La raccolta dei diritti di riproduzione e di seguito per gli artisti visivi è aumentata nel 2015 del 27,4% sull'anno precedente fino ad arrivare a 181,1 milioni di euro. Ultimo dato utile ad oggi. È quanto emerge da uno studio della Cisac, la confederazione delle società degli autori e dei compositori che raccoglie 239 organizzazioni per la raccolta dei diritti d'autore in 123 paesi. È la percentuale di crescita più alta tra i segmenti presi in considerazione, che sono - oltre alle arti visive - la musica (+8,5%), la letteratura (+4,2%), il cinema (+15,1%) e il teatro (-1,7%).
In totale i diritti raccolti nel 2015 ammontano a 8,6 miliardi di euro con una crescita del 8,9% sul 2014. L’86,8% del totale versato è di competenza del settore musicale, mentre la quota delle arti visive è del 2,1% (era l'1,8% nel 2014).
Nelle arti visive, il 40,7% dei diritti raccolti fa riferimento ai diritti di riproduzione (+70% sul 2014), mentre il 24,8% è da attribuire al diritto di seguito (+8,7% sul 2014).
L'Europa è in testa. È qui che è stato raccolto il 94,8% dei diritti, il 30,5% in più sul 2014, per un totale pari a 171,7 milioni di euro (131,6 nel 2015), di cui 40,7% di riproduzione e 24,8% di seguito. I paesi più attivi sono stati la Germania con il 38,7%, il Regno Unito con il 16% (la società non monopolistica DACS ha visto aumentare di oltre il 19% i ricavi da Artist's Resale Right) e la Francia con il 15,7%, seguite da Italia e Paesi Bassi. Non è una coincidenza, visto che il droit de suite è nato in Francia più di un secolo fa e dai primi del 2000 è stato adottato dalla Comunità Europea, mentre tanti mercati ancora non lo hanno introdotto e, tra questi, player importanti come Usa, Cina e India. È sempre acceso, infatti, il dibattito sulla sua utilità e sui possibili effetti negativi sui prezzi e i volumi di vendita dell'arte, ma ora un nuovo studio promosso dall'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale di Ginevra (Wipo) sembra smentire questi timori. La Cisac sta lavorando insieme alla Wipo per promuovere il diritto di seguito in paesi come la Cina, il Giappone, l'Argentina e il Sud-Africa, e inoltre sta sviluppando uno strumento per monitorare l'uso dell'arte visiva online.
Il resto del mondo. In Canada e negli Stati Uniti, invece, è stato registrato un calo della raccolta dei diritti per l'arte visiva. Da 7,3 milioni di euro si è passati a 5,9 milioni (-19%); nella regione dell'Asia e del Pacifico, il totale è arrivato a 3 milioni di euro, con un incremento del 7,3% rispetto al 2014, e in particolare qui è aumentato il diritto di seguito del 53,7%. In testa Australia con una quota sul totale del 67,6% (+18,6%), seguita da Corea (17,7%) e Giappone (14,7%). Infine in America Latina e Caraibi c'è stato un andamento stabile, per un totale di 404mila euro (-0,1%). I diritti di seguito in questa regione provenivano da un unico paese, l'Uruguay, dove sono cresciuti da 38mila a 101mila euro. Infine in Africa si registra una contrazione del diritto: -22,8% a 11.000 euro, dove la raccolta dei diritti non ha prodotto dati significativi per lo studio, si distingue il Togo che ha registrato per la prima volta introiti da diritti d'autore piazzandosi al primo posto seguito dal Burkina Faso dove si è registrato un +2,8%.
