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La lezione indiana sull’abolizione del contante

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Scenari

La lezione indiana sull’abolizione del contante

Il premier indiano Narendra Modi è stato eletto con un programma di riforme, tra cui spiccava la lotta alla corruzione. Ma ottenere risultati in questo campo è difficilissimo. A mali estremi, Modi ha deciso di applicare estremi rimedi. L'8 novembre ha annunciato che le banconote da 500 e 1.000 rupie (rispettivamente 7 e 14 euro) perdevano corso legale con effetto immediato. I possessori potevano depositarle in banca o – in quantità molto limitata - potevano scambiarle per banconote nuove o di piccolo taglio.

Modi sperava di prendere più piccioni con una fava: costringere l’economia sommersa ad emergere, penalizzare i corrotti ed accelerare la finanziarizzazione di un Paese dove la maggioranza dei cittadini non possiede un conto in banca. Bellissime intenzioni ma… non ha fatto i conti con la realtà dell’India. Non erano state stampate sufficienti nuove banconote; le banche non avevano avuto il tempo di prepararsi all’enorme afflusso di gente, che ha provocato code e disordini.

In un Paese dove il 90% delle transazioni avviene per contanti, Modi ha involontariamente condotto il più grande esperimento sull’importanza della moneta. Come volevasi dimostrare, la moneta non è un velo. Almeno nel breve periodo ha un effetto importante sul funzionamento del sistema economico: la elimini e il sistema si blocca. I negozianti indiani - gioiellieri a parte - sono in crisi. Si contano addirittura decine di persone uccise dall’inedia perché non avevano il contante di piccolo taglio per comprarsi il cibo. Quelli che hanno sofferto meno sono forse proprio i ladri e i corrotti, che hanno iniziato subito a riciclare il proprio contante prestandolo in giro a tassi di interesse negativi. Insomma se la sono cavata con una piccola tassa e niente di più.

Nonostante le buone intenzioni, quindi, un vero disastro. È spesso la sorte dei leader populisti: frustrati da una burocrazia che mette loro i bastoni tra le ruote, decidono di ignorarla. Il risultato sono errori clamorosi che distruggono non solo il consenso per il leader, ma anche quello per le idee che lo motivavano. La più grande vittima dell’esperimento di Modi sarà la stessa lotta alla corruzione. Visti i costi che l’indiano medio sta sopportando, preferirà tenersi il sistema corrotto in cui vive, lieto no, ma sicuro.

È solo un problema di implementazione o è l’idea stessa di un’economia senza contante ad essere sbagliata? Sicuramente l’eliminazione del contante non può essere fatta dalla sera alla mattina, neppure nei Paesi più avanzati, tantomeno in India. L’anno scorso la Svezia ha annunciato che aspira a diventare un’economia senza contante per il 2020. Si è data cinque anni di tempo, nonostante già oggi solo il 5% del valore delle transazioni sia per contanti e alcuni negozi non li accettino già più.

Il costo di una transizione lenta in un Paese avanzato come la Svezia è minimo. Ma quali i benefici? Droga, prostituzione, gioco d’azzardo e corruzione vivono di contanti. In loro assenza, i criminali si ingegneranno a trovare alternative (da valute di altri Paesi a Bitcoin), ma l’abolizione del contante avrà il merito di mettere della sabbia nella macchina oliata del crimine. Soprattutto renderà il crimine più tracciabile e l’evasione fiscale più difficile.

E l’Italia? I limiti sull’uso del contante hanno trovato enormi resistenze, figuriamoci una sua abolizione. Ma un’eliminazione programmata delle banconote a taglio più elevato (diciamo dai 50 euro in su) potrebbe essere fattibile. La sopravvivenza delle banconote da 20 euro ridurrebbe gli inconvenienti causati da un’abolizione totale del contante, soprattutto agli anziani, che mal si abituano alle carte di credito. Pur non eliminando l’economia sommersa, l’abolizione delle banconote di grosso taglio la scoraggerebbe sensibilmente, riducendo sia la corruzione che l’evasione fiscale. Sarebbe anche un enorme incentivo per la completa digitalizzazione del sistema bancario.

Ma i più grossi sostenitori dell’abolizione del contante sono i banchieri centrali. Oggi la loro capacità di influire sull’economia è limitata: i tassi di interesse non possono diventare molto negativi, perché se no la gente preferisce ritirare i soldi e metterli sotto il materasso. Senza contante (o con contante solo di piccolo taglio), questo limite non esisterebbe più. È questo il motivo per cui Draghi ha voluto eliminare la banconota da 500 euro ed e questo il motivo per cui - prima o poi - vedremo sparire tutte le banconote.

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