Un’ex attrice, Edy Vessel, vedova dell'ex presidente di Finmeccanica, Camillo Crociani, coinvolto quarant'anni fa nello scandalo Lockheed. I dividendi milionari della Vitrociset, l'azienda che gestisce la rete dati delle forze di polizia e della Banca d'Italia, partecipata da Leonardo. E poi un trust alle Mauritius, la vita dorata di Montecarlo, il jet-set, paradisi fiscali e sangue blu. Sono gli ingredienti di una dinasty familiare che ruota attorno a un tesoro valutato 200 milioni di dollari alimentato in gran parte dagli utili della Vitrociset, e a una collezione di opere di Van Gogh, Picasso, Cezanne, Chagall, De Chirico, Matisse, Renoir, Gaugin e Modigliani che vale altri 445 milioni.
I segreti di questa saga, dalla quale riaffiorano pezzi di storia della Prima Repubblica, potrebbero emergere dagli archivi della Appleby, la società di consulenza delle Bermuda i cui dati sono stati hackerati lo scorso anno e sono ora finiti nelle mani del Consorzio internazionale giornalisti investigativi (Icij), lo stesso dei Panama Papers.
Crociani vs Crociani
Ma intanto, i contorni della “guerra dei Crociani” sono raccontati in una sentenza pronunciata l'11 settembre dalla Royal Court di Jersey, isola del Canale della Manica di proprietà della Corona britannica e importante centro finanziario offshore collegato alla City di Londra.
I giudici di Jersey si sono espressi al termine di uno scontro legale durato quasi cinque anni tra due fronti contrapposti della stessa famiglia: da una parte Edoarda Vesselovsky Crociani, vedova dell'ex presidente di Finmeccanica, insieme alla figlia maggiore Camilla. Dall'altra, la figlia minore Cristiana. Quest'ultima accusava Edoarda Crociani di aver svuotato il patrimonio del trust di cui le due sorelle sono beneficiarie, il Grand Trust, per trasferirlo in altre entità a beneficio di se stessa e di Camilla.
Alla fine del processo di primo grado, la corte di Jersey ha ordinato a Edoarda Crociani e alla Bnp Jersey - che del Grand Trust erano i trustee, cioé gli amministratori - di versare 100,3 milioni di dollari al trust stesso e di ripristinare sostanzialmente il valore degli asset che vi erano conferiti: per questo la stampa britannica ha ipotizzato che l'entità della sentenza possa raggiungere complessivamente i 200 milioni di dollari.
I giudici hanno anche deciso un'indagine per valutare le compensazioni da pagare a Cristiana Crociani e per determinare il valore di otto opere d'arte che erano inizialmente nel trust. Quanto ad Appleby, la società al centro delle nuove rivelazioni dell'Icij è stata condannata per aver rotto il vincolo fiduciario, poiché per alcuni anni è stata trustee del Grand Trust. La sentenza della corte di Jersey ha sostanzialmente dato ragione a Cristiana Crociani.
I protagonisti della Dinasty
È il mondo dorato del jet-set internazionale a fare da sfondo alla “guerra dei Cruciani”. Una storia che parte da lontano. Negli anni Sessanta la triestina Edoarda Vesselovsky si fa chiamare Edy Vessel e fa l'attrice. Recita anche in “8 e mezzo”, uno dei capolavori con cui Federico Fellini vincerà l'Oscar nel 1964. Debutta nel 1959 in “Guardatele ma non toccatele” di Mario Mattoli, con Ugo Tognazzi e Johnny Dorelli, ma lascia presto la carriera cinematografica per sposare nel 1970 Camillo Crociani, presidente e amministratore delegato di Finmare e di Finmeccanica.
Nella controversia giudiziaria nell'isola di Jersey, Edoarda è affiancata dalla figlia maggiore Camilla, che ha sposato nel 1998 Charles Marie Bernarde Gennaro, principe della Real casa Borbone-Due Sicilie e duca di Castro. Camilla e Charles hanno due figlie: Maria Carolina Chantal Edoarda Beatrice Gennara, duchessa di Calabria e di Palermo, e Maria Chiara Amalia Carola Luisa Carmen, duchessa di Noto. Vivono a Montecarlo, nella casa di Edoarda.
Dall'altra parte della barricata, il sangue blu, invece, Cristiana l'ha rifiutato. Il suo matrimonio con il principe Bante Boncompagni Ludovisi nel 1997 è durato soltanto pochi mesi e adesso la figlia minore di Camillo Crociani è sposata con l'uomo d'affari francese Nicolas Delrieu. Un matrimonio che Edoarda avrebbe mal digerito, tanto da far dire a Cristiana di aver sempre vissuto in un «inferno dorato».
