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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2014 alle ore 19:02.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2014 alle ore 15:18.

(Ap)(Ap)

Nell'età adulta sono stata sempre più coinvolta nella politica, sono diventata membro dell'African National Congress. Ma non ho mai permesso a me stessa di trasformare la mia scrittura in propaganda politica. Dovevo mostrare la vita e le persone nella loro complessità. E devo aggiungere che questo mio proposito è stato rispettato dai miei compagni politici. Quando ho mostrato personaggi del movimento di liberazione con i loro errori e tutte le stranezze del carattere, in altre parole come esseri umani e non come le persone più meravigliose e determinate che si possano immaginare, non mi è mai stato detto "come osi mostrare che abbiamo debolezze?". Tutti hanno rispettato il fatto che il mio ruolo come scrittrice era esplorare la nostra vita così come era. It's worth to know, dicevano.

Quale è stata la prima esperienza che le ha fatto pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato nel modo in cui viveva la popolazione bianca?
Quando ero ancora una bambina e vivevo in un piccolo paese, una notte fummo svegliati, i miei genitori ed io, da un rumore che proveniva dal cortile, dove si trovavano le stanze della servitù. Allora avevamo una donna cui io ero molto affezionata. Quando arrivammo in giardino vedemmo che tutto quel che possedeva era stato strappato e sparpagliato dalla polizia, il suo letto era stato rivoltato. Volevano accertarsi che non fabbricasse birra, perché all'epoca ai neri era vietato comprare alcol e molti la producevano in casa. Mia madre e mio padre non sfidarono la polizia, che era fatta di bianchi e di neri agli ordini dei bianchi. Non dissero ‘dove è il vostro mandato, che diritto avete di entrare nella mia proprietà?' Lo accettarono. La polizia non trovò nulla e se ne andò, ma fu molto triste vedere tutte le povere cose di quella donna buttate all'aria così. Questo episodio ispirò uno dei miei primi racconti. E' così che diventai consapevole di quel che non andava nella nostra società, del razzismo. Lo vidi accadere nella mia propria casa. Ogni tipo di oppressione verso i neri veniva tollerata. I miei genitori non protestarono con la alla polizia.
Poi, quando avevo 20 anni e prendevo il treno ogni giorno per andare all'università a Johannesburg, per la prima volta diventai amica di un nero, anche lui uno scrittore. E andammo a Soweto, il getto dei neri, entrai nelle loro case e vidi come vivevano.

Nei suoi libri si trovano spesso figure eroiche. Chi sono gli eroi oggi?Chiunque combatta contro razzismo e oppressione in ogni paese. Perché è sempre pericoloso. A parte eccezioni non significative come la Gran Bretagna, oggi non ci sono più re e regine, non esiste più quella forma di oppressione aristocratica, ma ci sono nuove forme di prevaricazione. Che dire ad esempio dei dittatori? Anche in Italia avete avuto dittatori. E che dire delle persone corrotte, che anche voi avete, con Berlusconi? Anche qui ora è c'è corruzione, che non pensavamo potesse arrivare nel nuovo Sudafrica. Ed è una grande disillusione vederla nelle persone che prima erano i nostri eroi, coloro che lottavano per l'indipendenza.

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