Quasi duemila posti letto a ridosso del fascio dei binari, cinque nuovi edifici a due passi dalla stazione ferroviaria e in diretto collegamento con il Ponte della Libertà. Vocazione turistica, per tutte le tasche, dall’ostello al 4 stelle, per ridare vita ad un’area industriale dismessa. In 22 mesi di cantiere, non senza contestazioni e polemiche per l’incremento della pressione turistica low cost sulla città lagunare, ce l’ha fatta la finanziaria austriaca Mtk developments a portare a segno la riqualificazione di Ca' Marcello a Mestre.
In un’area di 16mila mq di superficie, tra la ferrovia, l’omonima strada e il cavalcavia ferroviario, il progetto firmato dallo studio veneziano Luciano Parenti ha previsto la realizzazione di un ostello, tre hotel, tre spazi commerciali, una piazza, un’area giochi, spazi di incontro, aree verdi, una pista ciclabile, collegamenti diretti con il binario 1 della stazione e interventi vari di ricucitura; il tutto con una dotazione di servizi, soprattutto parcheggi, risolti parzialmente da due silos. Il primo hotel ha già aperto i battenti, ma l’inaugurazione ufficiale del complesso è fissata per oggi giovedì 20 giugno. Entro il mese di luglio tutte le strutture saranno operative e le corse degli autobus in questa zona si sono già intensificate.
La prima idea di progetto per quest’area era stata abbozzata già negli anni ‘90 quando era ancora in funzione l’attività dello stabilimento Demont, ma solo a distanza di più di vent’anni, una task force internazionale ha dato concretezza all’intervento con 70 milioni di investimento. «Inizialmente c’era l’idea di costruire un paio di hotel, ma erano gli anni della crisi – racconta l’architetto Parenti – e l’operazione si è arenata nonostante i progetti esecutivi realizzati e i contratti chiusi. Ivan Holler, uno dei soci della Mtk, ha messo in campo le sue conoscenze internazionali nel settore e ha fatto leva sui brandi interessati alla gestione delle singole strutture per definire le condizioni e l’entità dell’investimento».
Più nel dettaglio, nell’area di Ca’ Marcello, è stato realizzato l’Hotel Leonardo Royal, un quattro stelle superior con 244 stanze e 225 mq di spazi congressuali e ristorante aperto al pubblico; si tratta del terzo albergo italiano del brand che fa capo alla catena israeliana Fattal Hotels che conta 350 strutture complessive. Il Rent Apartments è gestito dal gruppo irlandese StayCity con 175 appartamenti. C’è poi l’Ostello Wombat's con 112 camere, gestito da una catena austriaca specializzata nel settore e l'Hotel 7 Day Premium, tre stelle con 208 camere, un budget hotel gestito da una catena cinese con 3mila strutture in Cina. All’ostello e ai tre hotel si uniscono due parcheggi, uno a Est con 253 posti macchina e 16 posti moto e uno a Ovest con 266 posti macchina e 80 per moto.
Un progetto di sostituzione edilizia, dove la nuova edificazione è stata subordinata alla demolizione integrale dei fabbricati industriali preesistenti, caratterizzato da una buona dose di industrializzazione: scelta quasi obbligata per contenere i tempi e garantire le performance richieste.
«Un albergo è un vestito su misura di chi lo gestisce – racconta l’architetto Parenti che guida uno studio attivo nel settore dell'hotellerie con un fatturato variabile tra i 2 e i 3 milioni l’anno – e quando Mtk ha individuato i brand che davano garanzia dal punto di vista della gestione nel lungo periodo, abbiamo dovuto fare i conti con i capitolati prestazionali delle quattro strutture. Per i fronti dei fabbricati abbiamo proposto un’intelaiatura di pannelli in calcestruzzo prefabbricati, nella gradazione cromatica dei beige, alternati a finestre a tutt’altezza. Abbiamo fatto tesoro di un brevetto dell’impresa Setten di Oderzo che in cantiere era in Ati con la Di Vincenzo di Pescara e Pianca. Ancora, per gli 850 bagni previsti da progetto – aggiunge – abbiamo realizzato dei mock up con l’azienda vicentina Sterchele e in cantiere sono arrivate le cellule industrializzate, già verificate, pronte da inserire nella struttura; un guadagno notevole in termini di tempo».
© Riproduzione riservata