Da quando rappresenta gli artisti del Pastificio Cerere?
La prima personale di Pizzi Cannella risale al 1986. Altre si sono susseguite nel 1990, 1994, 2000 e 2007. Inoltre lo abbiamo incluso in molte collettive e nei nostri stand ad Art Basel, Art Cologne, Art Karlsruhe, Fiac e altre fiere. Lo stesso vale per gli altri artisti della Nuova Scuola Romana. Nunzio ha avuto delle personali nel 1989, 1992 e 2001, Marco Tirelli nel 1991, Giuseppe Gallo nel 1988 e 1997, Gianni Dessì nel 1989, 1995 e 2000, Bruno Ceccobelli nel 1991 e 1995. Abbiamo sempre opere di questi artisti in magazzino.
Com'è nata la vostra collaborazione?
I miei genitori, Othmar e Delia Triebold, hanno aperto la loro galleria a Basilea nel 1986. Arrivavano dal collezionismo e cercavano un giovane gruppo di artisti europei che si distinguessero dal resto. Si impegnarono a lungo termine con i “Nuovi Romani” anche grazie alla mediazione del leggendario gallerista Lucio Amelio, del critico e curatore Achille Bonito Oliva, e su consiglio di Fabio Sargentini.
Qual è secondo voi il valore artistico di questi artisti, per cui avete deciso di rappresentarli?
All'epoca non accadeva granché di eccitante in Europa, fatta eccezione per i “Nuovi selvaggi” in Germania e gli artisti intorno a Robert Combas in Francia. La Transavanguardia non faceva per noi, gli artisti del Pastificio Cerere erano affamati e ci convinsero anche grazie alla loro eccezionale qualità estetica, che hanno mantenuto sempre fino ad oggi senza eccezioni. Per me personalmente l'amicizia che nacque con questi artisti è stata decisiva per la mia crescita. Senza questo incontro con delle persone meravigliose oggi non sarei un gallerista così convinto, anche se il focus del mio lavoro oggi si concentra più sull'Espressionismo tedesco. Privatamente colleziono questa corrente, ma anche la “Nuova Scuola Romana”.
Come si è sviluppato il mercato di questi artisti negli anni?
Quando guardo indietro all'evoluzione dei singoli artisti mi stupisco di quante poche concessioni abbiano fatto al mercato. Tutti, con un'eccezione, sono andati per la loro strada e si sono sviluppati ognuno per conto proprio in una direzione in modo costante. Proprio il fatto che questi artisti siano così diversi nel loro modo di lavorare e nella loro formazione rende il gruppo così forte. Per i “Nuovi Romani” non c'è stato mai un blocco creativo come quello che si è venuto a creare nella Transavanguardia relativamente presto dopo il grande successo e che ha portato ad uno sprofondamento dei prezzi saliti troppo velocemente. Per loro non c'è stato questo calo anche perché hanno condotto in modo consapevole l'evoluzione dei propri prezzi. Dare un giudizio del mercato attuale per me è difficile perché, come dicevo, ho spostato la mia attenzione sull'Espressionismo. Comunque, sin dall'inizio non sono mai stati artisti economici, anche solo per l'alta aspirazione alla qualità dei materiali e per lo scrupoloso modo di lavorare. Non sono mai state immesse velocemente opere sul mercato per generare profitti veloci.
Quali sono i prezzi? Sono cresciuti? Per quali artisti sono più alti?
I prezzi negli ultimi 30 anni sono aumentati del 200-500% a seconda dell'artista. Siccome il mercato era ed è principalmente italiano, con poche eccezioni, e gli artisti sono rimasti fedeli alla loro terra, non si sono finora sviluppate delle grandi carriere internazionali, salvo forse per Pizzi Cannella, che al momento ha una grande personale a San Pietroburgo. E naturalmente anche Nunzio con i suoi contatti col Giappone e la Francia, così come Marco Tirelli che pure ha un successo internazionale.
Giuseppe Gallo ha avuto molto presto successo con Sperone a New York e da Louver a Los Angeles, ma poi è calata l'attenzione. Bruno Ceccobelli all'inizio è stato quello che ha avuto più successo nel gruppo, ma poi si è perso in troppe cose, voleva raggiungere troppo in breve tempo e questo ha portato ad una saturazione del mercato e per questo è stato punuto. Per questo i suoi prezzi sono lontani da quello che le sue opere valgono, soprattutto i meravigliosi rilievi giovanili. Oggi si possono trovare opere grandiose a poco e consiglierei ad ogni collezionista di tenere gli occhi aperti e non esitare. Nel suo caso comunque si nota negli ultimi anni un ritorno ai suoi punti di forza.
Con il lavoro di Gianni Dessì personalmente non ho mai trovato un rapporto. È stato sempre molto intellettuale, e ha realizzato anche una serie di scenografie meravigliose per il teatro e l'opera. Non so quali siano i suoi prezzi attuali, la sua ultima mostra internazionale è stata quest'anno dalla nota Galerie Raab a Berlino.
Quali sono secondo lei le prospettive per questi artisti?
Credo che i prezzi di tutti questi artisti siano sottovalutati se si pensa alla loro importanza nel contesto europeo. Per questo motivo sono convinto che col tempo aumenteranno considerevolmente il loro valore. Questa convinzione mi spinge a ricomprare sempre le loro opere, che conservo in magazzino. Grandi curatori come Werner Schmalenbach, Lorand Hegiy, Achille Bonito Oliva, Danilo Eccher, Klaus Wolbert, Renato Barilli, Peter Weiermair, Laura Cherubini, Roberto Lambarelli, ecc. si sono occupati intensamente del lavoro di questo gruppo e solo questo è garanzia della qualità e dell'importanza dell'opera di ciascuno di loro.
Pizzi Cannella, Nunzio e Marco Tirelli sono i tre artisti del gruppo a mio parere più forti e dei quali ogni collezionista ambizioso dovrebbe avere qualcosa. Ma poi è facile avere anche qualcosa degli altri artisti del gruppo, per amore di completezza. Credo che tutte le grandi collezioni private e museali italiane lo abbiano già fatto. Ma sono anche rappresentati in tante collezioni private e pubbliche internazionali.
È un mercato prevalentemente italiano? Qual è la sua esperienza a livello internazionale?
Di sicuro è un mercato in prima linea italiano. E questo è anche il motivo per cui la crisi finanziaria italiana ha bloccato un corretto sviluppo dei prezzi come ci sarebbe dovuto essere da tempo. Valutare veramente il mercato italiano è per uno straniero impossibile, perché molto ancora si svolge in una zona grigia che per un serio mercante svizzero non è comprensibile. Negli anni siamo riusciti a piazzare importanti opere di questi artisti in grandi collezioni svizzere e tedesche e speriamo di riuscire a farlo anche in futuro.
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