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Dossier La sedia non smette mai di rinnovarsi

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Dossier | N. 46 articoliSalone del Mobile 2017

La sedia non smette mai di rinnovarsi

Saintluc, sedia Field, design Philippe Nigro; ha la scocca in fibra di lino e resina organica
Saintluc, sedia Field, design Philippe Nigro; ha la scocca in fibra di lino e resina organica

Nell’universo variegato della sedia, archetipo dell’arredo che riesce sempre a rinnovarsi, il 2017 è l’anno di una celebrazione importante per il design italiano e non solo: compie, infatti, sessant’anni la sedia 699 Superleggera, disegnata da Gio Ponti nel 1957 in collaborazione con i figli di Amedeo Cassina e da allora prodotta da Cassina e meticolosamente realizzata a Meda, nel cuore originario dell’azienda. Simbolo della modernità e del genio italiano, la Superleggera (festeggiata con una nuova variante con struttura rossa e tessuto speciale in soli 60 esemplari) coniuga mirabilmente ricerca e tradizione. Una lezione che si riflette nelle sedie che a breve saranno presentate al Salone del Mobile e che rileggono le forme del passato in chiave contemporanea.

È dichiarato, anche nel nome, il richiamo agli anni Cinquanta per la sedia Fifties di Calligariso, firmata dallo studio Busetti Garuti Redaelli, che reinterpreta i canoni stilistici di quel decennio: la sottile struttura a quattro gambe in tondino di metallo ottonato o verniciato nero sostiene schienale e seduta dall’elegante silhouette leggermente incurvata, rivestiti in cuoio o in velluto, tessuto di grande attualità nelle tinte sabbia, terra, bosco, mattone e blu oceano. La grazia degli arredi Liberty rivive nel modello Perla di Riflessi, un progetto di Stefano Sandonà e Sabrina Bettini, che si sono ispirati a temi femminili per disegnare le nuove collezioni di sedute dalle forme morbide e sinuose. Perla, in particolare, è sostenuta da una struttura in tondino di metallo caratterizzata dall’incrocio delle gambe posteriori: apparentemente in bilico, in realtà ben stabile, la struttura supporta uno schienale a forma di goccia e un comodo sedile soft, che ne accentuano il carattere aggraziato e vezzoso.

Nella sedia Julie di Trabà Emilio Nanni interpreta la sedia tradizionale in legno modellandola sapientemente e purificandola nelle linee, aggiungendo infine un intreccio in corda nello schienale, dettaglio che rievoca memorie contadine. Un tessuto antico e naturale come il lino è protagonista della sedia Field, progetto di Philippe Nigro per Saintluc, in cui la tecnologia contribuisce a un’innovativa funzionalità della materia. In Field, infatti, la scocca monoblocco è ricavata da fibre di lino irrigidite grazie a una resina organica, che trasforma il tessuto in materia strutturale, valorizzandone le potenzialità estetiche e tecniche.

La scocca monoblocco è anche la caratteristica di Lias, sedia disegnata da Gino Carollo per Bonaldo, il cui nome deriva dalla parola layers (strati). L’effetto di stratificazione è evidente nelle due bordature parallele che definiscono il perimetro dell'intera scocca imbottita, un dettaglio sartoriale che richiama la manifattura artigiana di un tempo.

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