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il congresso di zurigo

Si ritira Ali al-Hussein. Blatter è riconfermato alla guida della Fifa

Sepp Blatter ce l'ha fatta anche questa volta. Il 79enne svizzero ha ottenuto ieri a Zurigo il quinto mandato consecutivo alla presidenza della Fifa. Nel primo scrutinio, Blatter ha ottenuto 133 voti, a un pugno di voti dal quorum dei due terzi, contro i 73 voti del principe giordano Ali bin al-Hussein. A partire dal secondo scrutinio sarebbe bastata la maggioranza semplice, ma non ce n'è stato bisogno. Lo sfidante ha deciso di ritirarsi, dando così di fatto il via libera alla conferma di Blatter.

La tempesta c'è stata e, secondo molti osservatori, le conseguenze sugli equilibri nel mondo del calcio ci saranno. L'inchiesta Usa su alti funzionari dell'organizzazione per tangenti e gli arresti a Zurigo nei giorni scorsi; l'indagine elvetica sulle assegnazioni dei Mondiali alla Russia nel 2018 e al Qatar nel 2022; lo scontro geopolitico con il leader russo Putin che difende Blatter e il britannico Cameron e altri leader europei che invece lo attaccano. Tutto questo è successo e avrà probabilmente riflessi. Ma intanto Blatter resta presidente.

«Avrei potuto ricevere più voti ma andiamo avanti. Ringrazio tutti per avermi dato la possibilità di guidare ancora il calcio per i prossimi quattro anni», ha detto ieri Blatter, appena rieletto, ringraziando i delegati Fifa. Sembra che per lui abbiano votato Africa, Sud America, quasi tutta l'Asia. L'europea Uefa, guidata a Michel Platini, si è invece opposta. «Lo confesso, oggi ero un po' nervoso, ma adesso sono un uomo felice. E voglio bene ad ognuno di voi, sono il presidente della Fifa, il vostro presidente. Non serberò nessun rancore nei confronti di chi mi ha preferito il principe Ali», ha aggiunto Blatter. Al congresso Fifa aveva già detto: «C'è molto lavoro da fare, ma non serve un rivoluzione, serve un'evoluzione. Sono finito nella tempesta, ma voglio risalire la china e lasciarvi una Fifa forte, integrata nella società, solida e capace di respingere le intromissioni della politica. Da domani bisogna cominciare. Mi conoscete, sapete con chi avete a che fare. Dicono che sia qui da troppo tempo: ma cos'è il tempo? Il tempo è eterno, si può tagliare. A me sembra di essere qui da poco».

Dopo la rielezione, le reazioni di sostenitori ed oppositori. «Blatter - ha detto il presidente dell'Unione calcistica russa, Nikolai Tolstikh - capisce i problemi e le sfide del tempo e sa su quale strada si deve sviluppare il calcio». «Il principe Ali è stato molto bravo. Ottenere 73 voti è un buon risultato. Ma Blatter è Blatter», questo il commento del segretario generale della Fifa, Jérôme Valcke. Che gli scandali non abbiano influito in modo determinante sul voto non ha sorpreso Valcke: «Non dimentichiamo che la Fifa è la parte lesa».

Sul versante degli oppositori, c'è la delusione della Federazione americana, ma non una presa di posizione delle autorità politiche Usa, che non hanno commentato la rielezione di Sepp Blatter alla guida della Fifa. «È una decisione che spetta alla stessa organizzazione», e «noi lasciamo che sia essa a prenderla», ha affermato il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. «Sono orgoglioso del fatto che la Uefa abbia difeso e sostenuto un movimento favorevole al cambiamento all'interno della Fifa», così Michel Platini, secondo cui è un passaggio «fondamentale se la Fifa vuole riconquistare la sua credibilità. Le mie congratulazioni al principe Ali, ringrazio le federazioni che lo hanno sostenuto». Dal canto suo, Luis Figo - a lungo candidato alla presidenza della Fifa e poi ritiratosi a pochi giorni dal voto - ha affermato: «Oggi è una giornata nera. Hanno perso il calcio e quelli che lo amano». «Non si può condurre la Fifa facendo piazza pulita delle più elementari regole di trasparenza, legalità e democrazia – ha aggiunto l'ex calciatore portoghese - Il signor Blatter conosceva e tollerava la corruzione. La sua rielezione dimostra che l'organizzazione Fifa è malata».

E ancora, sul fronte degli oppositori (molti dei quali appartenenti appunto all'Europa ed al mondo anglosassone) il presidente dell'inglese Football Association, Greg Dyke, ha reagito così: «Penso che i fatti di questa settimana siano stati drammatici per la Fifa e non posso credere che questa organizzazione possa riformarsi sotto la guida di Blatter». «Ha avuto 17 anni a disposizione per riformare questo mondo e non ne è stato in grado – ha aggiunto Dyke- L'Inghilterra non si ritirerà da nessuna competizione della Fifa, sarebbe ridicolo. Ci saranno discussioni su quanto accaduto in questi giorni e sul futuro di questa organizzazione e l'Inghilterra farà valere le sue idee».

Blatter ha ricevuto le prime accuse di corruzione nel lontano 2001, solo 3 anni dopo la sua prima elezione. Un delegato africano gli si oppose, lui si difese e vinse. Altri tempi, all'epoca lo appoggiarono anche la Germania e la Francia. Ora l'Africa sembra essere quasi interamente con Blatter. Molte le vicende discusse che hanno caratterizzato la lunga epoca di Blatter. Nel 2006 licenziò il capo del marketing Jérôme Valcke per irregolarità con gli sponsor, ma 6 mesi più tardi lo riprese come segretario generale. Nel 2010 dirigenti da alcuni considerati vicini a Blatter furono arrestati per corruzione, fra loro il qatariota Mohammed bin Hamman, capo della Federazione asiatica, e Jack Warner di Trinidad e Tobago (che è tra gli arrestati di tre giorni fa) accusato di compravendita di voti per la presidenza e coinvolto in una vicenda di biglietti in nero, espulso, e poi tornato sulla scena della Fifa. Ma questo è il passato. Ora Blatter è di nuovo presidente e bisognerà vedere cosa accadrà nel mondo del calcio ed in quello delle nuove inchieste giudiziarie.

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