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Lo sviluppo passa per la cultura

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Mezzogiorno e piani di ripresa

Lo sviluppo passa per la cultura

La fotografia scattata dal Rapporto Svimez, reso pubblico recentemente, mette in luce un Paese sempre più diviso e diseguale in cui il Mezzogiorno arretra inesorabilmente. In una fase di strutturale difficoltà di bilancio, l’approssimarsi della piena operatività dei fondi europei del ciclo di programmazione 2014-2020 rappresenta, dunque, forse l’unica opportunità di investimento in grado di invertire una tendenza che appare inarrestabile.

L’esperienza del passato anche recente, purtroppo, non induce all’ottimismo; il nostro paese non ha mai brillato per capacità di spesa e, soprattutto, per efficacia qualitativa dell’investimento pubblico così evidente invece in altri contesti europei. Questa scarsa capacità delle amministrazioni è stata particolarmente evidente in campo culturale in cui, già nel ciclo di programmazione 2000-2006, ingenti risorse sono state impegnate per la riqualificazione edilizia di immobili pubblici anche di pregio, che poi sono rimasti inutilizzati. L’assenza di visione dello sviluppo locale e di capacità progettuale è stata ancor più evidente nell’utilizzo del POIn 2007-2013, il Programma Operativo Interregionale riservato ai grandi Attrattori Culturali, unico programma che ha ’restituito’ risorse a Bruxelles e che registra tuttora gravi ritardi negli impegni di spesa.

Nella programmazione 2014-2020 spicca il Programma Operativo Nazionale/PON Cultura e Sviluppo, a regia Mibact, a cui sono assegnati 368 milioni di euro che, con il cofinanziamento nazionale, raggiunge 491 milioni di euro. Si tratta di una sfida difficile che impegna il Ministero per i beni culturali a misurarsi non soltanto con le note problematiche di tutela del patrimonio culturale ma con l’innovativo sostegno alle filiere produttive rappresentate dalle industrie culturali e creative che hanno rigenerato il modello di sviluppo di gran parte dei paesi del nord Europa. Tuttavia, nel caso italiano, la vera criticità della spesa destinata alla cultura riguarda non soltanto la quantità di risorse ma la qualità della progettazione, soprattutto nell’ottica ormai imprescindibile di tenere insieme tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, superando un approccio puntuale e favorendo, viceversa, un percorso integrato e partecipato, sostenuto da partnership tra pubblico e privato. L’esperienza delle Aziende associate a Federculture dimostra che è possibile fare impresa culturale in modo efficiente e sostenibile e, spesso, in collaborazione con il Privato.

Con una gestione manageriale - che caratterizza alcune delle eccellenze dell’offerta culturale italiana - si dimostra che le imprese culturali possono raggiungere l’equilibrio di bilancio, attrarre quote crescenti di cittadini e turisti, e stabilire un rapporto virtuoso con una pluralità di soggetti privati. Fare buona progettualità, specie in chiave gestionale, tuttavia, non è semplice e necessita di una visione condivisa tra gli stakeholders, pubblici e privati, presenti sul territorio, e di approfonditi studi di fattibilità che integrino diverse competenze e discipline. Si tratta, dunque, di un processo lungo, complesso e costoso che, per sua natura, coinvolge diversi livelli istituzionali, impatta fortemente sugli assetti di governance tra pubblico e privato e deve poggiare sulla verifica di una reale sostenibilità economico-finanziaria. L’onere economico per la realizzazione di tali Studi difficilmente può essere affrontato dalle amministrazioni locali, le quali hanno già notevoli difficoltà a manutenere il loro patrimonio e stentano ad impegnare risorse per progettare il loro futuro. È per questo che va salutato con grande interesse il decreto del Segretariato Generale del Mibact del 3 novembre 2014 con cui si promuove l’Azione «Progettazione per la cultura» che destina importanti risorse finanziarie per favorire l’innalzamento della qualità progettuale volta a migliorare le condizioni di offerta e di fruizione del patrimonio culturale, in raccordo con l’attuazione della programmazione 2014-2020. Le risorse, messe a disposizione dal Piano di Azione e Coesione, sono destinate, in particolare, alla realizzazione di iniziative di sostegno alla predisposizione di progetti integrati di valorizzazione, anche a fini turistici, per un importo di 5,6 milioni di euro. Tali iniziative, da attivare in collaborazione con l’ANCI attraverso avviso pubblico per proposte progettuali presentate da singoli Comuni o raggruppamenti di Comuni delle regioni del Mezzogiorno (le ex-Convergenza più la Basilicata) devono riguardare territori con popolazione di almeno 150.000 abitanti. Il provvedimento, da tempo fortemente sostenuto da Federculture, costituisce una rilevante innovazione che impegna i territori a superare l’approccio al mero intervento di restauro e a sforzarsi di condividere un reale progetto di sviluppo a base culturale che introduce un’imprescindibile cultura di gestione attraverso un innovativo percorso di partenariato tra pubblico e privato.

Claudio Bocci è Direttore Federculture

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