 l'allora ministro russo della cultura Ekaterina Furtseva ha emesso un decreto per far distruggere tutte le opere dell'Avanguardia che erano nei musei» racconta Mathias Rastorfer, ceo e partner della galleria Gmurzynskadi Zurigo. «Anche i privati nascosero o distrussero le loro opere d'Avanguardia, perché mostrare queste opere era considerato agitazione politica e significava la deportazione in Siberia. Oggi la richiesta supera l'offerta; gli olii sono rari, si trovano per lo più lavori su carta».
Il mercato. Fino agli anni ’70-’80 non era così. Il mercato era per lo più europeo e i prezzi erano sulle migliaia di dollari. Poi, con l'apertura della Russia e l'ingresso degli oligarchi sul mercato, negli anni ’90, c'è stato un enorme aumento dei prezzi. «Nel ’98 c'è stata una battuta d'arresto con la crisi finanziaria – racconta il delaer James Butterwick di Londra, – ma le cose si sono sistemate velocemente, tanto che nel 2000 i prezzi hanno ricominciato a salire vertiginosamente fino alla crisi del 2008. Nel 1996 ho venduto un grande dipinto di Alexander Bogomazov a Mosca per 165.000 dollari; lo stesso dipinto l'ho rivenduto, sempre in Russia, nel 2008, per 2,5 milioni di dollari. Oggi, se hai in mano un bel dipinto, lo vendi facilmente perché c'è ancora mercato, ma i compratori sono diminuiti per via della crisi». Il mercato dell'arte russa, infatti, è in costante contrazione a causa delle sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione europea, della caduta dei prezzi del petrolio e del conseguente crollo del rublo, fattori che hanno ridotto drasticamente la capacità di spesa dei ricchi collezionisti russi.
I pericoli. Ma al di là della rarità, c'è un problema ben più grave che affligge il mercato delle Avanguardie: quello dei falsi. Durante gli anni di crescita del mercato, infatti, sono state immesse sul mercato contraffazioni che hanno seriamente danneggiato il mercato e portato grande scetticismo. I collezionisti che oggi non sono in grado di dimostrare la provenienza delle opere si trovano a dover vendere a valori molto inferiori come “scuola di” o “opera del periodo”. Il consiglio è affidarsi alle poche gallerie che ancora operano su questo mercato com Gmurzynska, sebbene meno di prima, e James Butterwick (prima c'erano diversi operatori in Francia, Annely Juda a Londra e Ingrid Hutton a New York), oppure di rivolgersi alle grandi case d'asta.
«Il dipartimento di arte russa di Sotheby's – dichiara Reto Barmettler, Head of Russian Pictures a Londra – considera molto seriamente la questione dell'autenticazione e prima di accettare opere in vendita, i nostri esperti devono sempre intraprendere una due diligence e un'ampia ricerca per impedire la vendita di beni contraffatti. Le opere dell'Avanguardia russa – prosegue Barmettler - sono accettate solo se sono registrate, hanno provenienza impeccabile e importante percorso espositivo. Nella recente vendita della collezione d'Avanguardia russa dello scorso novembre, è possibile far risalire quasi ogni singola all'artista o alla famiglia dell'artista. Inoltre, spesso ci consultiamo con gli specialisti esterni più rispettati nel campo per cercare ulteriori pareri su attribuzione, paternità, autenticità o contesto storico di un determinato lavoro». «In alcuni casi ricerchiamo fotografie storiche che testimoniano l'opera appesa nello studio o nella casa dell'artista che diventano un prezioso strumento per aiutare a autenticare un'opera d'arte» conclude l'esperto di Sotheby's.
William MacDougall, dell'omonima casa d'asta di Londra sostiene che il problema dei falsi interessa tutti i segmenti dell'arte occidentale, almeno tanto quanto quella russa. «Per l'Avant-garde russa certamente oltre la metà delle opere in circolazione sono false, ma è difficile essere precisi – dichiara MacDougall e prosegue dicendo che – evitiamo di accettare opere di cui non siamo sicuri al 100%, quindi rifiutiamo per prudenza opere che possono in realtà essere genuine, perché per esempio la provenienza non è del tutto chiaro. Il periodo d'Avanguardia russa è particolarmente difficile – spiega MacDougall – e l'utilizzo di pitture relativamente recenti non permette di avere risultati certi dalle analisi chimiche inoltre, talvolta, non è possibile risalire alla storia dell'opera per delineare la provenienza a causa della guerra e della rivoluzione».
I discepoli. Infine, sebbene sia opportuno diffidare dei nomi mai sentiti prima, si può guardare a quegli artisti meno noti che, seppur rari, rappresentano ancora un investimento (con le dovute precauzioni). Per esempio il costruttivista Boris Kosarev (Butterwick porterà̀ un suo collage a Tefafa 25.000 euro, le sue opere costano 15- 25.000 euro), o le tante donne che allora, grazie ai principi rivoluzionari, furono veramente allo stesso livello degli uomini, mentre oggi sono sottovalutate. Per esempio Maria Ender, che studiò il colore in relazione alla percezione (un suo acquarello su carta da Gmurzynska costa 40.000 dollari) o Maria Siniakova, primitivista, i cui prezzi da James Butterwick vanno da 12.000 a 25.000 euro.

© Riproduzione riservata