Caso Italia. A che punto siamo con l’applicazione del diritto di seguito? Le gallerie del mercato primario dell'arte contemporanea hanno da tempo intrapreso un percorso di dialogo con i funzionari della direzione generale della sezione OLAF della Siae in relazione all'ambito di applicazione della normativa in materia di diritto di seguito (artt. 144 e ss. della legge 22 aprile 1941, n. 633 e ss.). Queste sostengono che i compensi per Dds non sono dovuti per le transazioni di vendita operate sulla base di mandati senza rappresentanza conferiti dagli artisti alle gallerie per la promozione e la vendita delle proprie opere d'arte configurandosi per tali transazioni una prima vendita non rientrante nell'ambito di applicazione della normativa. Nel gennaio 2013, le gallerie hanno presentato alla Siae un'istanza congiunta per esporre la propria posizione a seguito della quale è stato avviato un tavolo di lavoro che ha visto la partecipazione della Siae e degli operatori professionali del mercato con lo scopo di definire le linee guida operative che chiariscono le modalità di tenuta della contabilità e gli adempimenti contrattuali e amministrativi (contratti, registri, modalità di fatturazione). Ma prima della loro pubblicazione, la società di raccolta dei diritti, monopolistica sul mercato italiano, ha chiesto un parere al MiBACTche ha delegato al Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d'Autore, commissione speciale del Ministero presso la Direzione generale biblioteche e istituti culturali, il quale nel 2015 ha avviato le consultazioni delle parti interessate chiedendo alle gallerie del primo mercato di depositare un position paper. «Il Comitato per il diritto d'autore del MiBACT ha lavorato nel corso del 2016, mentre la Direzione generale del MiBACT, nei primi mesi del 2017, ha richiesto all'Agenzia delle Entrate una ulteriore verifica di carattere fiscale prevista per fine giugno. A seguire il Comitato emetterà il parere definitivo» spiega l'avvocato Silvia Stabile del FT arte e beni culturali di BonelliErede. La Siae continua a raccogliere tutte le informazioni atte ad assicurare il pagamento dei compensi delle seconde vendite, anche tramite l'esibizione della documentazione relativa alle vendite degli ultimi tre anni (art. 153, co. 2).
Ma cosa accadrà se il parere, come ci si attende, fosse positivo? «Il direttore della sezione OLAF, Pietro Bernardo, ha già dato la sua disponibilità a rivedere il memorandum d'intesa vincolante per il futuro per tutte le gallerie e a siglare un accordo per il passato con tutte le gallerie che parteciperanno al tavolo», conclude l'avvocato. Le gallerie si stanno già attivando per portare avanti ulteriori battaglie come Iva d'importazione (10% in Italia contro 5% nel Regno Unito), dogane, art bonus per l'arte contemporanea e tax credit per i costi di produzione, anche nell'ambito di un quadro più generale che vede attivo in prima persona il Ministro Dario Franceschini dalla cabina di regia degli Stati generali della fotografia.
SOCIETÀ Europa | STATO |
---|---|
Acs | United Kingdom |
Adagp | France |
Bildrecht gmbh | Austria |
Bildupphovsrätt | Sweden |
Bono | Norway |
Copydan billeder | Denmark |
Dacs | United Kingdom |
Gestor | Czech Republic |
Hungart | Hungary |
Ivaro | Ireland |
kuvasto | Finland |
Ofa | Serbia |
Pictoright | Netherlands |
Saif | France |
Siae | Italy |
Sofam | Belgium |
Upravis | Russian federation |
Vegap | Spain |
Vg bild-kunst | Germany |
Zpap | Poland |
CANADA/USA | |
Ars | United States |
Carcc | Canada |
Vaga | United States |
ASIA/PACIFIC | |
Apg-japan | Japan |
Jaspar | Japan |
Sack | Republic of Corea |
Viscopy | Australia |
AFRICA | |
nessuna | |
LATINO AMERICA & CARAIBI | |
Adavis | Cuba |
Apsav | Peru |
Artegestion | Ecuador |
Autorarte | Venezuela |
Autvis | Brazil |
Creaimagen | Chile |
Sava | Argentina |
Somaap | Mexico |
Fonte: Cisac |
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