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Collezionare è un modo di vivere

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Collezionare è un modo di vivere

Imprenditore farmaceutico in pensione, Juan Augusto Vergez colleziona insieme alla moglie Patricia da 35 anni.

Come avete cominciato?
Quando ci siamo sposati e dovevamo arredare casa abbiamo messo in lista nozze un dipinto del surrealista argentino Juan Batlle Planas (1911-1966). La nostra collezione oggi è molto diversa da quel primo acquisto, ma è stato fonte d’ispirazione.

Che tipo di arte avete in collezione?
Per l’80% internazionale e per il 20% latino americana. Negli anni 90 abbiamo scoperto l’energia di Berlino dopo la caduta del muro e abbiamo acquistato opere di artisti che lavoravano lì. Le opere d’arte argentina, invece, vanno dagli anni ’70-’80 a oggi, con artisti come Alberto Heredia, Emilio Renart, Víctor Grippo, Jorge Macchi, Mariela Scafati, Nicola Costantino, Pablo Siquier e Rosario Zorraquin. Tra gli artisti latino americani ci sono Doris Salcendo, Ana Mendieta, Gabriel Orozco.

Che cosa vi motiva a comprare arte?
È un modo di vivere e di comunicare.

È anche un investimento?
Onestamente no perché non vendiamo. Non so se lo faranno i nostri figli. È un investimento se realizzi la vendita, ma noi siamo felici di poter goder dell’opera in casa.

Quante opere possedete?
Più di mille, ma non sappiamo di preciso, non le abbiamo contate.

Mostrate la collezione al pubblico?
Abbiamo uno spazio a Buenos Aires, nel quartiere di San Telmo, un edificio su quattro piani in cui è esposta la collezione. È aperto su appuntamento per gruppi di persone del mondo dell’arte. A settembre abbiamo ospitato i collezionisti di Art Basel Cities, a novembre accoglieremo un gruppo del Guggenheim.

Com’è la scena artistica e il mercato dell’arte in Argentina?
È forte, ci sono artisti bravi, ma siamo lontani dall’Europa e dagli Stati Uniti, pochi artisti arrivano lì e hanno successo, come Tomás Saraceno, Amalia Pica, Jorge Macchi. Tanti altri fanno fatica. Eduardo Basualdo sta riscuotendo successo, fino a dieci anni fa era sconosciuto, noi lo consigliavamo a tutti.

Quali artisti ci suggerite?
Mariela Scafati, Juan Tesi, Rosario Zorraquin, Ana Gallardo, Martín Legón.

Quali sono i prezzi dell’arte in Argentina?
Sono molto bassi rispetto al resto del mondo, in genere sotto i 5.000-10.000 dollari, e la qualità è alta. Rappresenta, quindi, un’ottima opportunità.
Ci sono artisti storicizzati che non hanno ancora ricevuto la giusta attenzione?

Alfredo Prior, un artista degli anni ’80. Tutti i collezionisti argentini lo conoscono.

Che cosa manca alla scena artistica argentina che Art Basel può portare?
La visibilità e l’organizzazione. Per la prima volta gli svizzeri sono riusciti a far sì che tutti i musei, le gallerie e i collezionisti aprissero contemporaneamente, a portare un pubblico internazionale e a creare un corridoio tra Buenos Aires e San Paolo, dove ha aperto in quei giorni la Biennale. Se riusciamo a capitalizzare su questo, riusciamo a cambiare il paradigma.

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