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la lettera

Xi, America e Europa: ragazzi mettetevi d’accordo (di R. Prodi)

Caro Direttore,
non sono del tutto sicuro che Xi Jinping legga Il Sole 24 Ore e soprattutto credo che, in questi giorni, il presidente cinese abbia molte altre cose da fare. È certo tuttavia che alcuni dei principali suggerimenti del tuo fondo di ieri sono stati rapidamente messi in atto dal suo governo. Avendo deciso di abbassare i tassi, immettere abbondante liquidità nel sistema e usare il massimo di flessibilità degli strumenti monetari, Xi ha cominciato a dare vita a una politica di Quantitative easing alla cinese.

I così detti mercati internazionali sembrano avere gradito. Se la Borsa cinese continua a calare non dobbiamo preoccuparci troppo perché, dopo che era tanto irragionevolmente cresciuta, un bel calo entra nella normalità. Il vero pericolo è che la crisi cinese, che è insieme crisi della sua economia reale e della sua finanza, non infetti tutta l’economia mondiale che è già debole di per sé stessa. Gli Stati Uniti crescono meno del dovuto, i Brics, ad eccezione dell’India, sono in fase calante e l’Europa non riesce proprio ad uscire bene dalla crisi. Le mosse cinesi di ieri sono state buone ed opportune ma non illudiamoci: nessun problema sarà risolto se (con gli idonei strumenti da inventare) la Cina non sarà stabilmente inserita nel sistema economico e finanziario mondiale.

Lo vogliono gli Stati Uniti? Lo vuole di conseguenza la Germania? Lo vuole davvero la Cina sapendo quale riforme deve fare per raggiungere questo obiettivo? Date le tensioni politiche che montano ogni giorno vedo molto difficile questo percorso perché questi grandi accordi internazionali si riescono ad attuare o quando domina un solo Paese (come nel caso di Bretton Woods) o quando si riesce a creare una minima armonia fra i Paesi dominanti. Oggi non vedo nessuna di queste due condizioni ma mi accontento di sperare che si possano realizzare in futuro. Per il momento mi accontento del Quantitative easing alla cinese, come auspicato ieri dal Sole 24 Ore.

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