Già. Un “inferno” davvero dorato. Ambientato tra New York, Miami, Parigi, Roma e Montecarlo, in una famiglia dominata dalla figura di Edoarda Vessel che, come emerge dalla sentenza di Jersey, ambiva a controllare ogni aspetto della vita delle figlie e a farle entrare nel mondo dell'aristocrazia. C'è riuscita con Camilla, ha fallito con Cristiana.
Eppure, matriarca o no, Edoarda si è dimostrata una donna d’affari in gamba e ha molto bene amministrato il patrimonio di famiglia ereditato da Camillo Crociani.
L'origine della ricchezza
Il 1° marzo 1979, dopo 23 giorni di camera di consiglio, la Corte Costituzionale condanna Crociani per corruzione a due anni e quattro mesi di reclusione insieme all'ex ministro Mario Tanassi, ai fratelli Antonio e Ovidio Lefebvre e al generale Duilio Fanali. Lo scandalo legato al pagamento di tangenti per l'acquisto degli aerei Hercules C-130 della Lockheed aveva portato nel 1978 alle dimissioni del presidente della Repubblica Giovanni Leone, risultato poi estraneo alla vicenda.
Ma Crociani, nel frattempo, ha lasciato l'Italia e dopo aver vissuto prima in Svizzera poi in Francia è riparato in Messico con tutta la famiglia: Edoarda, Camilla e Cristiana.
L'ex presidente di Finmeccanica ha altri due figli nati dal primo matrimonio: Claudio e Daniela. È proprio Claudio che - come racconta egli stesso ai giudici di Jersey - acquista per un milione di dollari la casa dove la famiglia va a vivere in Messico: una villa di 2mila metri quadrati con una piscina coperta e una esterna. Claudio ha anche ottenuto dal padre la titolarità di un conto alla Chase Manhattan Bank di Ginevra dove sono depositati 10-15 milioni di dollari e dove affluiscono soldi dalla Ciset, la società che Camillo Crociani ha fondato nel 1956 e che, però, non gli appartiene più. Almeno formalmente.
Il 16 febbraio 1977, infatti (in pieno scandalo Lockheed), Camillo Crociani ha venduto la Ciset al suo amico e braccio destro Girolamo Cartia per 3 miliardi di lire, che gli verranno pagati a rate per i successivi cinque anni attraverso gli utili della stessa società. Cartia possedeva già l'8% della Ciset. Ma lo stesso giorno dell'accordo di vendita, viene firmata anche una lettera collaterale nella quale Cartia acconsente a detenere per conto di Camillo le azioni che gli erano state trasferite.
Pochi giorni dopo, il 2 marzo, un nuovo accordo stabilisce che Cartia avrebbe conservato solo l'80% delle azioni della Ciset per conto di Camillo.
Nel 1980, due mesi prima della morte, Crociani dona metà delle sue proprietà in Italia a Edoarda e divide l'altra metà tra i suoi quattro figli, nominando Cartia esecutore e custode di Camilla e Cristiana. Ma non è finita. Il giorno dopo l'atto di donazione, viene firmato un nuovo accordo con il consenso di Crociani: Cartia si impegna a emettere prima del 1983 nuove azioni della Ciset che verranno distribuite per il 60% a Edoarda (il 40% a se stessa e il 10% ciascuno a Camilla e Cristiana), il 20% a Daniela e a Claudio, il 20% per lo stesso Cartia.
Il 15 dicembre 1980, però, Crociani muore. Claudio e Daniela vendono per 200 milioni di lire agli altri eredi la loro quota delle proprietà di Camillo in Italia e rifiutano il 20% di azioni Ciset a loro destinate.
Il 2 aprile 1982 Cartia vende l'80% della Ciset a Edoarda Crociani per 2,4 miliardi di lire, soldi che saranno pagati a rate attingendo ai profitti della società per i successivi cinque anni. Edoarda ha poi acquistato anche la rimanente quota fino a diventare azionistia della Ciset al 99,5%, scrivono i giudici.
Dall'Olanda a Curacao
Il 1987 è un anno importante per la famiglia Crociani. Il 10 dicembre Edoarda vende le sue azioni della Ciset alla Croci BV, una società olandese che in quel momento è posseduta dalla Croci NV domiciliata a Curacao, nelle ex Antille olandesi. Ma è la stessa Edoarda, rilevano i giudici, a essere la beneficiaria finale della Croci NV di Curacao.
L'accordo di vendita prevede che la Croci BV pagherà a Edoarda 105 miliardi di lire in tre tranche attraverso tre strumenti finanziari: una “promissory note” (cioé una cambiale internazionale) da 14 miliardi di lire pagabile in sei mesi senza interessi; una “promissory note” da 16 miliardi a sei mesi con interesse dell'8%; una terza “promissory note” da 75 miliardi con interessi all'8% rimborsabile il 10 dicembre 2017.
