Sono nati negli anni ’80, hanno percorsi di formazione molto vari, viaggiano, frequentano residenze d’artista, vivono fuori dalla madre patria, partecipano a premi d’arte internazionali, espongono in mostre collettive. Sono gli artisti di domani, da ricercare in ottica rigorosamente globale. Per alcuni di loro il 2019 sarà ricordato come l’anno del debutto nel mercato, con la prima personale in una galleria privata che scommette sul loro potenziale. È il caso dell’argentino Gabriel Chaile, classe 1985, artista indigeno di Buenos Aires, già scelto da Cecilia Alemani per Art Basel Cities, che la scorsa estate è entrato a far parte degli artisti di ChertLüdde di Berlino e il prossimo settembre avrà il suo primo solo show dopo che la galleria ha testato il suo mercato alla fiera di Marsiglia Art-O-Rama e ad Artissima. Le sue opere, che spaziano dalla scultura alla pittura toccando temi personali ma anche narrazioni fantascientifiche e riflessioni legate all’utilizzo di materiali poveri, quotano tra 2.000 e 7.000 €. Si tratta, infatti, di una generazione capace di muoversi con disinvoltura da un mezzo espressivo all’altro a seconda del messaggio senza imporsi limiti. Come l’americano Joshua Miller, classe 1981, di base a Los Angeles, che nei suoi dipinti passa dal figurativo all’astratto secondo una personale rivisitazione del Postmoderno, e utilizza una griglia come elemento ricorrente che gli consente di visualizzare più immagini contemporaneamente sullo stesso livello. In autunno la galleria t293 di Roma ha in programma la sua prima personale, con lavori con un range di prezzo tra 5.000 e 6.500 dollari.
Il 2019 porterà fortuna anche a chi quest’anno avrà la prima mostra in uno spazio pubblico, che sia una Kunsthalle (l’istituzione del mondo di lingua tedesca concepita con lo scopo di esporre l’arte attuale senza l’impegno di una collezione), o uno spazio indipendente, una fondazione privata, o un’istituzione pubblica. È il momento in cui c’è un curatore indipendente a sancire il valore artistico dell’opera, con il suo giudizio in teoria fuori dal mercato, in realtà molto influente. Per la prima volta in Italia nello spazio indipendente FuturDome vedremo, per esempio, alla fine di quest’anno la norvegese Ann Cathrin November Høibo, classe 1979, le cui sculture si basano su fili intrecciati che formano arazzi in cui l’artista inserisce oggetti e materiali estranei. Le gallerie che la rappresentano, Standard di Oslo e Carl Freedman di Londra, mantengono il riserbo sui prezzi e il mercato è probabile che crescerà.
Certo non tutti lasceranno il segno, alcuni rimarranno delle meteore. Chi ci crede, intanto, è l’oligarca ucraino Victor Pinchuk che dal 2009 ha fondato un premio biennale dedicato agli artisti under 35, il Future Generation Art Prize. Tra pochi giorni (9 febbraio) aprirà nel suo museo privato a Kiev (Pinchuk Art Center) la mostra dedicata ai 21 finalisti proclamati lo scorso settembre, in vista dell’annuncio del vincitore il 22 marzo (mostra fino al 7 aprile). In palio la generosa somma di 100.000 dollari, di cui 40.000 per la realizzazione di un’opera. In Italia li vedremo in mostra a Venezia durante la prossima Biennale, dal 9 maggio all’1° agosto. Tra di loro c’è il messicano Rodriguez Hernández, 34 anni, che è già rappresentato da ben tre gallerie (P420 di Bologna, Madragoa di Lisbona e ChertLüdde di Berlino) e ha esposto in varie occasioni sia istituzionali che di mercato. I suoi lavori vanno da 3.000 € per i disegni a 35.000 € per le grandi installazioni. Un’altra candidata è la nigeriana Toyin Ojih Odutola, 33 anni, cresciuta negli Usa, già famosa per i disegni in cui narra la storia di due ricche famiglie nigeriane immaginarie per riflettere sulla storia e sull’identità africana. L’anno scorso ha avuto la sua prima mostra personale al Whitney di New York e in asta a maggio da Sotheby’s un suo ritratto stimato 10-15mila $ è passato di mano per 62.500 $. Molto rapida è stata l’ascesa anche di un’altra candidata al premio, la francese Marguerite Humeau, vista l’anno scorso alle Fonderie Battaglia di Milano durante la fiera Miart. Nel giro di pochi anni è passata da una galleria di ricerca di Berlino, Alexander Duve, alla galleria con sede a New York e Bruxelles Clearing, ma soprattutto le sue opere sono state mostrate e comprate da musei come la Tate e il Palais de Tokyo.
Essere under 40, infatti, non significa per forza avere quotazioni accessibili. Artprice ha stilato una classifica dei primi dieci del 2018 per risultati d’asta, in cui i primi due artisti hanno addirittura due risultati milionari ciascuno: l’americana di origine nigeriana Njideka Akunyili Crosby, rappresentata da Victoria Miro che ne protegge gelosamente il mercato (record da 1,932 milioni di $), e il cinese Hao Liang, che fa rivivere l’antica pittura a inchiostro ed è rappresentato da niente di meno che Gagosian (record da 1,855 milioni). Entrambi hanno 35 anni. Da paura!
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