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Una collezione tra fotografia e figura

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Una collezione tra fotografia e figura

«Moths and Ladybird», 2018 di Patrizio Di Massimo, olio su tela (40 x 50 cm). (Collezione Antonio e Annamaria Maccaferri)
«Moths and Ladybird», 2018 di Patrizio Di Massimo, olio su tela (40 x 50 cm). (Collezione Antonio e Annamaria Maccaferri)

Antonio e Annamaria Maccaferri vivono a Bologna, collezionano arte contemporanea dal 2000, con una passione per la fotografia, ancora oggi nucleo principale della collezione e alla quale nell’ultima edizione di Artefiera a Bologna hanno dedicato il Primo Premio per la Fotografia. In questi ultimi anni l’istinto che li accomuna nelle scelte artistiche li ha guidati verso un nuovo linguaggio: la pittura figurativa.

Dalla fotografia alla pittura figurativa: quali sono gli ultimi sviluppi della collezione?

Abbiamo sempre collezionato seguendo il nostro gusto in maniera molto libera. Nei primi anni ci siamo concentrati sulla fotografia, una passione che ha coinvolto entrambi. Raramente nel corso degli anni abbiamo acquistato opere diverse, qualche scultura e alcuni dipinti, ma la fotografia è stato il linguaggio principale che ha alimentato la nostra collezione e che tuttavia non abbiamo abbandonato. Sicuramente avevamo il desiderio di aprire sempre di più la nostra collezione alla pittura, un desiderio chiaro che abbiamo sviluppato per imparare a conoscere un mondo nuovo. Non eravamo del tutto formati e quindi abbiamo sperimentato il divertimento di guardarci intorno, per comprendere e apprezzare questo linguaggio. Parallelamente avevamo anche la volontà di scegliere artisti giovani ed emergenti, come in passato per la fotografia. Questa passione ci ha portato a guardare in modo più specifico i giovani artisti figurativi, entrando in questa nicchia.

Come è nata questa passione: cosa ha fatto scattare la scintilla?

È stata un’evoluzione continua della nostra collezione, del nostro gusto, ma come ho affermato anche il desiderio di voler conoscere nuovi artisti e, in modo naturale, non scientifico, non programmato abbiamo iniziato a collezionare pittura figurativa. Tutto è iniziato circa due anni fa ad Art Verona, fiera che non avevamo frequentato in passato. Abbiamo visitato la fiera con un amico curatore, Antonio Grulli, e abbiamo visto delle proposte molto interessanti. Questo momento ha influito in modo decisivo nel nostro percorso di ricerca artistica e abbiamo conosciuto gallerie con le quali poi, in questi anni, è proseguito il rapporto.

Quali sono gli artisti presenti in collezione?

Principalmente artisti italiani tra cui Matteo Fato, Thomas Braida, Paola Angelini, Luca Bartolo, Giulia dall’Olio, Patrizio di Massimo, Andrea Fontanari e Gianni Politi, anche se in collezione vi sono i lavori di altri artisti, sempre figurativi, come i cubani Alejandro Campins, Michél Perez Pollo, Andrea Bowers, Ida Tursic & Wilfried Mille, Marcus Harvey e Harland Miller, ma fanno riferimento a scelte meno strutturate.

Il primo acquisto?

Matteo Fato, circa tre anni fa.

L’ultimo acquisto?

A Milano all’ultima edizione del miart abbiamo acquistato da Monitor un lavoro di Thomas Braida, «Toromeccanico», un olio su tela del 2018 per 6.000 euro circa.

In Italia, quali gallerie seguite?

Monitor, SpazioA con Luca Bertolo che apprezziamo tantissimo insieme ad altri artisti figurativi della galleria anche se più concettuali, e la galleria romana Lorcan O’Neill dove abbiamo acquistato due opere di Gianni Politi.

È in crescita la pittura figurativa?

Sicuramente, lo dimostrano le proposte nelle fiere italiane e la maggior offerta delle gallerie.

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