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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 15:42.

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E la platea si allarga on demandE la platea si allarga on demand

Fino a ieri era Pappano, Tony per gli amici. Da oggi è «Pappanoinweb»: cos'è, un cambio di nome? Un titolo nobiliare? Un accreditamento per stare al passo coi tempi? Oppure un'idea per diventare presto «PappanoW», acronimo di viva Pappano, lo slogan ormai sulla bocca di tutti, a Santa Cecilia e non solo? No. Tutto nasce da un esperimento: tre concerti, dal Parco della Musica, in streaming gratuito sul sito www.telecomitalia.com. Domani sera, il 16 marzo e il 16 settembre.

Ne parliamo direttamente con lui, il direttore italo-americano, classe 1959, sempre più italo nella conversazione, che evidentemente gli anni (sette) alla testa dell'orchestra romana hanno arricchito e ammorbidito: l'eloquio di Tony ormai è quello di un grande ammaliatore, tecnico e seduttivo insieme. Gli chiediamo del web, gli proponiamo una simulazione di domande web, gli facciamo aprire qualche finestra sul futuro.

Maestro, è una novità «Pappanoinweb»? Tre suoi concerti all'Accademia di Santa Cecilia che, grazie a Telecom, vanno in diretta nella Rete?
Sì, è nuovo. Perché su internet si possono trovare parti di miei concerti, grazie a YouTube, oppure c'è tanto su di me sul sito di Emi, la mia casa discografica, o in quello del Covent Garden, il teatro dove dirigo stabilmente. Ma un focus così preciso e diretto sul sinfonico è una novità.

Cosa significa per la musica?
Diventa un modo diverso di farla passare. Io cercherò, anche comunicando con il pubblico, di raccontarla, come faccio sempre. Sarà un trasferimento di passioni, niente altro.

Quali strade apre?
Più che aprire strade, mostra colori: ad esempio, i primi due concerti saranno uno sinfonico e uno di musica da camera. In uno sono sul podio, nell'altro al pianoforte: è anche un modo per fare vedere i diversi lati del direttore, il diverso job, lavoro.

Perché proprio ora? Perché proprio in questo momento la veneranda e antica (la più antica) stagione di concerti in Italia si apre a internet?
Perché nel bene e nel male oggi la società è sempre più legata al web. I giovani vivono di web. Quello è un mondo di informazioni. Un ente istituzionale come il nostro oggi non può farne a meno. Non è una moda. Resterà. Dobbiamo mettercelo in testa: lì si seminano informazioni. Il fatto che tanta gente passi ore davanti al computer (è vero, è meglio che vengano al concerto) significa che sul web passano messaggi. Anche se il top della comunicazione comunque resta l'esperienza live.

All'estero cosa succede? Lei che vive metà della sua vita a Londra, che si fa là?
Il web ormai è molto diffuso nel mondo della musica: diversi enti hanno streaming, cioè trasmettono un concerto o un'opera sul computer, visibile in diretta e per 3-4 settimane, a un modico prezzo. E poi c'è l'opera al cinema: è un'invenzione di Peter Gelb al Metropolitan, e anche noi a Londra adesso stiamo cercando di sfruttarla, per il pubblico che non può venire a teatro. Sì, magari è un po' scomodo vedere tutta un'opera davanti allo schermo del computer, ma adesso si stanno costruendo legami tra internet e tv. Io non sono un esperto, ma mi sembra un mondo in bella evoluzione.

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