Quest'ultima cambiale viene conferita due settimane dopo nel Grand Trust. E' il 24 dicembre, vigilia di Natale, e Edoarda costituisce il trust domiciliato alle Bahamas. I trustee sono lei stessa, Girolamo Cartia e Bankamerica Trust and Banking Corporation (Bahamas) Limited. I beneficiari sono Camilla e Cristiana Crociani e l'unico asset del trust è la “promissory note” della Croci Bv.
Edoarda in quel momento ha il controllo della Ciset (che a sua volta possiede Vitrociset) attraverso la società olandese e tramite quella di Curacao.
La catena di controllo si allunga
Nel corso degli anni la struttura di controllo di Vitrociset è diventata più complessa. Bisogna risalire a ritroso cinque società registrate in quattro paesi diversi per arrivare ai reali beneficiari di Vitrociset.
Dalla sentenza della corte di Jersey emerge che la proprietà della società italiana che lavora con il ministero della Difesa, la Nato, l'Enav, gestisce le reti dati della Banca d'Italia, collabora alla costruzione di apparecchiature del cacciabombardiere F-35 e ha attività nei sistemi di terra del centro di lancio di Kourou in Guyana, è oggi di Camilla Crociani.
Ma risalendo la catena di controllo attraverso visure societarie nei registri dei quattro paesi interessati, si scopre che Vitrociset è posseduta da una società di Curacao che ha un capitale nominale di 1 dollaro Usa, la International Future Ventures & Investments NV (Ifvi). I registri non riportano il nome del beneficiario finale ma solo la società che la amministra, la Centennial Management NV.
La Ifvi NV controlla al 100% la Allimac (Camilla al contrario, ndr) Management Sarl domiciliata in Lussemburgo. La Allimac controlla a sua volta il 100% della Croci Holding BV, registrata nei Paesi Bassi, che possiede il 100% della Croci International BV. Scendendo ancora più in basso si arriva finalmente in Italia. La Croci International, infatti, controlla l'intero capitale azionario della Ciset che possiede il 98,54% della Vitrociset. La quota rimanente (l'1,46%) è nelle mani di Leonardo (ex Finmeccanica).
Le società olandesi formano il cosiddetto “Dutch sandwich”, una struttura societaria (utilizzata oggi anche da Google) creata con finalità di ottimizzazione fiscale e per ridurre al minimo la ritenuta d'acconto sui dividendi.
Il Grand Trust e la Appleby
Quando Camillo Crociani muore prematuramente di cancro nel 1980, lascia in Italia attività pesantemente indebitate, con asset per 4 miliardi di lire e debiti per 32 miliardi. Ma tra i suoi averi, come abbiamo visto, non figura più la Ciset, che è stata venduta a Cartia e che quindi non viene toccata dall'insolvenza.
Due anni dopo la sua scomparsa Edoarda si trasferisce con le figlie a New York, dove acquista da Rupert Murdoch un appartamento sulla Fifth Avenue.
Quando nel 1987 acquisisce il controllo della Ciset e costituisce il Grand Trust, le sue ricchezze vengono stimate da Bnp Guernsey e Bnp Suisse in circa 600 milioni di dollari, frutto dell'eredità di Camillo Crociani. Ciset da sola aveva generato dividendi per 11,4 miliardi di lire nel 1985 e di 14 miliardi nel 1986. E per gli anni seguenti, in un affidavit consegnato ai giudici, Edoarda Crociani afferma che Vitrociset ha pagato dividendi per circa 89 milioni di euro tra il 2004 e il 2007 mentre non ci sono stati dividendi dal 2008 al 2011 e nel 2013. Dal 2003 al 2014, insomma,Ciset ha ricevuto da Vitrociset dividendi per 122,9 milioni di euro.
Il Grand Trust viene suddiviso al suo interno in due fondi uguali, ciascuno a beneficio di una delle due figlie di Edoarda, e a un certo punto comincia a vagare da un paradiso fiscale all'altro. Dalle Bahamas a Jersey e poi a Guernsey, fino ad approdare nel 2012 alle Mauritius dove la Appleby (che cambierà nome in Estera dopo un management buyout) ne diventa il trustee. Ma questi continui cambiamenti sono accompagnati - secondo la denuncia di Cristiana Crociani - dallo svuotamento dei beni del Grand Trust, che vengono conferiti ad altri trust i cui beneficiari sono Edoarda e Camilla Crociani, ma non Cristiana.
Nel dicembre 2011, come abbiamo visto, Camilla rileva la Croci BV dalla Croci NV di Curacao per 44,9 milioni di euro attraverso la società lussemburghese Allimac. Diventa la proprietaria di Vitrociset grazie alla società di Curacao con 1 dollaro di capitale. Cristiana si sente sempre più esclusa dalla madre e dalla sorella fino a richiedere l'intervento dei giudici di Jersey, che decidono a suo favore. Il primo atto della saga Crociani vs Crociani si è concluso. Proprio mentre in Italia tornano le voci di vendita di Vitrociset.
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