Marta Giani, Deputy Director e Specialist per l'arte contemporanea di Sotheby's Italia, ci offre una prospettiva sull'andamento del mercato del Gruppo N, analizzando criticità e margini di crescita. Dal 2018 Giani è Head of Sale delle vendite milanesi di Arte Moderna e Contemporanea.
Qual è l'andamento del mercato del Gruppo N?
Il mercato è focalizzato prevalentemente nel nord Italia, dove esiste uno “zoccolo duro” di collezionisti. Alcune case d'aste
italiane, maggiormente orientate al mercato interno, hanno ottenuto ottimi risultati per il Gruppo N, in particolare con Alberto Biasi e Toni Costa. Le opere di questi artisti sono vendute anche a Londra, ma vengono acquistate prevalentemente da collezionisti italiani.
In generale, quello del Gruppo N è un mercato di nicchia anche a causa, forse, di un'incomprensione da parte della critica:
i membri del gruppo sono stati così tanto precursori dei tempi da non riuscire a essere pienamente compresi. La loro arte
è stata ridotta spesso a un fenomeno cinetico e meccanico e interpretata secondo una visione dinamica, in realtà del tutto
assente nella loro poetica. Il loro scopo era rendere oggettivo il processo creativo, eliminandovi ogni elemento di soggettività.
Estrema ratio di tale idea è il rifiuto dell'autorialità, che si traduce nella mancanza di firma sulle opere, nate e presentate
come lavoro collettivo. Ma il mercato, dopo un primo apprezzamento per la novità, ha faticato ad accogliere una simile concezione.
È un mercato in crescita?
Negli ultimi tre-quattro anni si è riscontrata una crescita più decisa per il mercato di Biasi e Costa, che si è però un po'
fermata nell'ultimo anno. Tuttavia non si può ancora parlare di un cambiamento radicale rispetto al passato, capace di portare
i membri del Gruppo N al gradimento di un pubblico internazionale.
Quale fattore ha limitato il successo di mercato?
La mancanza di una consacrazione. La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1964 è stata preparata con cura allo scopo di raggiungere la visibilità internazionale. Nel 1963 avevano partecipato
alla Biennale di San Marino, dove avevano vinto il primo premio. Precedentemente, si erano svolte mostre importanti, come «Arte Programmata» presso il
negozio Olivetti di Milano curata da Munari. Tutto era pronto per il salto in avanti. Ciononostante il Gruppo N non ha ricevuto la consacrazione sperata a causa forse
di una combinazione di due fattori principali: da un lato la presentazione della Pop Art a Venezia e dall'altro, poco dopo,
l'exploit dell'Arte Povera.
Si può ipotizzare una prospettiva di crescita?
Prevedere l'andamento del mercato è sempre difficile. Si può immaginare una reazione interessante, ad esempio, a seguito di
mostre internazionali importanti. In questo caso però non abbiamo ancora segnali forti. Sicuramente se emergesse un capolavoro
di uno degli artisti, proveniente da una importante collezione o esposizione, Sotheby's non esiterebbe a inserirlo in un'asta,
anche internazionale, per raccontare una storia inedita.
Con quale ottica Sotheby's porta in asta questi artisti?
Nella scelta degli artisti da presentare a Milano Sotheby's adotta una visione globale, prediligendo artisti che abbiano un
mercato capace di valicare i confini nazionali. Per non ripetere sempre il medesimo format, però, inseriamo anche artisti
più orientati al mercato locale come il Gruppo N. In questi casi nella costruzione del catalogo è cruciale il contesto in
cui vengono inseriti. Ovviamente presentare un lavoro del Gruppo N tra Casorati e Sironi non significherebbe valorizzarlo, mentre idealmente potrebbe ben figurare vicino ad artisti come Munari, Alviani, Apollonio.
Gli artisti più quotati?
Biasi e Costa hanno ricevuto una visibilità all'estero grazie al lavoro di alcune gallerie come la Cortesi a Londra. La loro è un'arte più “facile” dal punto di vista commerciale, di maggior impatto estetico e di comprensione più
immediata per il pubblico. Opere di Massironi, Landi e Chiggio sono transitate da Sotheby's esclusivamente nella forma della trattativa privata.
Come giudica le quotazioni del Gruppo N a confronto con il Gruppo T e il Gruppo Zero?
Il Gruppo T si attesta a un livello abbastanza simile, anche se più “sdoganato”, mentre il Gruppo Zero ha raggiunto già da
tempo una portata internazionale e quotazioni ben più elevate. Sicuramente influisce il respiro internazionale che già in
origine caratterizza la formazione del Gruppo Zero e che purtroppo è mancato per gli altri.
Qual è l'identikit del collezionista del Gruppo N?
Si può dire che i collezionisti appartengano a due profili: da un lato coloro che hanno iniziato ad acquistare negli anni
Sessanta alla ricerca di novità, dall'altro i giovani che si affacciano ora al mondo dell'arte. Questi trovano nel Gruppo
N un interessante esempio di ricerca e sperimentazione a prezzi ancora abbastanza contenuti.
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