Un mezzo espressivo con radici antiche e una storia millenaria, la scultura attraverso i secoli ha subito cambiamenti radicali. Soprattutto nel corso del Novecento, con l’introduzione del readymade e l’arte concettuale, l’attenzione si è spostata dalla maestria tecnica nella raffigurazione del soggetto e del movimento all’oggetto in sé, al contesto, al rapporto con lo spazio e al materiale.
«Il modo in cui è fatta la scultura oggi è interessante perché da un lato la tecnologia e i materiali sono più sofisticati – spiega George O’Dell, esperto d’arte contemporanea di Sotheby’s, – ma allo stesso tempo ci sono artisti che impiegano mezzi tradizionali come la ceramica e il bronzo. Tra gli “scultori” più interessanti oggi ci sono Rebecca Warren, Sarah Lucas, Isa Genzken, Seth Price, Justin Matherly, Urs Fischer, Ugo Rondinone, Ai Weiwei, Olafur Eliasson, Oscar Tuazon, Simon Denny e Timur Si Qin. I prezzi sono vari, ma nel complesso, forse, un gradino al di sotto dei pittori a loro contemporanei. Nel mercato della scultura, infatti, il livello d’interesse e il grado di comprensione è piuttosto alto». Se, da un lato, la tridimensionalità della scultura permette di avere un’esperienza dell’opera a tutto tondo, dall’altro è più difficile da collezionare per la logistica, il trasporto, il peso e i costi di produzione più alti. Soprattutto quando si tratta di grandi dimensioni, lo sbocco sul mercato è più difficile, anche se l’aumento dei musei privati degli ultimi anni e dei parchi scultura ha aperto nuove porte. Allo stesso tempo, però, la scultura conferisce alla collezione un valore più elevato, perché è più sofisticata, più museale rispetto a un quadro, che è più domestico, più decorativo.
«La scultura ha sempre avuto un mercato più limitato rispetto alla pittura o un’altra opera che si possa appendere alla parete – dichiara il gallerista Thaddaeus Ropac che rappresenta maestri come Antony Gormley, Tony Cragg e Richard Deacon, – ma è certamente un mercato in crescita con incrementi notevoli negli ultimi 20 anni».
È d’accordo il gallerista e advisor Edward Mitterrand, pronipote del presidente Francois, noto collezionista. «Con l’esplosione del numero di musei privati e pubblici, fiere e biennali c’è un’inedita richiesta di sculture. Anche il report 2017 di Tefaf riporta un mercato in costante aumento, sebbene sia di dimensioni minori rispetto a quello della pittura e anche meno liquido, perché si rivende più facilmente un quadro di una scultura, con cui si instaura una relazione più intima, più fisica. Anche in fase d’acquisto, la scultura richiede più tempo. Inoltre per i giovani artisti i prezzi salgono per via dei costi di produzione. Ma il confine tra opere bi e tridimensionali si sta offuscando, con artisti che lavorano tra pittura, scultura, fotografia e performance come Elad Lassry, Liz Deschenes, Donna Huanca e Kerstin Brätsch». Alcuni artisti da seguire, secondo Mitterrand, sono la svizzera Claudia Comte (König Galerie, prezzi sui 20-50.000 €), la francese Camille Henrot, che ha appena avuto una mostra al Palais de Tokyo (König Galerie, Kamel Mennour e Metro pictures, prezzi sui 30-250.000 €), la marocchina di base in Francia e Svizzera Latifa Echakhch (Kamel Mennour, Kaufmann Repetto, Eva Presenhuber, Dvir Gallery, prezzi sui 30-100.000 €) e il kosovaro Petrit Halilaj, attualmente in mostra al New Museum (Chert Lüdde e Kamel Mennour, prezzi sui 10-80.000 €).
Tra gli italiani segnaliamo Luca Monterastelli, che per le sue sculture utilizza il cemento, un materiale che per l’artista: «non ha nessuna nobiltà, è dozzinale, ma molto affascinante» (Lia Rumma, prezzi 5-35.000 €), Giulia Cenci (lavora dal 2013 con SpazioA di Pistoia, prezzi da 4-12.000 €) e Alice Ronchi, che lavora con una grande varietà di materiali, dal marmo al legno alla pietra ai tubi idraulici in PVC dalle vernici colorate (da Francesca Minini da 3.000 €), fino alle installazioni più complesse in metallo e led (15.000 € l’insegna “Greetings”). Un’altra italiana presente nel panorama internazionale dai primi anni 2000, con alle spalle tre biennali di Venezia, è Elisabetta Benassi; dal 2006 lavora con Magazzino di Roma, dove le sue sculture hanno un range di prezzo tra 20-100.000 €.
A livello museale, un’istituzione internazionale di riferimento è il Nasher Sculpture Center di Dallas, nato dalla collezione di Raymond e Patsy Nasher, possiede oltre 400 opere (recentemente ha acquistato un’opera del 1961 dell’americana Dorothy Dehner) e promuove un premio annuale per la scultura contemporanea del valore di 100.000 $ vinto da Pierre Huyghe nel 2017 e Theaster Gates per il 2018. «La definizione di scultura oggi è molto ampia e include oggetti, architettura, performance e video – dichiara il direttore Jeremy Strick. – Con l’avvento della realtà virtuale siamo di fronte ad una nuova dimensione che stiamo iniziando a comprendere solo ora». Tra gli artisti da tenere d’occhio, oltre alla già nominata Camille Henrot, Strick segnala Michael Dean e Annabella Papp, i cui lavori si rifanno alle forme più antiche di scultura per rinnovarle.
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