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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 10:19.

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Si sale su al primo piano per lo scalone nobile tutto restaurato, non si prende neanche in considerazione l'ascensore moderno tipo Otis che è stato installato durante i restauri. Il palazzo infatti è stato completamente ristrutturato nel 2007 dalla Fondazione Cenci-Bolognetti: dalla morte dell'ultima principessa, nel 1955, un lascito prevede che i proventi degli affitti vadano all'Istituto Pasteur per la ricerca biomedica; filologicamente, perché il palazzo nasce Petroni a metà Cinquecento, e Alessandro Petroni era medico personale e grande amico di Sant'Ignazio, da lui guarito con miracolo certificato (e dunque decisione di costruire il palazzo accanto alla chiesa erigenda del Gesù).
Tre piani, di cui due ostaggio della Dc; ma soprattutto il primo; al secondo, con scelta eccentrica, stavano infatti solo De Gasperi e poi Rocco Buttiglione: entrambi avevano la scrivania nel "gabinetto della contessa", boudoir di una Giulia Massimo andata in sposa a un Petroni nel 1737, e siccome lei era una Massimo di palazzo Massimo, il Petroni non volendo farsi guardar dietro da nessuno le aveva offerto questa stanza tutta per sé di metri 3,5x5,40 decorata da «ornamenti di legno color di perla e filettato d'oro» secondo le cronache d'epoca. Qui però, come tutto il secondo piano, non si può entrare, perché ci sta l'Associazione delle Banche Popolari. In realtà il compound del potere (Asor Rosa con una famosa teoria sosteneva che l'unica classe dirigente dello sventurato Paese fosse quella gesuitica) è diventato distretto dell'Iban: anche qui, alla scala B, quella sfigata, ci sta il Consorzio Bancomat; sopra, appunto, le banche popolari; di fronte, a palazzo Altieri, l'Abi e la banca d'affari Finnat; a Botteghe Oscure ci stava Merrill Lynch, adesso anche lì l'Abi.

Nella scala B c'è però soprattutto la storia citofonica del post-1993; ecco cassette delle lettere intestate a, nell'ordine; 1) Democrazia cristiana per le Autonomie – Associazione piazza del Gesù; 2) Concretezza e dialogo srl – Redazione Il Popolo (un tempo qui c'era anche la redazione del giornale di partito democristiano; 3) Partito democratico-cristiano – Cronache nuove – a responsabilità limitata (e poi scritto a penna, quasi illeggibile, maiuscolo: PRANDINI, per i più piccoli: ministro democristiano bresciano un tempo potente); 4) Democrazia Cristiana piazza del Gesù 46 – con vetro e serratura rotta, e dentro volantini di agenzie immobiliari impolverati.
«Ma non ci sta più nessuno in realtà», dice Gerardo Bianco. «Non ci sta più nessuno», conferma anche il portiere; infatti stanno rifacendo i citofoni, li toglieranno tutti, questi nomi; sopravvive solo lo studio di "sen. Mauro Cutrufo", che però senatore non è più, non è più democristiano, è passato dal Ppi all'Ulivo poi al Ccd di Rocco Buttiglione poi a una lista Biancofiore apparentata con la Casa delle Libertà poi all'Udc poi alla nuova Democrazia Cristiana di Gianfranco Rotondi, poi al Popolo della Libertà, poi vicesindaco di Roma con Alemanno, poi più niente. Questa biografia valga per i più piccini come storia della diaspora democristiana (alla scala B affacciano anche le cucine di un ristorante turistico – pasta o pizza euro 5,90, bistecca e patate 9,90 – oggi però dagli afrori si mangia qualcosa sicuramente con l'aglio).

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